Come stiamo a petrolio ?


Piano Bar di Virginio Frigieri

Come stiamo a Petrolio?…

 

Iniziamo con questo articolo a dipanare l'argomento petrolio che sta diventando molto caldo in queste ultime settimane. Data la vastità e la complessità dell'argomento, consiglio subito a chi non l'avesse ancora fatto di leggersi il libro di Jeremy Rifkin ?Economia all'Idrogeno? dove potrà trovare sicuramente più ragguagli di quanto posso dire qua in pochi articoli. I numeri e le stime che saranno citati in questi articoli sono stati elaborati  tra il 2000 ed il 2001 ipotizzando un andamento dei consumi di un +2% all'anno sugli anni a seguire. Già oggi nel 2004 sappiamo che in questi tre anni i consumi di petrolio sono aumentati di più di queste stime per cui la realtà, nella migliore delle ipotesi, sarà anche peggio di quel che potrà sembrare su queste righe. I motivi dell'aumento di consumi sono molteplici, ma giusto per citarne un paio ricordiamo l'esplosione dei consumi in paesi come la Cina e l'India  (tutta gente che è bene non dimenticarlo, ha appena iniziato ad uscire dalla sacca della miseria… e sono in tanti e sono ancora ad anni luce dal tenore di vita che ci permettiamo noi occidentali). Un paio di estati particolarmente calde ha determinato nei paesi Europei il boom degli impianti dell'aria condizionata che consumano energia elettrica che produciamo anche in buona parte col petrolio. Fino ad alcuni anni fa ?le bollette di Luce dell'Italia? vedevano Giugno, Luglio e Agosto come mesi di respiro. Oggi con l'aria condizionata che è ormai ovunque non è più così.

Domanda: Cosa ci facciamo coi combustibili fossili ?? (leggi Petrolio, Carbone e Gas)

Risposta: Praticamente tutto. Se eliminiamo i combustibili fossili, la nostra civiltà industriale cessa di esistere un minuto dopo!!.

Tanto per rendere l'idea con un solo barile di petrolio si possono produrre:

Benzina per far viaggiare un auto di media cilindrata per 300 chilometri, gasolio per un camion per 60 chilometri, gas liquido per 12 piccole bombole da campeggio, quasi 70 chilowatt in una centrale elettrica, asfalto a sufficienza per 4 litri di catrame, quasi due chili di carbonella, cera per 170 candeline di compleanno o 27 pastelli e lubrificanti per 1 litro di olio motore.

Ho detto niente.. comunque oltre alla benzina al gasolio e al Gpl, sono oltre 100 le sostanze che si ricavano dal cosiddetto ?albero del petrolio? e che entrano quotidianamente nelle nostre case senza che ce ne rendiamo nemmeno conto.

 

I geologi concordano nell'affermare che fino al 2000 siano stati estratti circa 875 miliardi di barili di petrolio (Giga barrels of Oil) da cui la sigla Gbo che troverete spesso citata da qua in avanti.

La quasi totalità di questi 875 Gbo è stata estratta negli ultimi 140 anni che corrispondono all'era industriale.

Per poter proseguire senza ubriacarci nella selva di numeri e sigle che vedremo nel seguito, dobbiamo spiegare un altro termine usato spesso che è il ?picco della curva di estrazione?.

Allora quando pensate ad un pozzo di petrolio dovete stamparvi in testa un curva gaussiana che ha la forma di una campana che semplifico con una ?A?. Il picco della curva è rappresentato dalla sommità di questa campana e si raggiunge quando da un giacimento è stato estratto il 50% del petrolio disponibile. Sotto alla campana immaginate una curva di costi fatta a ?V?. All'inizio i costi di estrazione sono alti in quanto c'è da ammortizzare tutti i costi dell'impianto petrolifero. Man mano che la produzione entra a regime i costi scendono seguendo la parete sinistra della ?V? fino a quando la curva di estrazione non raggiunge il picco (l'apice della campana). Dopo di petrolio da estrarre ce n'è ancora altrettanto , ma ahimè non a costi bassi!!.

