Le performance di Mariani in una ottica sistematica


Leggo sempre con molta attenzione i Time Out del nostro Mariani ma proprio questa volta fatico a ricordare quando sia stata la prima volta che lui mi ha sottoposto le sue statistiche di trading elaborate con il programma di Edoardo Ciotti o con un altro programma simile a quello di Ciotti. Se non vado errato, e anche dai commenti di altri collaboratori che in questo momento mi sovvengono, e soprattutto rileggendo le statistiche relative al Campionato in cui Mariani è arrivato secondo riportate in "Il trading sistematico di Borsa", di Emilio Tomasini, Enrico Malverti e Massimliano Scorpio (Franco Angeli, 2003), nelle precedenti statistiche Mariani aveva sfoderato una più bassa percentuale di operazioni vincenti ed un più basso profit factor.

Alcune considerazioni: il 63% dei trade in profitto per un trading system intraday è una enormità, così come è una enormità un profit factor del 2,1. E' chiaro che un 63% delle operazioni in profitto significa, per la legge di Murphy, necessariamente un basso average win / average loss, e quel deve leggersi "necessariamente" in una ottica di normalità statistica.

Ogni possibile futuro aumento dell'average win / average loss di Remo Mariani significa una esplosione esponenziale del profit factor ed è questo il punto su cui Remo Mariani, per diventare ancora più grande di quanto non sia grande oggi deve concentrarsi.

Visto da fuori Remo Mariani è un trading system che tutti vorremo tradare, me compreso. Ma voglio richiamare l'attenzione dei lettori, e indirettamente fare un complimento a Mariani, su quanto sia difficile quell'1,2 di average win average trade. E' esattamente il contrario di quello che tutti vorrebbero dalla borsa: guadagnate tutto e subito. Significa operare 15 volte al giorno ed ogni operazione guadagna 1,2 volte quello che si perde. 15 volte significa decidere 15 volte, che ci sia il sole che piova, che uno stia bene o che stia male, che debba andare in bagno o che ci sia andato, che non abbia mangiato o che abbia mangiato troppo, che sia felice o che sia infelice, stanco o pieno di energia, che il computer funzioni o che solo funzionicchi.

Io come imprenditore deciderò al massimo 2 volte al giorno ed in ogni caso ho sempre tempo di dire "ne parlo con il mio socio", "chiedo un parere al mio avvocato", "sono in riunione e la richiamo", "dobbiamo ancora decidere quale sia l'impatto fiscale", etc. etc. E' questo il difficile, è qui che si vede il carattere, quando devi decidere come una macchinetta 10 – 20 volte al giorno.

Una seconda nota va fatta rilevare: concordo pienamente con Mariani quando dice che per fare bene il trader bisogna fare solo quello e non farlo come secondo lavoro. Non bisogna scrivere report, libri, insegnare all'università, discutere con avvocati e commercialisti, pagare l'IVA e preoccuparsi del sito e della promozione commerciale.

Ma per giocarsi la vita su un unico lavoro occorre fare scelte coraggiose che nella maggior parte dei casi chi si avvicina al trading non vuole fare.

Ed anche questo, ovviamente, è un aspetto su cui tutti dobbiamo meditare accortamente. 

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