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INFLAZIONE, DEFLAZIONE, STAGFLAZIONE


Piano Bar di Virginio Frigieri

Inflazione, Deflazione, e Stagflazione

 

 

Bollato ormai come catastrofista doc, tanto che alcuni quando mi incrociano alla macchinetta del caffè… si toccano…, apro la stagione autunnale con un argomento di cui nessuno (ma proprio nessuno né di maggioranza né di opposizione) vuol sentire parlare. Parleremo quindi di inflazione, deflazione e… brrrr di STAGFLAZIONE!…

 

Chi legge i miei articoli, sa che non amo le sofisticate elucubrazioni, teorico/accademiche, che lascio volentieri agli economisti professionisti. Quindi abbiamo pazienza i puristi, ma a costo di esemplificare anche molto, mi piace farmi capire dalle persone comuni.

 

A parte i più giovani di noi, quasi tutti sanno cos'è l'inflazione, non fosse altro per aver convissuto molti anni con un'inflazione a due cifre.

 

Alla fine degli anni Settanta con un inflazione che galoppava oltre il 15% e che avrebbe superato il 20% nei primissimi anni  Ottanta,  moltissimi Italiani corsero ad indebitarsi per comprare la casa accendendo mutui. All'epoca c'era ancora la scala mobile, che se non recuperava mai pienamente l'inflazione, comunque, faceva se non altro mantenere il potere di acquisto dei salari abbastanza vicino al costo della vita. Se un appartamento costava 50 milioni di vecchie lire, potevi star tranquillo che l'anno dopo ne sarebbe costato quasi sessanta e poi settanta e così via… In un regime del genere anche se i mutui della casa oscillavano tra il 20 e il 22% conveniva ugualmente indebitarsi, non fosse altro perché già dopo tre anni che avevi acceso il mutuo, il valore dell'appartamento acquistato sarebbe stato di un 50-60% più alto. Non solo ma l'importo stesso della rata anche se ti aumentava dal 20 al 21 o dal 21 al 22% dopo tre anni non era più un problema perché anche il tuo stipendio nel frattempo era cresciuto per effetto delle scala mobile, meno del 60% di inflazione reale, ma comunque di un buon 45% sì.

In realtà se oggi l'inflazione dovesse tornare a quei livelli con gli stipendi della gente fermi al palo visto che la scala mobile non c'è più, ci sarebbe da suicidarsi.

Poi a parte l'esempio della casa, che va un po' per conto suo, l'inflazione alta non è mai stata un bene. Le aziende rallentano gli investimenti e vanno piano ad indebitarsi per rinnovare un impianto o uno stabilimento in regime di tassi alti, e nel tempo rispetto ad concorrente che non vive la tua situazione tu perdi competitività, e quote di mercato.

Tuttavia se l'inflazione resta contenuta e sotto controllo, sappiamo invece che per l'economia è ?il sale nella minestra?…

Quindi l'inflazione non va bene quando è eccessiva, mentre va benissimo quando resta contenuta in pochi punti percentuali.

 

In Giappone dagli anni Novanta hanno invece vissuto un esperienza opposta alla nostra…

A furia  di far scendere i tassi, il costo del denaro si è praticamente azzerato. Questo ha spinto un sacco di avventurieri, e ?imprenditori? di bassa lega ad indebitarsi con una facilità enorme… (?se non ne approfitto ora che mi danno i soldi per niente, quando lo faccio?? questo semplificando il ragionamento di fondo…) Peccato che in molti casi ci si è indebitati per imprese faraoniche che poi alla prova dei fatti si sono rivelati dei grandi bluff e questa gente non è più stata in grado, nonostante i tassi di interesse praticamente a zero di rimborsare il capitale alle banche…

Il sistema bancario è stato così messo sotto pressione, tanto che si è dovuti intervenire a più riprese con interventi governativi per evitare la banca rotta di autentici colossi nel panorama finanziario internazionale… Parallelamente, la crisi economica, ha portato a una compressione dei consumi, tanto che i prezzi hanno iniziato a calare. E' successo quindi che il signor Hascimoto, di cui devo aver fatto un articolo negli anni passati, si è ritrovato a sessant'anni suonati ad avere ancora parecchie rate del mutuo della casa da pagare (mutuo acceso quando i tassi erano già bassi (7-8%) ma che rispetto ai tassi correnti erano diventati stratosferici) per una casa che all'epoca del mutuo valeva 100 e che alle soglie del 2000 per effetto della deflazione valeva 65-70. A meno di cinque anni dalla pensione il signor Hascimoto era giustamente molto preoccupato per il suo futuro…