Per fare un esempio comprensibile, se mettete una gomma in una damigiana piena di vino e date un paio di tirate con la bocca, il vino uscirà immediatamente senza problemi e continuerà a sgorgare dalla gomma senza che facciate altri sforzi. Ma se vi entra aria nella gomma quando la damigiana è già a metà livello, vi serviranno dei polmoni di acciaio per far riprendere il vino a sgorgare dalla gomma. Bene una cosa analoga accade nei pozzi di petrolio. Una volta superato il picco, bisognerà ricorrere a sistemi di pompaggio per tirare fuori il resto , nonché ad altre trivellazioni secondarie attorno al pozzo principale, nonché ad iniezioni di acqua o gas per aumentare la pressione in fondo al giacimento…,  insomma a tutta una serie di costi aggiuntivi che fanno rendere più costoso il petrolio estratto oltre il picco della curva, con un crescendo raffigurato dalla parte destra della ?V?.

Il vero problema per ora, non è infatti disquisire se stiamo esaurendo o no il petrolio, ma se stiamo effettivamente raggiungendo il picco della produzione petrolifera!.

 

Un ultimo punto su cui si fa spesso confusione ad arte, dato gli aspetti geo-politici che ne conseguono è nella interpretazione delle ?riserve?.

I tecnici e i geologi distinguono nettamente tra ?riserve? e ?risorse?. Per riserve intendono la quantità di petrolio conosciuta, presente nei giacimenti ed estraibile  con le tecnologie attuali, in un lasso di tempo prevedibile e ad un costo ragionevole.

Le ?risorse? invece rappresentano un stima teorica della quantità totale di petrolio che potrebbe esistere in una determinata regione, inclusa quella che non può essere estratta e raffinata a condizioni vantaggiose con le tecnologie ad oggi disponibili e alle attuali condizioni di mercato.

Se non vi basta, tenete poi conto che gli esperti del settore usano una miriade di altri termini per definire le riserve, classificandole in ?attive?, ?inattive?, ?probabili?, ?possibili?, ?stimate?, ?identificate?, ?non scoperte?.

Il geologo Jean H.Laherrére ha affermato che tale proliferazione di aggettivi è una moda internazionale che serve alle nazioni e alle società energetiche per falsificare le cifre, in una sorta di contabilità geologica creativa per fini esclusivamente politici ed economici.

Quindi per capirci se il petrolio è denaro, le ?riserve? sono per così dire i risparmi depositati in una banca. Solo che si tratta di una banca sotterranea di cui non è possibile verificare la contabilità…

 

Il governo americano cita spesso l'esistenza di ?risorse? di scisti petroliferi sufficienti a produrre 2000 Gbo, dando così l'impressione di avere ampie ?riserve? per garantire l'indipendenza energetica del paese. Però da questi siti petroliferi non è ancora stata estratta una goccia di petrolio a condizioni economicamente convenienti e quindi in realtà si tratta di ?risorse? e non di ?riserve?.

 

Su circa 600 bacini individuati dai geologi, 400 sono sfruttati e 200 rimangono da esplorare, in quanto l'esplorazione stessa risulta difficile e costosa visto che sono situati in zone remote come la Groenlandia, negli abissi marini prospicienti il Brasile, nell'Africa occidentale e nel golfo del Messico.

 

Per determinare le riserve di petrolio ancora da scoprire i geologi usano il seguente metodo:

Calcolano quanto petrolio è stato estratto dai 400 bacini attualmente sfruttati calcolando in Km cubi la quantità di sedimento in cui il petrolio era contenuto. Quindi dopo aver stabilito quanto petrolio può essere estratto in un Km cubo di sedimento moltiplicano il volume di sedimento presente in ogni bacino del mondo per la resa media di petrolio per unità di sedimento.

 

Nel prossimo articolo daremo un piccolo balletto di cifre, … seguitemi…

     

(articolo di Sandro Mancini)

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