A pagina 13 del quotidiano di oggi troviamo un articolo-guida a firma di Nicola Borzi in merito ai pronti contro termine e alla poderosa ?rinascita? di questi strumenti.
Utilizzati da moltissimi risparmiatori per mettersi al riparo dalle continue sciacquate sui mercati, presentano tuttavia anch'essi, in questo periodo molto delicato, potenziali rischi da non sottovalutare.
E questa volta l'articolo in parola non nasconde le possibili insidie che si celano dietro questi contratti apparentemente innocui.
In questi giorni sono molte le mail che ricevo da parte di abbonati e risparmiatori preoccupati per le sorti dei loro capitali, perciò prendendo spunto dall'articolo sui PCT, approfitto di questo spazio nel tentativo di fugare almeno qualche timore, nella speranza di non annoiare nessuno.
Conti Correnti: Garantiti fino a 103.000,00 Euro per intestatario. Cioè, in caso di conto contestato a due soggetti, la garanzia è di 206.000,00 Euro. Se uno dei soggetti ha più conti nella stessa banca ogni conto concorre sulla sua ?testa? sino al raggiungimento dei 103.000,00 Euro. Se ho conti in più banche, ogni banca garantisce 103.000,00 Euro.
ATTENZIONE: la garanzia è fornita dal Fondo Interbarcario, ma la somma che in caso di default della banca viene riconosciuta in tempi certi (entro tre mesi) al correntista è di 20.000,00 Euro. La parte restante sarà comunque interamente riconosciuta, ma i tempi di recupero dipenderanno dalla procedura concorsuale.
Titoli di Stato: in caso di default della banca, i titoli di Stato non ne risentono minimamente. Il debitore è lo Stato, e la proprietà dei titoli è del titolare del conto titoli su cui sono depositati. Pertanto sarà sufficiente trasferire i titoli dematerializzati (depositati al Monte Titoli) presso un altro intermediario.
Azioni: idem come sopra, a meno che non siano azioni della banca che è fallita.
Obbligazioni CV e corporate: l'importante è che non siano state emesse dalla banca andata in default. Se p.es. fallisce la banca XYZ e io le obbligazioni della HKG, vale lo stesso discorso fatto sopra. Conservo la proprietà dei titoli e li sposto presso un altro intermediario.
Fondi comuni e ETF: sono attivi al di fuori del patrimonio della banca, per cui vale lo stesso discorso dei punti precedenti. Conservo pro-quota la proprietà dei titoli contenuti nel fondo comune o nell'ETF. Ovviamente vale anche per le SICAV.
Pronti/termine: dipende dal sottostante con cui la banca lo ha costruito. Il p/t rappresenta uno degli strumenti di raccolta per le banche, che così si finanziano a tassi più convenienti rispetto all'interbancario. I p/t dovrebbero avere come sottostante titoli di Stato con scadenza entro i 6 mesi, ma purtroppo le nostre care banche da tempo ci ficcano dentro le loro emissioni, per cui in questo caso c'è il rischio che se la banca salta, salta anche il mio p/t. Nel caso invece di sottostante governativo, vale quanto già detto sopra.
Per cui: bene i titoli governativi, bene i bond di aziende (al momento) solide, bene le piccole giacenze in conto corrente, e bene i p/t con sottostante titoli di Stato.
m.gotta@fastwebnet.it