Birger, che fine ha fatto ? Sicuramente è vivo, risponde alle email, non è fallito, e presto scriverà una lettera ai suoi clienti ed ai lettori Lombard per spiegare l'accaduto. Non ha perso tutto il capitale dei clienti, mi risulta che addirittura alcuni abbiano sofferto ?solo? un drawdown del 12%, che tutto sommato ci sta. Altri hanno sofferto drawdown più importanti, ma non sapendo come sta ora il loro conto sarebbe assolutamente scorretto che io riferissi delle percentuali. Da un colloquio che ho avuto con Birger venerdì scorso mi sembra che siano stati più i problemi personali a portarlo a fare scelte importanti, come mi ha detto lui, che non ho capito quali e non voglio sapere. Posso assicurare che Birger era comunque presente in fiera a Francoforte il 2 novembre ed era sul palco. Non conoscendo il tedesco non posso leggere i forum tedeschi, non posso sapere quello che è successo. Io mio SIM mi informa comunque che tutti in Germania dicono che ha perso dei soldi anche se non certo tutti i soldi e nemmeno è fallito.
Sul forum di Top Trader Mag esplode la polemica e chi ci prende sotto è il povero Riccardi. Intervengo per replicare agli inverventi di Ghibli, Nico1, Viareggio 66 e Viareggio 67 e tanti altri che non nomino perché senno finiamo domani sera.
Penso che il mio mestiere sia quello che selezionare i trader buoni. A volte ci azzecco a volte non ci azzecco, a volte ci azzecco e i trader buoni diventano cattivi, altre volte non ci azzecco e i trader cattivi diventano buoni. Così gira la ruota. I lettori ovviamente non si lamentano quando non ci azzecco non selezionando un trader cattivo che poi diventa buono. I servizi personalizzati falliscono ? Certo, ne falliscono alcuni come quello di Birger ma si nota di più perché sono servizi distinti dal Lombard mentre se un Tomasini qualsiasi domani smette di scrivere sul Lombard ?per sopraggiunti impegni professionali? si evidenzia di meno. Un servizio personalizzato lo vedono anche i guest, mentre questi notano molto meno un collaboratore qualsiasi che scrive sulla rubrica azionario.
Fare un servizio per conto proprio ci vuole una dose enorme di perseveranza, e spesso purtroppo una capacità tecnica di gestire in team con qualcuno altro il servizio che non tutti hanno o vogliono avere. Non faccio commenti sui servizi che sono stati proposti in passato, non sarebbe carino, mi sembra però di poter dire che in assoluto sia mancata più la perseveranza che la buona fede. Poi ognuno è libero di pensarla come vuole. Se io Emilio Tomasini dovessi fare un servizio personalizzato mi rifiuterei decisamente. E questo ve la dice tutta sul rispetto che io porto per chi fa un servizio personalizzato.
Mi sembra comunque di poter dire che tutti quelli che sono passati su Lombard o sono ancora su Lombard, e tra questi mi ci metto per primo io, abbiano dato un contributo non piccolo alla comprensione dei mercati. Poi ci sono dei comportamenti del pubblico dei lettori che sono ricorrenti, anche se magari il pubblico sembra non avvedersene. Chi fa trading sistematico di solito entra subito nell'occhio del ciclone perché compie l'errore di mostrare equity line che salgono dritte nel cielo, equity lines che puntualmente non si avverano. Chi fa trading sistematico ha del dottorale, del soprannaturale, non tutti possono farlo o hanno voglia di mettersi lì a programmare, e quindi non appena uno che fa sistematico cade il ciocco che si sente è maggiore di uno che invece si limita a dire compra qui e vendi là come tutti gli altri.
Se posso parlare male di Birger, e mi riprometto di dirglielo in faccia la prossima volta che lo incontro, visto che glielo ho detto diplomaticamente a suo tempo ma non so se ha capito, è che a me non piace assolutamente in questo settore la gente arrogante. Io sono convinto che, al di là degli errori del povero Tomasini, c'è sempre un omone tutto vestito di bianco, con ghette e cappello a larghe falde, intercedere zoppicante, un lungo barbone pure lui bianco, con in mano una borsa di pelle nera tutta sdrucita come facevano i ragionieri una volta, che prima o poi busserà alla nostra porta e ci dirà ?sono il capitalismo, sono un po' in ritardo ma sono venuto qui a fare i conti?. Siccome tante volte questo omone con la borsa sdrucita è venuto da me a fare i conti e mi sono salvato, a volte bene, a volte per il rotto della cuffia, sono sempre molto comprensibile con coloro che invece, arrivato il momento di fare i conti, sono saltati. Io sono competitivo, molto, ma con garbo. E sono soprattutto, anche se non sembra, uno sportivo. E non picchio la gente in terra. Tanto ci penserà l'omone, un giorno di questi, a fare i conti con loro. E vi assicuro che quando l'omone bussa alla porta nessuno di noi vorrebbe esserci.