Va notato come in generale, un regime deflazionistico, innesca anche a livello psicologico una spirale negativa. Se un azienda ha un impianto da rinnovare, coi tassi a zero dovrebbe essere invogliata a farlo, però se l'impianto con qualche piccolo intervento di manutenzione può tirare avanti un altro anno, beh allora ci pensiamo l'anno prossimo anche perché se oggi costa 100 è probabile che tra un anno costi solo 95… naturalmente sto semplificando molto, ma è solo per far capire che aria tira in un regime deflativo.

 

Se dopo pochi mesi dalla partenza dell'euro con in consumi in brusca frenata, molti potevano pensare che il sistema stesse scivolando verso un regime deflattivo (…quanti dicevano… qua si fa la fine del Giappone…), oggi con l'impennata del petrolio in particolare, ma di tutte le materie prime in generale, si va verso una situazione, se possibile, ancora peggiore.

 

Semplificando, sempre per far capire a tutti, tutto ciò che la Cina compra sta salendo di prezzo (petrolio, acciaio, alluminio etc)… e tutto ciò che la Cina vende cala di prezzo.

 

Morale della favola: nonostante l'economia europea sia ferma al palo da tre anni, i prezzi continuano a salire ed il potere di acquisto delle famiglie a diminuire…

 

Questo mette palesemente in crisi la teoria di Keynes.

Nella visione di Keynes, la disoccupazione  è causata da un insufficiente livello della domanda aggregata. Al contrario l'inflazione è giustificata solamente quando il mercato raggiunge il pieno impiego. Solo allora l'eccesso della domanda aggregata, rispetto all'offerta (che ha raggiunto il massimo livello in termini reali), non potendo riversarsi sulla quantità reale (già al massimo), si riversa sui prezzi determinandone un incremento e quindi un aumento del PIL nominale (dei prezzi, non delle quantità).

 

La teoria di Keynes non può quindi spiegare quello che sta accadendo, in quanto non ammette la presenza contemporanea di disoccupazione ed inflazione. Per Keynes una situazione di disoccupazione è incompatibile con  prezzi in aumento mentre al contrario è ammissibile quando i prezzi diminuiscono per effetto della recessione.

 

Di questo tuttavia, gli economisti si erano già accorti negli anni Settanta, tant'è che in quel periodo la maggioranza di loro ha abbandonato una teoria che non riusciva più a spiegare l'economia, in presenza di fenomeni tipici delle economie occidentali come appunto la STAGFLAZIONE, ovvero la presenza contemporanea di stagnazione (o recessione, e quindi disoccupazione dei lavoratori) ed inflazione; da allora si sono formate diverse scuole di pensiero (macroeconomisti classici, i monetaristi, ed i teorici delle aspettative razionali). Senza entrare ora nel dettaglio dei tre gruppi citati, alla fine della fiera, il risultato che conta è che mentre come raccontavo all'inizio dell'articolo, alla fine degli anni settanta/inizio anni ottanta, nonostante l'alta inflazione, e l'alto costo del denaro, tanta gente è comunque riuscita a comprarsi la casa, adesso succede che chi ha acceso mutui alla fine degli anni Novanta, oltre ad aver pagato cifre stratosferiche ed irrealistiche il suo immobile, ora dopo pochi anni, si trova pur in presenza di bassi tassi di interesse, in seria difficoltà a pagare la rata, perché ormai andare a fare la spesa, è diventato come andare in Boutique a comprarsi roba firmata!. Si noti poi che non si tratta di gente avventuriera che aveva fatto male i propri conti, o come si dice in gergo ?il passo più lungo della gamba?.. I conti se li erano fatti benissimo: d'accordo che avevano allungato il mutuo a trent'anni quando magari una volta lo si faceva di 15, d'accordo che anziché prendere a mutuo il 50% del valore dell'immobile se lo sono presi al 70 o anche all'80%, d'accordo tutto…, ma sta di fatto che fino all'avvento dell'euro, con le loro entrate, in amate lirette, la rata riuscivano a pagarla, mentre oggi, guarda caso, non ce la fanno più. L'unico errore che hanno fatto questi disgraziati è di aver voluto inseguire i prezzi a tutti i costi perché tanto se non ti prendi il mattone, non si sa più dove mettere i soldi…

