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ELENA LEONELLI HA SALUTATO LA BANDIERA


La Sig.ra Elena Leonelli ha salutato la bandiera di LombardReport.com.

 

Per questo oggi voglio ringraziare a nome mio, del mio socio Ascanio Strinati, di tutti i redattori Lombard e di tutti i collaboratori Top Trader Magazine e soprattutto a nome di tutte le migliaia dei nostri lettori la Sig.ra Elena Leonelli, che dopo 6 anni sul pezzo in casa Lombard ha deciso di cambiare lavoro. E non gliene possiamo certo fare un torto, 6 anni in una gabbia di matti come quella del TOL sono lunghi.

 

Posso solo aggiungere, a livello personale, che non sentire più alle 14.30 i suoi passi salire le scale dell'ufficio mi dà un senso di smarrimento profondo, come se mancasse un punto di riferimento. ?Elenaaaaaa … ?, un grido che per me era una liberazione, uno sfogo, una richiesta di aiuto. O quel ?LombardReport buongiorno !? che Elena urlava squillante al telefono come la sentinella di notte grida i suoi scioglilingua.

 

E' molto triste spendere 6 anni della propria vita con una collaboratrice come Elena e poi vederla partire. E' il destino delle imprese artigiane, dove l'uomo conta molto, si spende un sacco a renderlo partecipe della vita aziendale, ma poi, se il dipendente è giovane, come non dargli torto di voler fare due passi anche nel giardino del vicino di casa ? Se io fossi stato in Elena sarei durato molto meno in Lombard. Non perché si sta male, anzi, in Lombard non esiste il cartellino, nel bene e nel male si va a spanne, così, sulla fiducia. Ma perché Lombard è sì Tomasini e Strinati ma soprattutto quei 100 anzi 1000 nomi che stanno là in quella zona geografica senza confini che si chiama cyberspazio. E che non si traducono mai in realtà, o se lo fanno è talmente raro che si perde ogni speranza nella tangibilità del lavoro. E' tutto diafano, rumoroso e stressante come un lavoro vero ma sideralmente lontano.

 

La nostra Elena la fiducia ha saputo meritarsela. Anzi, spesso e volentieri me l'ha infusa lei, la fiducia.

 

Voglio ringraziarla quindi per aver fatto finta di credere in me quando forse nemmeno io ci credevo.

 

Voglio ringraziarla, ancora, per aver contribuito con intelligenza al lavoro aziendale, senza tirarsi mai indietro, spesso proponendo piuttosto che subendo passivamente la mia direzione.

 

E voglio infine ringraziarla, e non è da poco, per aver dato prova di un profondo attaccamento in generale alla sua famiglia ed al nonno in particolare in momenti tragici. Cosa questa, e posso assicurarlo, che per la sua generazione è una rarità che merita un elogio sincero. E lavorare al fianco di persone attaccate alla famiglia è uno sprone a fare meglio come nessun altro.

 

Auguriamo ad Elena ogni felicità, non tanto nel lavoro, che è sì importante, ma è e deve sempre rimanere un accessorio, ma nella vita, che spesso e volentieri, e lo dice uno che purtroppo non ci riesce, è quella che inizia quando si finisce di lavorare.

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