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DOPO L'EURO ALL'ITALIA CONVERRA' TORNARE ALLA LIRA OPPURE AL DOLLARO USA ?


Per la prima volta su MF di ieri, se non mi sbaglio visto che i giornali li leggo tutti ma anche con settimane di ritardo, Contrarian, il sale di MF quotidiano, ha scritto una cosa che io sempre penso e mai scrivo. E siccome qualcuno più luminoso di me mi ha aperto la strada, tolto il rischio di passare per matto, apro anch'io la bocca e do la stura alle mie perplessità.

Premetto che io sono un europeista convinto, non tanto per il mio incarico di docente di Economia dell'Integrazione Europea, quanto perché ho più fiducia, e molta, in un poliziotto tedesco, in un borgomastro austriaco, in un industriale olandese, in un giudice finlandese che nei loro colleghi italiani. Quindi l'Europa, pur con i suoi tentennamenti, i suoi avanti ed indietro, le sue assurdità burocratiche, è una manna: porta competizione, apre le frontiere, scardina le dogane, muove le persone, abbassa i prezzi, allarga i consumi, amplia i mercati.

Ma come dice Contrarian tutte le unioni monetarie prima o poi sono crollate, come i sistemi monetari basati sui cambi fissi. E l'euro dimostra già la sua età per i differenziali di inflazione che stanno portando alla crisi il sistema monetario europeo, con l'aggravante della fiera competizione che proviene dall'Asia. Abbiamo già scritto qualche mese fa che l'Institute of International Economics ha calcolato nel febbraio 2005 che, prendendo come base il 1999, anno di avvio dell'Euro, ed utilizzando come parametri di base i movimenti del costo del lavoro e dei prezzi, l'euro in Germania si è apprezzato del 4% rispetto al dollaro Usa e quello in Francia del 9% mentre quelli di Italia e Irlanda sono cresciuti del 17% (dicesi 17% diciassette per cento). Se poi si considera all'interno dell'area europea l'euro italiano si è apprezzato del 20% rispetto a quello tedesco e di oltre il 15% rispetto a quello francese. La ragione ? Il cambio effettivo tiene conto dell'incremento dei prezzi dei costi di produzione, che sono il lavoro dipendente, i trasporti, i costi dei servizi della pubblica amministrazione e la sua efficienza, il peso fiscale, etc. E se i prezzi in Italia crescono de facto di più che in Germania, ma il cambio nominale è fisso o siamo in una situazione di integrazione monetaria (non cambia nulla rispetto all'ipotesi di cambio fisso), allora significa che l'euro "italiano" si apprezza sull'euro "tedesco".

Ma in una unione monetaria cosa significa che i prezzi in Italia crescono più di quelli della Germania e degli altri paesi ? Facciamo un esempio: a Milano un cappuccino costa un euro, a Francoforte costa un euro pure. Se in Italia i prezzi raddoppiano da un anno all'altro, significa che il Signor Rossi invece di guadagnare 1000 euro ne guadagna 2000, il cappuccino costa 2 euro, e lui sempre gli stessi 1000 cappuccini di prima può consumare. Ma il consumatore tedesco no: ora il consumatore tedesco di cappuccini con 1 euro ne compra mezzo, l'Italia per lui è cara dell'anno precedente. De facto l'euro italiano si sta rivalutanto su quello tedesco.

E così guarda caso proprio oggi il Sole 24 Ore ci comunica che la bilancia commerciale con la Germania è in profondo rosso dal 1996 ad oggi con un disavanzo mostruoso. E ieri il Sole 24 Ore sempre ci comunicava che non solo la bilancia commerciale con la Germania è in profondo rosso ma tutto il saldo delle partite correnti dell'Italia con il resto del mondo è in profondo rosso, cosa che per un paese come l'Italia vocato all'export è un segnale pericolosissimo. Morale: i prezzi in Italia crescono più di quello che ci segnala l'Istat, i prodotti italiani non sono più competitivi, le spiagge si svuotano (il 2004 è stato un annus horribilis per il turismo, -30%, sostituzione di Italia con Bulgaria e Turchia da parte delle MittelEuropa, costa meno e sono belle uguale) e il Belpaese va in malora.

Sto rimpiangendo i tempi delle svalutazioni competitive che trasferivano profitti a favore dell'impresa e a danno dei salariati ? No, proprio no. Sto solo prendendo atto che questo paese sta finendo male, molto male, e che una unione monetaria che non riesce a realizzare in tempi brevi anche un unico mercato dove le forze della competizione riescano ad abbassare i prezzi in tutti i paesi rischia di diventare una bomba ad orologeria.

Un mio collega docente di economia internazionale usa chiedere agli studenti: secondo voi dopo l'euro all'Italia converrà adottare di nuovo la lira oppure il dollaro USA ? Gli studenti pensano che sia una provocazione. Lui invece fa sul serio.

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