Ma che ci vuole a fare un sito di trading di Borsa ?


I lettori hanno subito ieri qualche disagio. Vi è che abbiamo cambiato server e abbiamo inanellato tutti quei problemi che regolarmente capitano quando si cambia sito. Perché si cambia server ? Io non ci capisco niente ma mettere su server sembra un'attività molto semplice, molti player si affacciano al mercato, poi scompaiono o non sono all'altezza della promesse. Niente a che vedere con quello che ci è successo e le aziende coinvolte, per carità, ma avere un server che sia all'altezza della situazione è veramente difficile. Un sito si può essicare (e si ha bisogno di un server meno costoso e meno potente) e può invece crescere (e si ha bisogno di un server più potente anche se più caro). Nascono nuovi servizi (vedi il sito internazionale) e nuove esigenze che prima manco si immaginavano. E si fa una fatica boia. Ad esempio ieri c'erano 6 persone che dalle 7 di mattina lavoravano per cercare di rimediare ai problemi che via via si presentavano. Non una: 6.

Così quando mi capita di sentire che non ci vuole niente a gestire un sito mi scappa da ridere. Veramente da ridere. In fin dei conti il capitalismo, questo essere mostruoso che non premia i più bravi ma spesso solo i più delinquenti, a volte è giusto e si vendita sulle persone più arroganti. Vi ricordate il 2000 ? I siti finanziari nascevano come adesso le agenzie immobiliari e tutti i gestori dei siti (me compreso) credevano che avevano scoperto l'oro. Credevamo di essere bravi. Invece eravamo solo fortunati. Non che l'abitudine di fare siti finanziari sia scomparsa, anzi, ultimamente sta riprendendo corpo. Questo perché per fare un sito non ci vuole nulla. Dargli visibilità bastano qualche decina di migliaia di euro in pubblicità. E mi fanno sorridere quei siti finanziari di consulenza che, da bravi studenti di economia aziendale, partono con il budget di pubblicità e li puoi vedere nei link di repubblica on line o su altri noti siti nazionali. Non sanno che la differenza tra un sito che sta in piedi e uno che non sta in piedi sulle sue gambe non è il budget pubblicitario, o meglio è la visibilità + la qualità. Se non c'è qualità la visibilità è un fuoco di paglia. E chi paga di solito vuole indietro della qualità. Se invece non ha intenzione di pagare allora va bene un forum, un sito qualsiasi che gli permetta di scrivere le sue balordaggini, e in quel caso nessuno paga ma si spera di essere così bravi a vendere pubblicità, tanta pubblicità che permetta di pareggiare i costi. Ma la pubblicità è un settore a parte dove non c'entra la Borsa e non c'entra il sito, è un altro mestiere. Che bisogna saper fare come tutti i mestieri. Non è che funziona che fai un sito di Borsa e poi campi vendendo pubblicità. No, carissimi lettori, non funziona così. Di solito fai un sito di Borsa e poi, se sai fare un sito di Borsa, significa che non sai vendere pubblicità. Se invece sai vendere pubblicità non sai fare un sito di Borsa. Provare per credere. 

Morale. Fare il sito ci riescono tutti, farlo conoscere ci riescono in pochi, metterci sopra della qualità non ci riesce nessuno. Dopo due anni spesi in questo settore a conoscere tutti gli operatori posso dire che, oggi come oggi, siamo leader nel nostro settore di attività (consulenza a pagamento) per fatturato e per numero di clienti abbonati e per numero di impressions e di utenti unici. Non voglio fare nomi, ma siamo i numeri uno. E lo si vede contanto quante teste Lombard o ex Lombard sedevano sul palco dell'ITF a Rimini: il 60% degli oratori veniva dalla parrocchia Lombard. E lo si è visto dal fatto che le due novità editoriali dell'ITF erano della parrocchia Lombard. E lo si vede dal fatto che volutamente abbiamo deciso di stare a casa come azienda: non serve avere uno stand in un settore di 2000 persone che conoscono tutte Lombard. O meglio dove il povero direttore di questo foglio, dotato di particolare memoria e soprattutto di ricordarsi facce e nomi, conosceva il 50% dei partecipanti alla fiera. E lo si vede dal fatto che finalmente, in una situazione tragica come questa del nostro settore, il Lombard chiude il 2004 in crescita di abbonamenti e utenti unici. Non succedeva dal 2001.