Ora finchè queste cose le dice Frigieri, sul Lombard Report, chissè ne frega,  tanto lo sanno tutti che quello lì è matto come un cavallo…

 

La cosa cambia ?leggermente?, quando le stesse cose le dice l'Amministratore Delegato della Banca Popolare dell'Emilia…

 

In un intervista a Guido Leoni , Amministratore Delegato del gruppo BPER , apparso sulla Gazzetta di Modena pochi gironi fa, lo stesso Leoni rilascia dichiarazioni certamente non tranquillizzanti… ?Ci sono settori produttivi fermi al palo. Gli imprenditori non investono e quando lo fanno, le imprese si indebitano per far fronte alla gestione corrente. Preoccupante…? ed ancora alla replica del giornalista che ribatteva ?Se non stanno bene le imprese, figuriamoci le famiglie, col costo della vita impazzito?… risposta di Leoni: ?Le basti questo: il denaro fresco non esiste! In pochi anni è sparita la capacità da parte degli stessi modenesi, dunque di una realtà trainante in Italia e in Europa, di creare risparmio. E quello che si crea si stenta ad investire. In più c'è un clima internazionale pessimo. Come si fa ad essere ottimisti in questo periodo? Nella quotidianità le famiglie spendono le prime due settimane , poi arrivano tiratissime negli ultimi giorni del mese. Ce lo dicono le rilevazioni POS, pago bancomat, carte di credito: da tre anni è così e la capacità di spendere è cresciuta di poche frazioni di euro…?

 

Ma non è finita, anzi il bello viene adesso… ?non sono preoccupato solo per la stagnazione dei consumi e per i pochi investimenti delle imprese. Quel che mi preoccupa, perché potrebbe finire per coinvolgere tantissime famiglie e risparmiatori è il boom del mercato immobiliare. E i segnali che qualcosa scricchiola le posso garantire che non mancano..? e prosegue chiarendo :

?L'offerta di immobili è altissima. Basta prendere un qualsiasi giornale per vederlo. Pagine su pagine di annunci. Con i terreni che hanno raggiunto prezzi altrettanto alti. Quello che mi domando, come cittadino qualunque, prima che responsabile di un grande Gruppo bancario, è come sia possibile una simile offerta, se poi la natalità è così bassa.. Per chi saranno questi alloggi? Tutte queste case? Hanno tutti le disponibilità economiche per acquistarli? (Ndr: se non sai nemmeno tu, stiamo freschi…) I segnali ci dicono che il mercato è in frenata, resistono gli alloggi di piccole metrature. Ci sono imprenditori edili che si sono esposti, facendo passi forse troppo lunghi, ammaliati dal mercato, ed ora sono in difficoltà.(.Ndr: ma che bello!  in un paese dove se il costruttore fallisce entro due anni da quando hai comprato la casa, te ne devi andare e molte volte te la perdi…). Poi c'è l'aspetto più importante: quello delle tante famiglie che hanno inseguito i prezzi ed hanno sottoscritto mutui a lunga scadenza. Se fino a qualche anno fa la sottoscrizione mediamente era riferita a mutui con scadenza decennale e quindicinale, oggi la gran parte è sui 20-30 anni. Ma la tendenza futura sarà per un rialzo dei tassi e allora un ritocco di uno, due punti percentuali, potrebbe incidere pesantemente sulla disponibilità delle famiglie a far fronte agli impegni presi…Si sono molto preoccupato per quella che, come altri, considero una ?bolla immobiliare??.

 

Possibile che se è preoccupato lui, noi correntisti dobbiamo stare tranquilli, in attesa di ?Aregentina 2 la vendetta??…

Come già consigliato in articoli precedenti, se hai 100 euro di liquidità, portane a casa 50 e nascondili… coi tempi che corrono meglio non fidarsi di nessuno , men che meno delle banche.

Se hai contanti , farai poco ma qualcosa fai sempre, con un appartamento che nessuno riesce a comprarti, … i mattoni sono ancora indigesti per il nostro stomaco…, e l'Argentina insegna.

 

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