DECINE DI LIBRI IN UN ARTICOLO


Cari lettori,

fermo restando l'articolo del direttore vorrei puntualizzare alcuni concetti.

 

I segnali dei trading system vengono generati dal software Tradestation 2000i di Omega Research. Ogni ordine viene inviato al cosiddetto ?tracking center?, finestra che riassume gli ordini attivi, le posizioni aperte, gli ordini cancellati e gli allarmi.

Dal tracking center di Tradestation al sito il passaggio viene effettuato tramite un software, realizzato ad hoc da un programmatore, che preleva i segnali e li ricopia su una pagina html.

Esistono quindi due componenti che inviano gli ordini ai lettori: 1) Tradestation, 2) l'interfaccia.

I problemi di trasmissione possono quindi essere legati a ciascuno di questi due software individualmente (ma bisognerebbe considerare anche la variabile hardware).

Analizziamo ciò che mi compete: Tradestation. Si tratta del software considerato migliore sulla piazza per la progettazione di sistemi automatici. È il più diffuso tra i professionisti e quello su cui si è sviluppata la più ampia letteratura. Purtroppo però si tratta di un software oramai superato, pieno di bug ed estremamente delicato. Il bug più frequente e fastidioso è quello dei trades mancati. Aprendo il workspace dopo una seduta di lavoro può capitare di ritrovarsi un trades fatto il giorno prima dal trading systems ma su cui, in real time non era scattata la finestra di allarme.

Le magagne non sono mai state mascherate, anzi le ho descritte spesso in svariati articoli e nei seminari ho espresso l'opinione che Tradestation 2000i è un binario morto. Io conosco solo tre persone che sono riuscite ad aggirare efficacemente parte di questi bug (soluzione che comporterebbe ordini a mercato non replicabili però su un report) ma che comunque esprimono i miei stessi giudizi, uno di questi collabora con me dall'aprile scorso e con lui sto facendo comparazioni con software alternativi di concezione più moderna (eSignal, Multicharts per primi. Sul primo ho già svolto anche un importante lavoro di automatizzazione). Non mi risulta che molte altre persone stiano occupando buona parte delle proprie giornate ad imparare a programmare in un linguaggio sconosciuto convertendo il lavoro di anni da un software all'altro in un contesto in cui da un lato la principale sim italiana lancia una piattaforma definita rivoluzionaria in ritardo di 5-6 anni rispetto agli standard Usa ed in cui dall'altro lato buona parte dei trader si preoccupa solo di trovare il titolo bomba per la seduta successiva un po' come si cerca di azzeccare i numeri al lotto.

 

E con questo passiamo a trattare l'argomento drawdown. Purtroppo come ho scritto altre volte il trading on line è un settore in cui, dati alla mano, in pochi sopravvivono a distanza di anni sul mercato e guadagnano con una discreta regolarità, eppure quasi tutti credono di saperla più lunga… Invece non occorre mai sedersi sugli allori e peccare in presunzione, il trading è un'attività imprenditoriale, bisogna dedicare tantissimo tempo alla ricerca investendo in tecnologia e nondimeno al confronto con metodologie diverse dalla propria. A dimostrazione di ciò nel 2004 insieme ad alcuni colleghi, al costo di 2.900 $, ho acquistato un trading system di un trader americano classificato come uno dei migliori sistemi sui derivati al fine di fare comparazione e trovare nuovi spunti operativi. Dopo aver programmato il codice (il pacchetto conteneva solo le istruzioni per realizzarlo) ho realizzato un portafoglio così composto:

 

·         Bund,

·         T-Bond,

·         Eurostoxx,

·         SP500,

·         Nasdaq,

·         Euro-dollaro,

·         Mini Russell.

 

Avevo scartato Dax30 e Fib su cui il sistema perdeva soldi. Realizzato il test di portafoglio l'ho mostrato ai miei colleghi e ricordo ancora le espressioni colorite del direttore Tomasini e il severo giudizio di un altro trader all'indirizzo dell'autore del sistema!

Il trading system si trovava infatti nel suo peggior drawdown con una lunga striscia di trades in perdita mai verificatasi prima e l'impressione non poteva essere che quella di un sistema iperotimizzato nei parametri, che una volta commercializzato e messo a girare in real time, aveva inevitabilmente iniziato a perdere soldi (alterando i parametri infatti il sistema funziona molto peggio).

