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"Corri anche tu in banca a comprare azioni" mi diceva la figlia


E' la seconda immagine della Borsa che ho in mente. La prima fu un notaio di Modena che, andando a ritroso sui grafici e attingendo alla memoria, nel corso del grande rialzo del 1985 si  impiccò ad una grata perché si era giocato il patrimonio di famiglia andando al ribasso su una Borsa che conosceva il suo più forte rialzo, alimentato dalla creazione dei fondi di investimento ed da una liquidità pressoché inesauribile che si rovesciava sulle quotazioni. Mi viene in mente la dolcezza atterrita ma composta della figlia, una gran bella ragazza, la cui vita avrebbe portato per sempre quel segno di orrore.

Era a Torino, fine di agosto o settembre 1987, Piazza San Carlo, verso mezzogiorno di una bella giornata, quelle belle giornate che solo a Torino, grazie all'aria di tramontana, riescono a pulire tutto e danno un tono di fragranza luminosa alle cose ed alle persone. Vagavo senza meta per la città quando accosto un capannello di persone davanti ad un terminale. Tutti fissano sconsolati il monitor che rilancia fuori dalla vetrina della banca l'aggiornamento delle quotazioni. I torinesi passano, guardano, chiedono di Olivetti e scuotono la testa. C'è un signore minuto, faccia da travet con una borsa professionale di pelle che molto presumibilmente contiene il pasto e non documenti, abbigliamento dimesso. E' come inebetito davanti al monitor e fissa i prezzi che scorrono scuotendo lentamente la testa. Al suo fianco, come in un lamento soffocato, un altro signore, capelli bianchi, pancetta sudata, barba ben fatta con l'odore della lavanda piange tra sé e sé con un forte accento torinese: "Mia figlia mi diceva che ora tutti guadagnano tanto ed in fretta, tutti i padri delle sue amiche hanno investito in borsa ed ora si sono comprati chi la macchina chi la casa in montagna, solo noi eravamo rimasti fuori. Anche in ufficio tutti parlavano della Borsa, tutti guadagnavano tranne che noi, sempre a farei conti per risparmiare. Allora mi sono deciso, sono andato in banca, ho investito tutto e mi sono tolto il dente. Ed ora come farò, sono i soldi di una vita, come farò, cosa potevo fare di diverso".

Quando la Borsa ha preso la via del ribasso mi sono tornate in mente queste due immagini. Non le ho scritte subito perché in questo periodo ho lezione all'Università e faccio fatica a fare il report di mattina in quanto inizio alle 08,30. Ma mi sono venute in mente e volevo scrivervele. Questo ribasso ha l'aria di essere la spazzolata che pulisce definitivamente il mercato. Anche quelli che si erano avvicinati di nuovo alla Borsa spinti dai consistenti rialzi rispetto ai minimi (chi si ricorda quella email di quel neo lettore che protestava perché non avevamo acquistato Capitalia che aveva fatto il +100% ?) ora troveranno pane per i loro dentini da latte. Essere puliti come noi allo scoccare del momento degli orsi, andare short multiday e soprattutto iniziare a programmare short su Ebiscom e Tiscali non è da tutti (vedere titolo a fianco).

Ma questo passa il convento. Tuttavia vorrei che fosse chiara una cosa, e vi assicuro che non è facile scriverla. Questo è un mercato che sale piuttosto che scende, o almeno finché non porta via i minimi di 15.000 Mibtel, e sempre a scanso di attentati devastanti (penso a bombe sporche o ecodisastri). Gli indicatori macroeconomici stanno iniziando a puntare al bello anche in Europa, molto lentamente ed in ritardo rispetto al resto del mondo. Ma USA e Giappone ormai sono in corsa e Germania e Francia non tarderanno a risentirne positivamente. L'Italia sarà il fanalino di coda ma quando sale tutta la marea …

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