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CRACK ! LO SCIACQUONE INTERNAZIONALE


Gli Stati Uniti d'America nel corso dell'ultimo quarto di secolo hanno vissuto due recessioni economiche (si intende per recessione la variazione negativa per due trimestri consecutivi del PIL Usa), poca roba rispetto alla media degli altri paesi. Entrambe queste recessioni sono state brevi e poco gravi, ma la recessione che ormai tutti danno per scontata e che incombe sul nostro presente rischia di essere la prima vera recessione degli ultimi 25 anni, ovvero la prima vera recessione che quelli della mia generazione ricordano con un po' di senno (io mi ricordo vagamente la recessione del 1976 dovuta alla crisi petrolifera perché mio padre era un industriale ceramico ed il settore ceramico fu devastato dalla recessione che ne conseguì).

 

Il settore immobiliare USA è al centro di una crisi che si avvia ad essere come la maggiore dal 1970 ad oggi. Si aggiunga  che l'inflazione, spinta dal prezzo dell'energia e dei beni alimentari, sta rialzando la testa, che i creditori, anche quelli buoni, fanno sempre piu' fatica ad ottenere credito dalle banche, che il mercato del lavoro USA non tira piu', e ci si accorge subito che se i consumatori USA (e quelli europei) aveva scollinato senza troppi dolori le precedenti recessioni questa volta dovranno soffrire parecchio.

 

La recessione del 2001 è durata 8 mesi, il Pil si è contratto dello 0,4%, ovvero niente, ma la spesa per consumi ha solamente rallentato ma non ha avuto una variazione negativa. Bisogna quindi andare alla crisi del 1991 per trovare un Pil che scende dell'1,3% e una spesa per consumi anch'essa con variazione negativa. Ecco, forse questa recessione del 1991 sarà una miglior guida per quello che dobbiamo attenderci.

L'economista Carmen Reinhart  della University of Maryland e l'economista Kenneth Rogoff della Harvard University in un recente paper sostengono che la crisi attualmente in gestazione si candida come una delle altre 5 recessioni piu' catastrofiche dalla seconda guerra mondiale ad oggi.

Robert Gordon, un economista della Northwestern University dell' Illinois che è anche un membro del Comistato del National Bureau of Economic Research che determina, di solito dopo molto tempo, quando è iniziata e finite una recessione, confida che la crescita nei Bric, ovvero Brasile, russia, india, Cina, possa compensare il declino del settore immobiliare USA visto che le esportazioni USA pesano il doppio sul Pil USA del mercato immobiliare USA Ma lui stesso ritiene che questo giro di boa i consumatori soffriranno di piu', perché in ogni caso, se facciamo i conti, nelle crisi precedenti non c'era un incremento del prezzo dei beni alimentari. Come dice un broker italo ? londinese ?con quello che costa adesso la pasta a Londra i ragazzi del desk si sono messi a mangiare cinese?. E questo è molto significativo.

Oggi i mercati USA sono chiusi per il Martin Luther King Day, o almeno sono chiusi i principali contratti perché sul Globex, favoriti anche dalla illiquidità, i contratti futures degli stock index sono precipitati trascinati nell'abisso dallo scivolone giapponese e soprattutto indiano (-10%).

Sul Globex l'Euro Dollaro ha preso una batosta al ribasso (sul futures i rapporti sono il reciproco del cash e quindi significa che il dollaro si è apprezzato e l'euro deprezzato).

Bene la nostra posizione in BUND ed incredibilmente bene anche Maroc telecom su cui piazziamo lo stop profit quasi a pareggio e poi faccia quello che le pare.

Il piano di risanamento di 140 miliardi di dollari annunciato da Bush non serve a niente se non si capisce come verranno spesi, cosa che lui si è ben guardato dal fare. Questa settimana l'unica speranza per sconfiggere l'orso sono le trimestrali di qualche cagnone grosso come Apple (che dovrebbe colare di profitti) e United Technologies. Ma siccome c'è anche Bank of America a presentare il conto bisogna stare guardinghi.

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