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Davaite posnakomiza, minià savud Emilio


Questo è il racconto di un imprenditore, o meglio di un trader imprenditore. Voglio parlare del mercato del trading on line. Che non c'entra niente con la direzione della Borsa, con il FIB e con AEM ma che tutto sommato ha un senso, se inquadrato nella logica di Bertoldo per cui dopo il bello viene il brutto e dopo il brutto viene il bello. La domanda è: verrà il bello ? E se verrà sarà un bello più bello del bello all'estero oppure sarà un bellino o peggio un bruttino ?

Il Pil dell'Italia nel 2000 è cresciuto del 3 ,  dell'1,8 nel 2001, dello 0,4% nel 2002, dello 0,3% nel 2003. E io mi ricordo gli effetti di una crescita del Pil del 2-3% sui conti Lombard, così come ho ben presente l'assedio della recessione con il pattuglione dei 200 abbonati Lombard che difendono il fortino. Anche se sono un piccolo imprenditore avverto sulla mia azienda il passaggio della crisi ed il bacio della espansione. E se faccio qualche calcolo posso dire che il minimo non l'abbiamo ancora visto, nel senso che ogni  mese è sempre peggio per il settore del trading on line. Ci sono aziende come quella leader in Italia nel trading on line che pubblicamente hanno annunciato di voler concentrarsi sull'e-banking (sottintendendo che qui di trippa per gatti non ce n'è più), ci sono altre sim che si stanno allegramente maciullando con le trading room, desolatamente vuote in tutta Italia se non a Genova. Come se una caratteristica locale fosse possibile trasformarla nel nuovo business model del secondo millennio. ?Venga da noi, nella nostra trading room, che ci sono trader che guadagnano anche 500.000 euro all'anno? racconta uno di questi ad un top trader di nostra conoscenza che gli risponde sornione di non esserne all'altezza. La verità è che quella trading room è sempre e comunque vuota ed il marketing dell'azienda consiste nell'organizzare cene di appassionati di borsa, nel segno del trading gastronomico più sfrenato. Tutti i lettori potranno comunque testimoniare che il modello di business del ?trading gastronomico? è di proprietà di Emilio Tomasini. ?Il problema delle sim è che ce ne sono ancora troppe?, racconta BIG BOY, che le segrete vicende le sa tutte, ?e che se ne deve andare via ancora una grossa e qualche piccola perché le altre possano riprendere a respirare, non dico guadagnare ma respirare?. E ormai tutti sanno chi sarà il prossimo cadavere: dead man walking, morto che cammina. E la cosa incredibile è che nella nave che affonda tutti fanno finta di niente, arroganti come sempre, al limite dell'insolenza. Hanno praticamente perso, il rubinetto dei soldini sta sgocciolando, eppure continuano a comportarsi come se fossero i primi della classe, ad annunciare iniziative che sono perdenti nella loro concezione e che non vedranno nemmeno la luce. ?Quando un imprenditore è disperato ? raccontava il mio vecchio, industriale ceramico, nel lontano 1976 durante la crisi petrolifera ? arriva a fare pazzie, ed ora che il settore crolla ? eravamo nel corso della crisi petrolifera ? se ne vedono di tutti i colori, sembrano animali fuori di senno, urlano, pregano, piangono, ridono. Queste cose bisognerebbe ricordarsele durante i boom economici, allora uno potrebbe veramente capire come funziona l'economia?. Mi vengono in mente queste parole del mio vecchio quando vedo questo settore sbriciolarsi giorno dopo giorno. E vedo i player del mercato comportarsi in un modo che è al limite dell'incredibile. Vedo gente tuffarsi in iniziative che sfiorano il ridicolo, altri imitare pedissequamente quelli che loro credono essere i leader del mercato, altri ancora scimmiottare dei perdenti che non hanno ancora ammesso di essere fuori dalla giostra. Insomma, una bolgia dantesca di persone che stanno sprofondando e nello scivolare via lentamente verso il nulla si aggrappano disperatamente ad ogni appiglio che gli capita intorno, per poi trascinarlo con loro verso il nulla.

?A crazy world? mi annuncia ridente in procinto di andare a Mosca l'editore di Traders, mensile di analisi tecnica leader in Europa con 50.000 copie vendute, sempre in viaggio per l'Europa come una trottola. E mi racconta che in Russia fino al febbraio di quest'anno era vietato aprire conti on line all'estero (ma il 20% dei conti on line in Germania viene dall'Est Europa …) ma l'anno scorso alla prima edizione della fiera di Mosca sul trading on line c'erano 1600 visitatori. Insomma, non si poteva fare trading on line ma c'erano 1600 persone che si accalcavano alla fiera del trading on line. E l'anno scorso Borsa Italiana, una Borsa che per insipienza ed inefficienza merita solo di scomparire tra i flutti, contava 2000 visitatori alla sua fiera del trading on line. ?Big money? tuona l'editore di Traders quando pensa alla edizione in lingua russa della sua rivista.  Ma la Russia cresce dell'8% all'anno e non dello 0,3%, anzi dello 0% come l'Italia, si dice, nel 2004. Il mondo gira in fretta ed è facile perdere la bussola. Ed i lettori, che sono traders e che sottoscrivono un quotidiano di Borsa, si chiederanno che cosa cavolo c'azzecca tutto questo sproloquio con la Borsa italiana, con che cosa comprare e che cosa vendere. C'azzecca, c'azzecca. Quando verificheranno che Ebiscom non va da nessuna parte, STM è morta, ed il FIB lo seppelliscono domani pensino che tutto ciò è normale in un processo di ?marginalizzazione? (bella questa parolina, vero ?) della economia italiana che è solo cominciato e deve ancora accelerare. E si ricordino che non è vero che fare trading sul FIB è lo stesso che fare trading sul DAX, tutto all'estero è più difficile perché gli strumenti sono più liquidi ed efficienti. Se su 55 milioni di italiani c'è un Mariani, su 80 milioni di tedeschi di Mariani ce n'è 1,7, pronti a farti secco appena digiti sul mouse.

Per fortuna c'è Alina, signora cinquantenne di San Damaso, che per una modica cifra mi fa lezione di russo. Davaite posnakomiza, minià savud Emilio … presentiamoci, io mi chiamo Emilio.

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