Inoltre il trading system non ha stop loss, il rischio non è mai tenuto sotto controllo, ha delle escursioni avverse spaventose e non è piacevole pensare di trovarsi in una situazione già verificatasi più volte di due o più Eurostoxx50 in posizione long, perdita potenziale di 2500 ? a contratto e nessuno stop loss in macchina. Insomma il sistema sembrava bello sulla carta ma non era replicabile se non con grandi rischi.

A queste condizioni, e nell'impossibilità di progettare un risk management che non peggiorasse i risultati, tutti i colleghi hanno bollato la strategia come una bufala e mi risulta la abbiano cestinata. Io invece, dato che il sistema era abbastanza robusto, ne ho mantenuto il workspace a solo scopo di studio statistico. Ebbene dopo 9 mesi, a dicembre 2004 il trading system è uscito dal suo peggior drawdown ed ha iniziato il 2006 con un nuovo picco dell'equity.

Quanti trader che hanno acquistato lo stesso trading system pensate che lo abbiano tradato con soldi veri??

Io credo nessuno.

Questo esempio serve per ribadire questi concetti:

 

tutti focalizzano l'attenzione del trading sugli ingressi, pochi sulle uscite, quasi nessuno sul money management. Tutti parlano dell'importanza di trovare un metodo, ma avere un metodo robusto è condizione necessaria ma non sufficiente per guadagnare in borsa. Il metodo deve sempre mantenere il rischio entro parametri determinati ed il trader deve essere in grado di stimare con ragionevole certezza fino a che punto seguire il sistema, che deve presentare un'operatività compatibile con la propria propensione al rischio.

Non esiste alcun metodo esente da drawdown (se non nei migliori cataloghi del mago Do Nascimento). Esistono sistemi che funzionano meglio in certe situazioni di mercato e sistemi che vanno peggio, alcuni che riescono a rispettare i parametri, altri, in condizioni limite, no e si è costretti a dismetterli ma occorre sempre e comunque un'adeguata capitalizzazione per:

 

·         differenziare il rischio,

·         regolarizzare l'equity globale di portafoglio (puntando su un cavallo solo si rischia di sbagliare cavallo…nell'esempio precedente sul T-Bond la strategia è ancora in drawdown da maggio 2004),

·         riuscire a sopportare i drawdown su uno o più mercati (che devono avere un basso impatto sull'intero capitale disponibile).

 

Purtroppo spesso osservo una notevole pigrizia nei lettori che pongono domande su aspetti tecnici che vengono descritti nelle dispense, sintomo che non tutti fanno lo sforzo di leggersele. Molti fanno l'errore di operare sottocapitalizzati (questo aspetto è stato ribadito più volte anche privatamente). C'è tra gli attuali abbonati qualcuno che è stato abbonato prima dell'estate ed ha ripreso a seguire il report negli ultimi due mesi, ma questo non forse l'esatto contrario della sistematicità? Consiglio ai lettori cui fosse sfuggito o con la memoria corta di rileggersi la dispensa sull'intervento all'Itf 2004 e 2005 (si scarica free alla voce biblioteca) e di porsi la domanda scritta nelle prime 10 slides.

Molti lettori hanno fretta di iniziare ad operare con soldi veri e non ascoltano il consiglio di mantenere basse aspettative. A tal proposito è curioso osservare ad esempio che l'autore di uno degli interventi più sarcastici sul forum, nel 2004, a seguito di una striscia vincente sull'azionario, oltre ad entusiastici commenti arrivò ad invitarmi a cena nell'eventualità fossi capitato dalle sue parti. Gli risposi che anche se è in momenti così il morale è alto (io non faccio eccezione) è preferibile non entusiasmarsi troppo perché purtroppo sarebbero arrivati anche tempi meno felici. Ciò a conferma che nelle fasi avverse è difficile mantenersi obiettivi e giudici imparziali. Ma in fondo questo aspetto è umano ed entro certi limiti comprensibile.

 

 

Curva di portafoglio del trading system descritto nell'articolo con evidenziato il peggior drawdown (sia in termini economici che durata) coinciso con la sua divulgazione.

(articolo di Sandro Mancini)

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