La crisi greca non è finita con i sospirati aiuti concessi dalla Germania. Dopo la Grecia verrà il Portogallo, poi la Spagna, e poi chissà chi. Il problema della Grecia non è un problema di illiquidità o di default, è un problema di virtù e di vizi. Sarebbe come prestare soldi su soldi ad uno che li spende al night club nella speranza che un giorno si redima. Vi assicuro che più i soldi in tasca più costui con accanimento frequenterebbe night club. Lo stesso è per la Grecia. L'indice italiano Ftse All Share è in una chiara situazione di congestione con tre massimi pressoché allineati nell'area 24.000 ? 25.000 e una altra serie di minimi allineati lungo la quota 22.000 e 21.000. In caso di superamento al ribasso di 21.000 abbiamo il forte supporto di 18.000 dato dal minimo relativo del luglio 2009. E' ragionevole presupporre che durante il periodo tradizionale di oscillazione laterale e ribasso dei mesi estivi, almeno da maggio a luglio, il mercato non trovi la forza né di scendere al di sotto di 21.000, per poi precipitare a 18.000, né di rimbalzare violentemente. La crisi Greca e dei paesi indebitati della Unione Monetaria potrebbe fornire degli spunti di ritracciamento ulteriore, ma l'economia USA corre e molto probabilmente anche quella europea dalla fine dell'estate si rimetterà in carreggiata. Quindi diciamo che le probabilità di entrare al rialzo su titoli di piccola e media capitalizzazione (che performano meglio rispetto a quelli a grande capitalizzazione) acquistati subito dopo un qualche sciacquone potrebbe essere una tentazione allettante. Un segnale affidabile di forza relativa è proprio vedere come si comportano le azioni durante questi ribassi generalizzati: i campioni della crescita futura saranno quei titoli che durante il ribasso hanno resistito meglio, segno che qualcuno dagli occhi aguzzi ha provveduto a sostenerli con acquisti mirati quando tutti vendevano in preda al panico.