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CIAO GRANDE GIORNALISTA !


Fa scappare da ridere, lo so, ma Kapuscinski è stato per me, giornalista da quattro soldi, un punto di riferimento. L'ho iniziato a leggere quando ero ragazzino, studente del liceo e timido collaboratore de Il Resto del Carlino. La sua figura l'ho meglio inquadrata quando, adolescente, ho avuto la fortuna di conoscere un amico di mia madre Carla, Marian Wielgosz, polacco di quella fetta di Polonia che non è Russia, Bielorussia e forse nemmeno Polonia, intrisa di storia ebraica e nata sulle rotte carovaniere dell'est Europa. Aveva visto i nazisti uccidere a fucilate suo padre e sua madre, suo padre gli fece in tempo a dire "scappa nei campi, scappa" prima di finire fulminato nella stalla da una fucilata. Si arruolò nella Todt, scese in Italia a costruire la linea Gustav, scappò, attraverò il fronte e si arruolò nell'Corpo di Spedizione Polacco del Generale Anders. Sottotenente, comandante di plotone, risalì a piedi la nostra penisola fino all'aprile 1945.

Passò poi due anni nel Regno Unito in attesa del rimpatrio, ma ormai in Polonia c'erano i comunisti e lui si fece prima studente di scienze politiche, poi funzionario del ministero degli Esteri.

Conobbe per caso mia madre ad un festival internazionale della Gioventù a Varsavia e da allora furono amici sia con mia madre che con mio padre.

Riuscì a scappare con la famiglia dal paradiso socialista, a Roma trovò lavoro come segretario di redazione al GR2 quando ancora stava in via del Babbuino.

Per me lui era il mio Kapuscinski, erede di un popolo colto come quello polacco, un po' triste come il tempo della Polonia, erede di una storia che nel 1200- 1300 aveva dominato fino a Kiev ed Odessa. E come tutti i polacchi aveva quella passione per la cultura, per la storia, per i viaggi, con un desiderio di conoscenza che è innato e che il regime comunista aveva esaltato trasformando quel paese in un enorme campo di concentramento.

Da lui ho imparato il gusto per la storia, non quella delle cancellerie, ma quella della gente normale, il gusto per il dettaglio, il piacere della conoscenza.

Marian è morto come è morto Kapuscinski.

Ma il loro messaggio vive in me e in tutti coloro che li hanno consciuti.

E in tutti i lettori che vorranno leggersi Ebano di Kapuscinski o i tanti altri libri che ha scritto.

 

Per maggiori informazioni

http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/spettacoli_e_cultura/morto-kapuscinski/morto-kapuscinski/morto-kapuscinski.html

 

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