Per trovare un periodo di pace in Europa di 60 anni (con l'esclusione di Srebreniza e Vucovar) occorre andare indietro nel tempo qualche secolo. La pace è stato il dono maggiore dell'integrazione europea, ma ormai il ricordo della guerra è stato rimosso, i reduci sono perlopiù morti e i figli non ricordano. Questo è un sito per trader e quindi lasciamo da parte i facili entusiasmi pacifisti: una guerra costa una enormità in termini economici. Se guardo alla storia della mia famiglia la prima guerra mondiale è stata un danno incalcolabile: di 5 fratelli 1 morto in battaglia, un reduce che mai più si integrato nella vita quotidiana per gravi problemi di salute che lo hanno portato a morte precoce, un alto reduce con problemi di salute permanenti. E per tutti 5 anni di vita buttata al vento. La seconda guerra mondiale, oltre al suo corollario di morte, anche peggio: la casa dei Tomasini bombardata e rasa al suolo, affitti da pagare, la valigia per molti. Mio padre diceva spesso che la guerra gli aveva portato via metà vita anche se erano solo 5 anni, gli aveva impedito di prendere il diploma da geometra in maniera umana costringendolo dopo la guerra agli studi da privatista, alla pratica a Genova, insomma un incubo. Ma di queste cose nella mia famiglia me le ricordo solo io. Penso che in media a tutti gli altri se gli venisse posta brutalmente la domanda: Europa si, Europa no, che cosa ha portato l'integrazione europea, tutti avrebbero delle difficoltà a rispondere con convinzione nonostante il grado di istruzione superiore alla media.
E' la ruota della storia questa che gira e non si ferma mai, una ruota che tu vedi girare e non vale la pena opporcisi. "Quando non ci sarà più l'euro torneremo alla lira oppure sarà meglio adottare il dollaro ?" stuzzica gli studenti un mio collega. Ed ha ragione: è bene imparare a ragionare su "cosa succede se" perché tanto alla fine prima o poi succede. E' in quel prima o poi che la gente si perde. Parlavo con un ricercatore universitario che mi provocava: anche negli anni '80 e 90' si parlava del crack dello stato, della fine delle pensioni, degli stipendi pubblici. Ed invece … Ed invece, gli ho risposto io, vai tu a fare la spesa al supermercato oggi, cocchino, e pensa che ti va grassa che hai un figlio e non 2 come penso sarebbe naturale se non 3, e che a tutti devi assicurare la istruzione che non costa più come ai nostri tempi. Oggi per mandare un bambino all'asilo ci vuole il mutuo. Silenzio. De facto con l'incremento dei prezzi che c'è stato la monetizzazione del debito è già iniziata. Ma forse non se ne è accorto nessuno: tasso di interesse nominale, tasso di interesse reale, se l'ISTAT sbaglia tutto come fai tu, cocchino, a farei tuoi giochini con le obbligazioni ? Per piacere vai in un supermercato … o a iscrivere all'asilo i tuoi figli.
I francesi avevano di fronte la scelta: passare da una Europa intesa solo come grande mercato senza barriere ad una europa grande mercato senza barriere ma soggetto politico. E spaventati più dal mercato che dal soggetto politico hanno detto di no. Vogliono ancora la loro Francia dei privilegi, dell'assistenza a tutti a gratis, delle corporazioni, del loro sistema di protezioni sociali, delle certezze che per la verità in un mondo che è globale non saranno più certezze. Se la prendono per il settore tessile senza capire che ormai non c'è più scampo: chiudersi dentro i loro sacri confini non serve a niente, i cinesi entrano dalla finestra. Per combatterli ci può essere solo Europa e quindi la questione se avere più o meno Europa non sta in piedi perché oltre all'Europa tertium non datur. L'Europa, svanito il ricordo della guerra, rimane il parafulmini di tutto ciò che non va e nemmeno ci si ricorda che se il debito / Pil Italiano è al 106% e non al 120% è proprio perché abbiamo rubato in termini di disavanzo al netto degli interessi la credibilità della Germania. Rubato perché ovviamente poi dopo l'integrazione monetaria abbiamo fatto di tutto ma non abbiamo tagliato niente in maniera veramente efficace. Le nostre amministrazioni pubbliche continuano ad organizzare le mostre di quadri, per intenderci, e gli uffici cultura piuttosto che quelli stampa straboccano di "professionisti" che si occupano di cose inutili. Sono andato al mercato due giorni fa e metà dei banchi sono in mano ai cinesi. ll mio comune si occupa di concerti giovanili e la comunità cinese locale si ingoia il commercio al minuto. Nessun razzismo, per carità. In quella occasione ho comprato solo magliette a 3 euro per mio figlio sui banchi cinesi. Ma la sproporzione culturale tra chi sfrutta il lavoro dei bambini, entra illegalmente in un paese straniero, gestisce una propria comunità al di fuori di leggi ed ordinamenti (come ricordava Frigieri) è assolutamente enorme. E noi ci facciamo la figura degli idioti. L'unica ricetta per uscire dalle secche in cui ci siamo arenati è avere più Europa.
Ma penso che in fin dei conti ora nessuno percepisca nemmeno più il rischio politico. E questo nel medio – lungo periodo è devastante. L'Europa va avanti con il trattato di Nizza, ma in situazioni di crisi strutturale come questa i mesi corrispondono agli anni e gli anni corrispondono ai decenni. Occorreva ed occorre una risposta secca e decisa alle sfide della globalizzazione. I francesi, e con l'effetto domino sicuramente anche tutti gli altri popoli che seguono dagli olandesi ai danesi, hanno avuto il merito di rinviare alle calende greche problemi che ormai già oggi sono maturi. Il nostro destino è quello di marcire dentro questi problemi. E non potremo dire che non ce lo saremo meritati. Compitino per la settimana entrante: calcolare il danno complessivo alla propria famiglia sotto il profilo economico della prima o seconda guerra mondiale. Ma ve lo ricordate ?