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Il giornalismo finanziario ed il paese delle banane


L'Italia è un paese normale si chiedeva quel tale un po' di tempo fa ? No, l'Italia NON è un paese normale. E' il paese delle banane e dei bananieri. Per questo fa piacere leggere il numero di Milano Finanza oggi in edicola con un editoriale dell'Innominabile particolarmente feroce contro l'immobiliarista ("Immobiliarista" ?) Coppola che insieme a Fiorani di Popolare Lodi, Caltagirone e Ricucci stanno cercando di contendere Antonveneta agli olandesi. A dire il vero il direttore di Milano Finanza già da tempo immemorabile combatte la sua battaglia ogni volta che può contro questi parvenu della finanza, Ricucci e Coppola, con una punta di veleno contro il primo che è anche il fidanzato di Anna Falchi. Ma andiamo con ordine e vediamo come quella che sembra una lezione di giornalismo, anzi quella che è una lezione di giornalismo, in realtà ha tanti punti dal sapore dolciastro dell'Italietta di cui parlavamo prima. Ebbene, il Coppola scorazza nella finanza italiana già da diverso tempo. E già da diverso tempo il direttore di Milano Finanza lo prende di mira. Ad un certo punto Coppola si picca dell'attenzione del patron di Milano Finanza e pubblica una intera pagina su Milano Finanza con una lettera aperta in cui sostanzialmente dice che lui è un bravo imprenditore, non ha niente da nascondere, il suo gruppo è sano ed invita tutti ad investigare su di lui. La prima cosa che uno qualsiasi di voi pensa è che una mossa come questa la si fa solamente se si sa di avere la coscienza pulita. O se si sa che tanto nessuno poi investigherà, aggiungo io. Ma il direttore di Milano Finanza, invitato a nozze dal diretto interessato, subito scatena di suoi bravi giornalisti e salta fuori un articolo da incorniciare con cui viene dimostrato che il nostro Coppola praticamente fonda il suo miliardario impero sul vuoto. E rimane la stessa domanda da cui il direttore di Milano Finanza è partito: da dove ha preso i soldi ?

Ma io che di queste cose non capisco niente mi permetto di fare due domande:

1) perché Coppola è stato così improvvido da lanciare il guanto di sfida urlando a tutti e soprattutto a Milano Finanza "indagate pure su di me" ?

2) ma soprattutto perché per indagare su Coppola abbiamo dovuto aspettare che lui stesso lo invocasse pubblicamente ?

Morale: una interpretazione che a me piace potrebbe essere quella che Coppola, che sicuramente è uomo di mondo più di me e più di chiunque altro, conoscendo la stampa italiana, abbia provato, messo alle strette, a bluffare, della serie tanto nessuno indaga mai e quindi se io offro il collo pubblicamente nessuno si azzarda a tagliarmelo. Gli è andata male perché ha sbagliato indirizzo e si è trovato davanti il direttore di Milano Finanza. Ma se lo ha fatto deve aver agito a ragion veduta. E questo vi dà il polso di come funzioni il grande baraccone della informazione finanziaria. Ma forse questo lo avevate già capito da soli senza il mio modestissimo aiuto.

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