E' stato veramente bello fare il sito internazionale, il Top Trader Cup.com. Bello perché parti da zero, facendoti conoscere in Germania, ogni giorno scrivendo sulla FinanzaOnLine tedesca, partecipando a corsi e seminari in Germania, da Dusseldorf a Francoforte, passando per Amburgo e Monaco con magari una puntatina a Stuttgart. Subito non hai nessuno. Scrivi per il nulla. Passano i mesi e tu continui a scrivere. Poi improvvisamente crescono le impressions. Crescono gli utenti unici. Verifichi gli accessi, vengono tutti dalla mitteleuropa. E tu sempre scrivi. Poi capita una telefonata di un tedesco che chiede questo e quello. Ti ecciti. Dici è la volta buona. Passano gli anni nel frattempo. Tu invecchi, risolvi i tuoi problemi a casa, passano i natali. Poi alla fine arriva il primo abbonato dall'Austria. E tu dici, sempre scrivendo, che è la volta buona. Ma non è vero, perché scrivi per un lettore. Ma poi ecco che sotto Natale qualcuno dalla Germania pensa bene di farsi il regalo ed arriva il secondo abbonato. Ma, dovete sapere, che non è vero, perché sono solo due. Ma non importa, ci sono 200 lettori in prova ogni giorno, e piano piano si va avanti. Non me lo ricordavo più, ma ci sono già passato. E lo faccio con lena, non mi porta via molto tempo, è la stessa minestra che scrivono in italiano, ed è simpatico stare in mezzo a degli stranieri. Ma quanti come me muoiono durante questo percorso, quanti non raggiungono il break even, quanti non conosceranno mai il successo. Non il successo della ribalta, ma quello di coprire i costi e pagarsi uno stipendio "decente" come un impiegato del comune in questi tempi grami.

E questo nostro successo, in un settore che si contrae impietosamente giorno dopo giorno, dove nemmeno colossi come Borsa Italiana forse tra 10 anni staranno ancora in piedi, dove gli stranieri premono alle porte e l'integrazione finanziaria europea procede a ritmo serrato (con Lombard in testa, ovviamente), lo si deve alla qualità che abbiamo sempre portato avanti su questo sito. Non certo la qualità di quel Sandrone di Tomasini, che se se ne stesse a casa è meglio, ma la qualità di chi scrive su queste colonne. Una qualità che è incontestabile, da Guido Bellosta a Remo Mariani, da Edoardo Ciotti (fortunata scoperta del 2004, scoperta come trader di successo, non come persona visto che il personaggio era noto al povero Tomasini fin dagli anni '80), da Massimiliano Del Corona a Enrico Malverti passando per Giovanni Borsi (che con un articolo nel 2004 ha fatto guadagnare più di Tomasini in 10 anni, e se è speriamo che scriva sempre di meno …), da Mauro Favaretto a Mauro Gialdini, da Luigi Piva (altra scoperta del 2004 anche se egli era schedato dall'intelligence Lombard fin dal 1994) a Fabrizio Bocca, da Enzo Cavalieri a Ciro Vuolo, Lorenzo Batacchi ed Aldo Lorenzi, e chi più ne ha più ne metta. Sono questi gli uomini Lombard che hanno fatto grande il nostro sito nel 2004. E ad essi va il più vivo ringraziamento di noi tutti.

E che gli altri se li facciamo pure i loro siti, effettivamente è molto facile.

Ma fare un Lombard ci vuole una vita, quella del povero Tomasini, ma ci vuole tutta. E la fortuna di incontrare personaggi come i collaboratori Lombard.

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