Da vecchio cronista di provincia ho sempre avuto un occhio di simpatia per i ladri. Rubare è una cosa naturale, esistono i giudici ed i poliziotti ed esistono i ladri. Ovviamente il vero ladro ha la sua moralità: non si ruba agli anziani, agli handicappati, alle persone in stato di inferiorità fisica o psicologica. Si ruba preferibilmente ai ricchi, è una forma, in sostanza, di redistribuzione della ricchezza. E si ruba agli stolti perché se lo meritano. Memorabili sono le pagine dell'Antolisei sul reato della truffa: "fino a che punto, si chiede l'insigne giurista, lo Stato deve proteggere gli imbecilli" ? E soprattutto, "fino a che punto, sotto i profilo morale, gli imbecilli debbono essere protetti" ? Ovviamente il vero ladro non usa violenza ma solo destrezza e decisione, assorto nel suo compito di riequilibratore di ricchezza.
Il più bel processo a cui ho assistito in pretura (purtroppo l'imputato era contumace) era quello di un vecchietto siciliano che scorazzava per l'Italia emettendo a raffica assegni a vuoto. Era del 1921 (la classe di mio padre), provincia di catania. Il giudice, me lo ricordo ancora, estrasse dal fascicolo il ponderoso certificato del casellario giudiziale e con stupore esclamò ghignante ma anche con rispetto: "questo ha capito tutto". Il nostro aveva capito che allora (non so adesso) il reato di emissione di assegni a vuoto era praticamente imperseguibile su persone anziane e quindi lui, oltre ad essere condannato, non andava incontro a nessuna restrizione della libertà personale. Praticamente il tutto si esauriva in un giro di carte, "in nome del popolo italiano …" e tutto rimaneva com'era. I verbali di polizia giudiziaria riferirono di questo distinto signore, riccamente vestito, che girava in taxi e passava da un aereo a quell'altro, che compariva in compagnia di signore di dubbia moralità, acquistava orologi e gioielli, soggiornava in hotel di lusso in rinomate località, praticava l'aromaterapia ed il massaggio thailandese (giuro, lo ricordo ancora). Insomma il nostro aveva fatto una puntatina a Sassuolo, in provincia di modena, e in 15 giorni di soggiorno aveva truffato tutti e tutto e poi era scomparso. Un grande questo signore siciliano, veramente un grande.
Quando ho letto delle intercettazioni telefoniche di Gabriella Spada, la topona che rabboniva ( è il caso di dirlo) la comunità finanziaria e che guidava psicologicamente Emanuele Giacomelli, titolare della omonima azienda, ora travolta dai debiti e dal falso in bilancio, mi viene da pensare al ladro siculo, alla sua signorilità, alla sua conoscenza del diritto, alla sua moralità: rubava solo ai ricchi.
L'8 marzo 2003 Spada impone al marito di chiedere consiglio alla maga Lorena Pinciaroli prima di un incontro a Centrobanca, anche con domande inviate via fax, è chiaro, si tratta una maga globalizzata che usa il meglio della tecnologia.
Spada: "E lei, là, l'hai chiamata ?". Giacomelli: "Eh, adesso la devo chiamà, la devo chiamà". S: "Dai, Leleee …. se hai delle altre domande, aggiungile nel foglio". G:"Va bene". S:"Qualsiasi dubbio, e mi raccomando Lele quando fai le domande, falle chiare, perché sennò la guida prende fischi per fiaschi." G:"Ah sì, sì". S: "Capisci, è tua la responsabilità se non fai le cose chiare, sembra quasi che ti vergogni a chiedere le cose …". S: "Fatti aiutare anche dalla Lorena .. per favore Lele ! Perché altrimenti fai dei guai, pensi che magari con Centrobanca piuttosto che con qualcun altro lei ti abbia consigliato una cosa, invece te l'ha consigliata perché hai fatto la domanda sbagliata".
Altro che convincere i lettori, promuovere il report, analizzare i mercati, accusare, difendersi, giustificarsi, spiegare, aggredire, essere aggredito. Se io fossi il "mago di Spilamberto" sarebbe tutto diverso: io consiglio vagamente i titoli, della serie "i bancari entrano nell'orbita di Marte, il dio della guerra mentre gli assicurativi scendono nell'orbita di Urano" e poi se sbaglio la previsione è colpa dei lettori che non hanno interpretato bene oppure sono stati imprecisi nel formulare la domanda. Magari con un po' di scenografia, il Tomasini che compare con una tunica bianca, di spalle, con il viso rivolto in basso, buio nella stanza, il lampeggiare di un fuoco, in tintinnare di ciondoli ed anelli, qualcuno che ci crede si trova.
La Spada e il Giacomelli danno speranza a quelli che fanno il mio mestiere: se va male ci si può sempre riciclare come indovini – cartomanti finanziari, effettivamente di maghi nel settore della borsa finora in Italia non ne ho visti. Sì, ci sono quelli che credono a Gann, Elliot, Fibonacci ed i pianeti, ma cercano sempre di mettersi la giacca e la cravatta e di spacciarsi per analisti finanziari. Forse sbagliano nel marketing, se indossassero una tuta bianca con un fazzoletto in testa magari farebbero i soldoni.
Sono fiducioso …