Si deve sempre trovare un capro espiatorio. Ora la comunita' finanziaria ha individuato l'attuale causa della crisi internazionale e delle deludenti performance delle borse : il prezzo del petrolio.
Il tam-tam dei nostri telegiornali è asfissiante.Paghiamo cinque euro in piu' per ogni pieno rispetto all 'anno scorso. Ecco il motivo della situazione di stanca delle nostre industrie !
Chiariamo bene i fatti.
Il prezzo della benzina è in massima parte dovuto alle imposte statali. Le varie accise etc coprono due terzi del prezzo alla pompa. In pratica potremmo pagare il carburante un euro al litro e lo Stato guadagnerebbe ancora qualcosa. Ma nessuno attacca lo Stato per queste maxi-imposte.
Ma non solo gli Stati europei(siamo in buona compagnia questa volta) alimentano le loro voraci entrate con la benzina.Ma ne approfittano per coprire impellenti spese. Ricordate l 'ultimo incremento in Italia per il contratto dei ferrotranvieri ? Venne subito aumentato il prezzo alla pompa….
E pensare che il prezzo del petrolio, a parità di potere d 'acquisto, sfiora a malapena il massimo del 1980.Tutto questo mentre -in teoria-c' è molto meno petrolio sottoterra.
Gli amici abbonati vorrebbero cavalcare il boom del petrolio.Lo sconsigliamo.Non si compera sui massimi venticinquennali. Ma dobbiamo rispondere. Ricordiamo percio' che esistono covered warrants sul petrolio trattati sul nostro mercato ,mentre per quanto concerne le azioni-salite meno di quanto si potesse immaginare,quasi una conferma che il mercato non crede al mantenimento delle attuali quotazioni,i titoli da preferire per questi coraggiosi speculatori sono Exxon e Total. Per gli amanti delle nostre azioni occhio a Saipem.
Ma la legge del lombard "prima non prenderle" deve regnare sovrana.E qui i rischi ,oltre che i succosi potenziali guadagni,ci sono .Non si compera infatti MAI quando le notizie sono sulla prima pagina sui giornali.E' il modo migliore per perdere. Ricordate il boom di borsa dei primi mesi del 2000 o il rialzo dell 'oro di sei mesi fa ? Quando queste notizie vennero pubblicate sulle prime pagine dei giornali era ora di uscire.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)