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L'odontotecnico Coppola alla scalata della Borsa


Stavo rileggendo il magistrale ?Il risparmio tradito? (edizioni di cortina, 2001) di Beppe Scienza, dove il nostro maltratta i giornalisti economici italiani fino a creare uno stupidario de Il Sole 24 Ore, quando ho letto due articoli da storia del giornalismo, uno è l'editoriale di Paolo Panerai sul Milano Finanza adesso in edicola e l'altro è un articolo su l'Espresso (sempre in edicola) che ripercorrono tutte le tappe dell'ascesa di Danilo Coppola, uno degli immobiliaristi che stanno sconvolgendo gli assetti proprietari della Borsa italiana. E' stato come leggere il codice penale e contemporaneamente vedere qualcuno che commette un reato. Da dove vengono le fortune di Coppola si chiede l'Espresso ? Lui che è un odontotecnico laziale fino a pochi anni fa squattrinato ? Il gioco è semplice: una banca (Popolare Lodi) presta a me i soldi per comprare gli immobili dell'Enel, io la vendo a te con una plusvalenza mostruosa, e tu la vendi a un terzo sempre con altre plusvalenze da capogiro. Sia io che te ed il terzo e qualsiasi altro che si voglia aggiungere all'allegro giochetto accumuliamo plusvalenze succulente. Se hai un banchiere (leggi Popolare Lodi) che ti appoggia, ovvero che ti dà i soldi veri quando ne hai bisogno, tu sei un gran signore perché 1) hai una società con un patrimonio netto ingrassato da plusvalenze finte ma comunque teoricamente solvibile 2) se hai bisogno di soldi ?veri? hai qualcuno che te li presta. L'unico inconveniente è che chi te li presta te li presta perché hai un patrimonio netto bello grasso e un altro inconveniente, il principale, è che non sono soldi suoi ma dei risparmiatori che festeggiano l'approvazione del bilancio della Lodi a pane, salame e bonarda (eccola lì l'italianità delle banche italiane, se ci fossero stati gli olandesi che cosa avrebbero offerto, salmone affumicato e birra ?). Vale la pena di spendere qualche euro e comprare i due articoli de quo. Se invece volete rimanere sereni, allora limitatevi a questo editoriale.

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