DENTISTI, NOTAI, FARMACISTI: E' GUERRA


Caro direttore

volevo solo specificare quanto detto dal sig. dentista abitante in un paesino di 6000 anime dove ci sono un notaio, una farmacia e 5 dentisti.

Premetto che non sono farmacista, ma vivo intorno a questa categoria e mi permetto e mi meraviglio che, nonostante il Sig. dentista abbia uno zio farmacista, possa dire queste cose.

Il caro dentista, ipotizzando che sia uno dei pochi che regolarmente rilascia fattura o ricevuta, (non entro in merito ma sappiamo), dovrebbe andare dal titolare della farmacia del suo paesino e chiedergli, visto che sicuramente si conosceranno, quanto fattura all'anno.

Dopo aver chiesto questa cosa dovrebbe chiedere, sempre al farmacista,  perché forse non lo sa, dopo quanto tempo gli vengono restituiti i soldi che anticipa allo Stato italiano per i farmaci (mutue), e soprattutto chiedergli qual è la percentuale di guadagno sul farmaco.

Poi, forse, bisognerebbe ancora specificare che il prezzo dei medicinali (e questo sicuramente il sig. dentista non lo sa, ma si può sempre informare), che i farmaci della fascia A e C viene fissata dallo Stato italiano, mentre i SOP e gli OTC, (farmaci da banco o per intenderci quelli che dovrebbero andare al supermercato), sono stabiliti  dalle industrie farmaceutiche,(notare che su tutte le confezioni cè sempre scritto il prezzo dalla casa produttrice).

Inoltre la farmacia è l'unico servizio distribuito capillarmente su tutto il territorio nazionale più dei carabinieri, più dei supermercati e sicuramente più dei dentisti, infatti, il buon dentista non aprirebbe mai uno studio in un paese di poche centinai di abitanti. Le farmacie rurali sono presenti anche lì.

Chiediamo cortesemente al Sig. dentista dove viene portato dalle industrie farmaceutiche a fare i convegni-vacanza. La cosa la possiamo chiedere anche ai suoi colleghi medici. Non voglio ricordare gli scandali dei latti per bambini, i quali trovano giustificazione del prezzo alto solo nei soldi che le industrie devono dare ai pediatri per prescriverli e non ai farmacisti per venderli. Non entro in merito alla prescrizione da parte dei Sig.ri dentisti di colluttori e dentrifici.

Il Sig. dentista quando avrà un figlio, se già non cè l'ha, non sarà libero di lasciargli lo studio già avviato con un folta schiera di pazienti indipendentemente dalle capacità del figlio?

I signori titolari di farmacia garantivano fino al decreto Storace un prezzo uguale dal nord al sud dell'Italia.

Invece una cura canalare varia non solo da nord a sud, ma da quartiere a quartiere, ma soprattutto se con fattura o no.

Concludo dicendo che sicuramente le liberalizzazioni sono una cosa buona ma andrebbero fatte senza distruggere ciò che di buono cè e, prima di parlare e sentenziare bisognerebbe avere l'umiltà di conoscere e informarsi sui lavori degli altri.

A.S.

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Caro lettori, cari farmacisti, dentisti e notai,

perché conoscendo i miei lettori so che tra breve non si trattiene più il lettore notaio, e ne abbiamo parecchi tra i nostri aficionados. Le liberalizzazioni sono una bella cosa ma spesso vanno a toccare interess di tante persone in maniera a volte disordinata e non equa che le polemiche possono continuare all'infinito. Che effettivamente le farmacie eseguano una specie di servizio pubblico essendo presenti capillarmente su tutto il territorio questo è assolutamente vero e deve essere tenuto in debita considerazione. Ma ovviamente è facile generalizzare ed iniziare scontri gli uni contro gli altri armati.

E poi si andrebbe anche a pescare tra i giornalisti, categoria alla quale io appartengo, che gode di privilegi difficilmente giustificabili e soprattutto che è retta da un ordinamento che definire "corporativo fascista" è solo raccontare un fatto oggettivo e storico. Quindi sono pronto a dare spazio anche ai "poveri"notai scippati dei passaggi di proprietà delle automobili ma per cortesia, dopo la pronta risposta del lettore a favore degli altrettanto "poveri" farmacisti, non scendiamo in una guerra tra professioni.

Mi permetto un'ultima cosa: provate a prospettare ad una madre il matrimonio della figliola illibata con un dentista, farmacista, notaio e vedrete come i suoi occhi si illumineranno di immenso.

Provate poi a prospettarle un matrimonio con uno strano soggetto che lavora da casa, si fa la barba raramente ed ha un sito internet dove si parla di Borsa ma anche lui ci opera. Però nessuno sa come e con quali risultati.

E vedrete come gli occhi della mamma sprofonderanno nella più totale delusione.

Datemi retta, cari farmacisti, dentisti e notai, che nessuno di voi farebbe cambio con altri mestieri. Mentre io cederei il mio sito per uno studio da notaio domani mattina. Ma anche una piccola farmacia di campagna non mi dispiacerebbe e se poi fosse uno studio da dentista … beh prima dovrei vedere le assistenti alla poltrona … ma anche questo affare si potrebbe fare.

Cordialmente a tutti

Etom

 

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