Siamo apparsi regolarmente su:

ETF&Bond: Con gli ETC è d?obbligo molta cautela


Gentili abbonati, inizia oggi la mia collaborazione con LombardReport, dopo una lunga militanza nel TopTrader Magazine, ove continuerò a proporre articoli su Metastock e non solo.

Per quanto forse scontato, ritengo doveroso ringraziare il Direttore Emilio Tomasini che mi ha coinvolto in questa nuova avventura, così come tutti i lettori del TopTrader Magazine i quali dimostrando apprezzamento per i miei scritti hanno gettato le basi affinchè ciò accadesse.

 

Con questo articolo prende avvio una nuova rubrica dedicata agli investimenti in ETF e all'investimento obbligazionario, nonché al trading di posizione con gli ETC.

Per quanto riguarda gli ETF, ormai esageratamente abbondanti in numero sul nostro listino a scapito della qualità, si devono individuare quelli realmente utili ed efficienti che meritano di essere inseriti in un portafoglio, eliminando quindi quelli costruiti dalle istituzioni finanziarie solo per cavalcare il buon momento che questi strumenti stanno vivendo. Per gli ETC è necessario fare la stessa cosa, poiché anche all'interno di questo comparto si possono nascondere strumenti pericolosamente inefficienti.

In merito alle obbligazioni cercherò di segnalare opportunità di investimento, analizzando e confrontando rischi e rendimenti di titoli apparentemente simili, con l'intento di spuntare qualcosa in più rispetto ad un portafoglio costituito da soli BoT, CCT e Btp.

Il trait d'union di questi argomenti sarà inoltre il confronto fra gli strumenti efficienti e le inefficienze del risparmio gestito, gli esempi di ostruzionismo delle banche nella negoziazione dei titoli obbligazionari più interessanti e i casi di mala informazione o mala consulenza in tema di risparmi e investimenti.

 

Bene, iniziamo dunque con un argomento di grande attualità: l'investimento o il trading di posizione sulle materie prime.

Fino a non molto tempo fa, questo era possibile solo attraverso i Certificates poiché il segmento di Borsa Italiana degli ETF (oggi ETF Plus), non comprendeva strumenti come gli ETC (Exchange Trade Commodity) la cui filosofia è quella di replicare l'andamento di una materia prima. I Certificates in molti casi si sono rivelati altamente inefficienti, poiché assolutamente illiquidi, con market maker che quotano con spread bid-ask al limite della decenza, con una replica del sottostante molto stentata e, a volte, anche da salate commissioni di gestione nascoste nelle pieghe dei voluminosi prospetti informativi. Ricordo in particolare un certificato di ABN sull'indice RICI, scaduto ad ottobre scorso, su cui gravava una commissione di gestione non meglio specificata pari al 2,5% annuo.

E' quindi normale che l'introduzione degli ETC abbia fatto gridare al miracolo, poiché finalmente si poteva prendere posizione sulle commodity con strumenti efficienti e a basso costo. In linea di principio ciò è vero, tuttavia anche in questo caso non siamo completamente al riparo dalle brutte sorprese; infatti a seconda della natura del sottostante che l'ETC intende replicare (p.es. un future, un indice sintetico o la materia prima fisica) le cose cambiano, e anche di parecchio. Approfondiremo meglio questo importante aspetto in un prossimo intervento, ma ora limitiamoci a tracciare alcuni confini per capire dove si può andare a parare.

Supponiamo per esempio di voler investire sull'oro: bene, a Piazza Affari troviamo ben 3 ETC con sottostante tale materia prima. Saranno tutti uguali? Certamente no, e fra i tre è bene scegliere quello più aderente all'andamento del sottostante se non vogliamo trovarci nella spiacevole situazione di veder salire le quotazioni dell'oro e invece scendere il valore del nostro investimento. Si tenga inoltre conto del fatto che le commodity sono quotate in USD, per cui noi europei dobbiamo pure sobbarcarci il rischio di cambio, essendo gli ETC quotati ovviamente in euro.

Dei 3 ETC quotati sull'oro, ne abbiamo due con sottostante la materia prima fisica, mentre l'ultimo ha come sottostante un indice sintetico denominato DJ AIG Gold Sub Index, che è un indice che riflette il prezzo dei future sull'oro negoziati presso il COMEX. Cioè, è una sintesi dei vari future quotati, non il future vero e proprio, per intenderci il contratto con scadenza febbraio 2008 (GC G8, che è quello attualmente più trattato).

Va da se che questo ETC potrebbe avere più difficoltà nell'essere aderente alle quotazioni della materia prima fisica, e pertanto potrebbe essere preferibile rivolgere le nostre attenzioni ad uno degli altri due. Infatti come vedremo se già abbiamo sensibili differenze tra un ETC indicizzato alla materia prima fisica ed un ETC indicizzato al future della stessa materia prima, capite benissimo che con un indice artificiale, calcolato chissà in che modo, ci possano essere differenze anche pesanti.

Inoltre non secondaria è la questione della liquidità dello strumento ETC, poiché ove il market maker e lo specialist hanno ? per così dire ? carta bianca, le differenze di performance tra sottostante e ?clone? aumentano vistosamente. Prova ne sia che sul nostro listino sono da tempo quotati i cloni degli indici settoriali dell'Eurostoxx 600, che sarebbero una vera manna per la diversificazione del portafoglio; pur tuttavia, sono talmente il liquidi (per ora) che è quasi impossibile trattarli.

Comparando i grafici dei sottostanti con quelli degli ETC, e avendo bene in mente quanto detto sin qui, si scoprono cose davvero interessanti, e non da ultimo è possibile individuare gli strumenti più efficienti da inserire in portafoglio. Ed è proprio ciò che faremo già a partire dal prossimo articolo.

 

m.gotta@fastwebnet.it

Non accontentarti solo degli articoli Free!

Registrati gratuitamente e avrai accesso senza limitazioni ai servizi premium per 7 giorni!