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La fabbrica delle illusioni


A bocce ferme vorrei lanciare un dibattito che ormai serpeggia da settimane in casa Lombard e che è stato posto al centro di un incontro tra i redattori di LombardReport.com tenutosi la scorsa settimana a Spilamberto. La domanda a cui rispondere è la seguente: quanto la nostra industria venda illusioni e quanto venda invece del valore. In termini quanto noi del trading on line, e parlo di industria dei servizi (newsletter, formazione, editoria, informazione, servizi di investimento, etc.) siamo dei ciarlatani oppure degli onesti lavoratori. Si potrebbe rispondere che uno è un ciarlatano o non lo è e non si può misurare la ciarlataneria. Io invece penso che si possano fare dei confronti, Tomasini è più o meno ciarlatano di questo e di quell'altro e via andare. E' chiaro che non mi accontenterei della palma di meno ciarlatano di tutti e vorrei quella di galantuomo, ma questo è un altro paio di maniche.

In sostanza dobbiamo chiederci, noi dell'industria, se vendiamo delle illusioni o vendiamo valore. Per vendere illusioni intendo inculcare tra il pubblico la possibilità per tutti di guadagnare con la borsa. Anche qui mi si potrebbe obiettare che un conto è guadagnare i milioni senza fare fatica un conto è guadagnare un 10% sudando sette camicie, e ce ne passa tra i due concetti. Allora riformuliamo la domanda e diciamo quanto la nostra industria non racconti la verità, ovvero che è possibile guadagnare, il 10% come il 100%, solamente lavorando come Stakhanov e sopportando un rischio che è sempre commisurato al rendimento che stiamo ricercando. La soluzione del dilemma, suggeriva Mariani, sta nella differenza enorme tra il numero di coloro che si avvicinano al trading on line e il numero di coloro che ci campano vendendo servizi di brokeraggio e/o newsletter e il numero di coloro che campano facendo trading (Mariani li stimava in meno di 200 in Italia).

La riposta di Mariani è parziale nel senso che per chi fa trading sistematico overnight (ed il caso di Ed Seykota nella sua mitica intervista nei Market Wizards vale per tutti) è costretto a leggere libri, scriverli, incontrare persone, frequentare corsi, anzi potrebbe addirittura andare a lavorare come portinaio in comune perché non gli serve a niente stare davanti al computer. O meglio, gli consiglierei di frequentare gratuitamente tutti i corsi di econometria, statistica destrittiva ed inferenziale, teoria dei giochi, ricerca operativa di una facoltà di economia. Almeno impegna il suo tempo in maniera proficua. E in questa situazione ci sono diverse migliaia di italiani che strappolano con la borsa a tempo perso e con risultati spesso altalenanti anche se positivi.

Seppure riformulato, il dibattito sul dilemma delle illusioni rimane intatto. Borsi sostiene che la tendenza è quella di illudere le persone non tanto vendendo fumo quanto rappresentando in maniera errata la difficoltà di guadagnare soldi in Borsa. Effettivamente, e questo non mi ricordo chi lo ha detto, se si promettessero lacrime, sudore e sangue e non facili guadagni l'industria del trading on line si ingolferebbe e nessuno riuscirebbe più ad adescare nuovi clienti. L'articolo di Hamburger Hill, pubblicato verso il 2000, quando era tutto facile, suscitò critiche adirate da parte di tutti i player dell'industria e soprattutto di gran parte di quegli 800 abbonati tutti finiti a fare terra da pignatte. Mi ricordo che un sito che di solito non è mai carino nei nostri confronti propose e ripropose il mio articolo commentandolo acidamente "ecco come trattano i loro lettori", "è uno scandalo", e via andare con carinerie di questo tipo. Poi dopo il 2001 e soprattutto adesso quell'articolo è diventato un pezzo forte di Lombard, anzi la sua bandiera, tanto che l'ho dovuto inserire tra le FAQ per evitare che continuamente me lo richiedessero come un trofeo. Sicuramente è stato l'articolo prima più criticato di Lombard e poi più osannato, dopo ovviamente che tutti quelli che lo aveva criticato avevano lasciato le mutande nel parterre.

Del resto basta scorrere il sito della Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per vedere qualche caso di scuola (CLICCA QUI PER UN ESEMPIO) e per rendersi conto di come si fa a vendere le illusioni (E CLICCA QUI PER UN ALTRO ESEMPIO RELATIVO AI TRADING SYSTEMS). Non tanto perché quei rendimenti siano impossibili, ma è sulla facilità nel raggiungerli che occorrerebbe porre l'accento, come ricorda Borsi.

Il povero Tomasini servitore di sette padroni ha invece ricordato durante l'incontro come nel nostro settore l'onestà non paghi perché in effetti c'è una DOMANDA DI ILLUSIONI  a cui se non si risponde non si vende. Il problema sotto il profilo morale è come adeguarsi a questo andazzo, anche se il problema riguarda solo quelli che come il sottoscritto fanno gli imprenditori all'interno del settore, e quindi non vale la pena tediare i lettori. Debbo dire che il mio socio Strinati ha risolto draconianamente il problema: mentre era in viaggio per raggiungere un noto evento del settore ha improvvisamente invertito la direzione della macchina ed è tornato a casa sua.

Lenin direbbe che ha votato con i piedi.

 

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