Sara' che per deformazione personale,avendo sempre seguito soltanto azioni ed obbligazioni a scarso,scarsissimo rischio,ho sempre visto con pessimismo gli eccessi. E non ci siamo mai lanciati sulle colonne della mia rubrica del lombardreport.com in oltre un decennio di attivita' in acquisti su titoli sopravvalutati.
Ma l'attuale euforia su Wall Street e sulle borse internazionali mi lascia perplesso,in attesa che le societa' dimostrino,conti alla mano,di essere tornate estremamente redditizie.
Un rialzo causato dalla sola liquidita'-come l'attuale,con una massa monetaria quasi raddoppiata in un biennio ed alla disperata ricerca di investimenti-mi lascia perplesso. E come sanno gli amici che mi seguono preferisco da un anno puntare su quelle azioni agricole o quei metalli preziosi che non sono alla canna del gas,come molte societa' quotate, ed alla disperata ricerca di aiuti statali.
Il nostro motto è sempre stato,seguendo il consiglio del Direttore, "prima non prenderle".E non le abbiamo prese in piu' un decennio proprio rifuggendo dai temi speculativi che prima o poi lasciano tutti, anche chi se crede espertissimo,con il cerino in mano.
Tiutto questo per ricordare che Graham Summers di OmniSans Research ha pubblicato un importante articolo.Graham Summers ha facilmente calcolato il rapporto p/e sull'indice S&P 500 americano,tenendo conto degli utili denunciati dalle societa' che includono le svalutazioni. Il rapporto è di 140. MAI nella storia borsistica si è lavorato con tali parametri.Sappiamo che è una situazione eccezionale,probabilmente irripetibile,ma un ritorno alla realta' è necessario per molti incalliti rialzisti. Stiano pure al rialzo,seguendo quanto detta l'analisi tecnica,ma sappiano che le quotazioni sono molto molto tese.
E quando la media a breve buchera' al ribasso quella a medio termine e frotte di terrorizzati speculatori si getteranno a vendere tutti insieme non dicano che non sapevano che stavano trattando l 'indice azionario sulla base di un rapporto di 140, piu' di tre volte superiore ai rapporti che esistevano ai tempi della famigerata bolla tecnologica.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)