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ETF&Obbligazioni: Fondi pensione in affanno


Leggevo ieri sul Sole 24 Ore che i fondi pensione si sono difesi e anche bene, perché hanno perso solo il 3,4% (in media) dall'inizio dell'anno. La Covip esulta perché, a detta sua, la crisi ha avuto un impatto limitato e la strategia di gestione funziona. Magari ne riparliamo tra qualche giorno, quando le quotazioni dei titoli rispecchieranno i crolli di questi ultimi giorni… e vediamo se c'è ancora da gioire così tanto.

Ora però, a gran voce si chiede il ?salvagente liquidità? per i fondi pensione, cioè la possibilità di derogare alle regole generali di gestione, aumentando significativamente la soglia del 20% in strumenti di liquidità, prevalentemente pronti/termine. Autorizzazione concessa, ma a due condizioni: la decisione del fondo di incrementare la liquidità deve essere motivata da esigenze specifiche con delibera del Cda, e la manovra non potrà comunque durare più di sei mesi.

Se non si trattasse di una marea di soldi destinati ad integrare una pensione statale non più sufficiente, ci sarebbe da mettersi a ridere. Purtroppo però quest'altra pagliacciata presenterà ai sottoscrittori dei fondi pensione un conto molto salato. Non ci vuole un genio per capire che prima che un Cda si riunisca, motivi, deliberi ci passa almeno qualche giorno, diciamo due. Poi bisogna liquidare gli asset da parcheggiare in liquidità, e sono altri tre-quattro giorni, se non di più. E siamo a sei giorni. Di questi tempi in sei giorni si possono prendere (anzi le abbiamo prese…) delle legnate da -20%.

E poi, se i mercati continuano a crollare? Magari si scende per otto mesi ancora, per cui finito il periodo franco dei sei mesi… via la liquidità, ripristinare le percentuali come da contratto di gestione.

Non so voi, ma per come la vedo io (e non è una novità) un fondo pensione non può permettersi né di rischiare di far diminuire il valore del patrimonio, né tantomeno essere costretto da cavilli e lacci nella gestione del patrimonio stesso. Soprattutto in situazioni come questa, in cui la cosa più saggia da fare è quella di starsene belli tranquilli con il portafoglio equamente distribuito in obbligazioni governative, a breve scadenza, dei principali stati europei. Ma per fare questo era necessario liquidare per tempo le componenti potenzialmente rischiose, ed era quindi necessario un altro Cda, un'altra motivazione…

Chi può riprenda il controllo dei propri soldi e dei propri investimenti: difficilmente avrà a pentirsene.

 

m.gotta@fastwebnet.it

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