L'anno borsistico 2006 si è chiuso positivamente.Faremmo la firma-come scritto nella "Lettera a Babbo Natale" per potere duplicare le performance anche nel 2007.
Eppure l'anno trascorso ha confermato una tragica tradizione della borsa italiana.L'esistenza del parco buoi.
Lorsignori continuano ad imperversare intessendo operazioni che pregiudicano i diritti dei piccoli soci. Questa non è una novita'. E' nel DNA del capitalismo,che dell'etica e della morale se ne è sempre infischiato.
Ma sorprende che queste dannose operazioni architettate spesso a mente fredda nei confronti del parco buoi avvengano nel silenzio totale di quasi tutta la stampa finanziaria.Stampa,ricordiamo,che si rivolge nelle edicole strizzando l'occhio ai piccoli azionisti e che campa sulle vendite dei periodici a loro destinati.
Ma dimenticando volutamene gli sgarbi e gli sberleffi cui sono soggetti.
Ecco alcuni esempi relativi al 2006,oggetto di numerosi articoli del lombardreport.com,diventato,con il prof Beppe Scienza e poche altre emerite personalita' ,uno dei pochi tenaci difensori del parco buoi.
-gennaio 2006:in totale spregio del codice civile e della prassi seguita da praticamente tutte le societa' quotate Amga decide di non concedere ai piccoli soci Acquedotto De Ferrari il diritto di recesso relativo alle azioni di risparmio allorquando ADF muta denominazione sociale ,oggetto sociale e si fonde con altre societa'. La mossa passa volutamente sotto silenzio da parte della stampa finanziaria nonostante che la delibera impugnata dall'Avv.Dario Trevisan,a nome di centinaia di soci dissenzienti-abbia validissime ragioni per essere accolta dal Tribunale di Genova,ove è attualmente in esame.Lo stesso Avv.Trevisa è decisamente ottimista.
Amga nel frattempo si fonde con AEM-To divententando Iride.Capitalizza 1800 milioni. Ma preferisce aprire un duro contenzioso piuttosto che pagare subito l'irrisorio prezzo di recesso ai piccoli soci.Piccoli soci che,ironia della sorte,sono spesso clienti di Amga esendo in massima parte genovesi.Tutto questo -ripetiamo-senza che un organo di stampa riporti l'evolversi delle decisioni del Tribunale .E che nessuno ricordi il contenuto dell'art. 2437 del c.c. sul Diritto di Recesso.
Che lorsignori,padroni della stampa finanziaria,temano di perdere pubblicita' riportando le critiche degli avvocati nei confronti di un noto inserzionista ? A pensare male spesso ….
-aprile 2006.Il Temex sospende "provvisoriamente" le trattative. Duecentomila soci si sono trovati senza la possibilita' di scambiare i loro titoli. Diamo atto a Borsa e Finanza di avere parlato piu' volte di questa vergogna.Gli altri quotidiani tacciono o sprecano poche righe. La Consob naturalmente non puo' intervenire,ma ci si augurava che potesse effettuare una opera di moral suasion nei confronti delle controllanti(Unipol per Aurora, Banca Pop.Emilia Romagna per tutte le numerose banche controllate quotate sul Temex) per spostare la quotazione su Expandi,luogo destinato alle negoziazioni di titoli a discreta diffusione e ben piu' prestigioso.E non ci si dica che erano titoli speculativi ! Controllati da colossi come Unipol e BPER seguivano le istruzioni per la compilazione dei bilanci della casa-madre.C'erano -e ci sono-200.000 azionisti in ballo.
Ma stampa ed istituzioni se ne sono infischiati.
-maggio 2006. Saras si quota in borsa con un forte battage pubblicitario. Ora quota il 33% in meno. Buchi colossali nei portafogli dei piccoli soci.Mercato delle IPO in crisi per 4/6 mesi. Menefreghismo degli emittenti che non effettuano buy-back sociali(se le hanno classate a 6euro non meritano di essere ricomperate a 5euro o a 4,5 euro dalla societa' dopo un mese?) e neppure ricorrono al contentino della distribuzione di azioni gratuite,Una mossa psicologicamente sempre apprezzata dalla borsa.Senza costi per la societa' che deve solo trasferire l'importo da riserva a capitale.Una vergognosa indifferenza. La stampa per qualche seduta critica il comportamento degli sponsor. poi,mentre la discesa si aggrava,se ne disinteressa. Nessuno ricorda piu' che pochi giorni prima della quotazione di Saras in un improvvido articolo si era riportato che perfino Warren Buffett era interessato a Saras? Naturalmente W.B. non ha comprato invece titoli…E come mai nelle sedute precedenti la quotazione di Saras il denaro a Londra era sistematicamente superiore,attorno a 6,30 euro,ma poi se si andava a cercare una applicazione non si trovavano controparti facilmente?Meglio lasciare queste domande al parco-buoi…
Tralasciamo altre scandalose situazioni per non annoiare i lettori per segnalare soltanto l'ultimo scandalo totalmente ignorato dalla stampa finanziaria: l'OPA di Unipol su Aurora a 2,45 euro con relativo castigo per chi non sfruttasse questa "opportunita' ". Infatti se non si accettasse questa generosa valutazione di 2,45 euro si rischierebbe nel successivo concambio di ricevere azioni Unipol ord/priv valutate ,nella migliore delle ipotesi- 2,25 euro.Ma poiché vi è una forbice il prezzo potrebbe essere inferiore…
Così una azione Aurora scambiata a oltre 3 euro in aprile e quotata 2,80 euro al momento della sospensione del Temex vede crollare la sua valutazione del 20% mentre-nel frattempo-Generali fa una OPA su Toro a prezzi stratosferici. E i 128.000 soci di Aurora devono scambiare le azioni che rendono il 6,1% con azioni Unipol che rendono tra il 4,4% ed il 5,1%. Tra l'altro i soci Aurora sono quasi sempre anche clienti di Aurora.Percio' la decisione di penalizzare i propri clienti è il massimo dell'assurdita in una politica commerciale. Tutto questo nel silenzio della stampa.
Avendo collaborato per due anni con il Mondo,poi 10 anni con MilanoFinanza/Class ,poi 11 anni con Borsa e Finanza fino a 11 mesi fa conto ancora molti cari amici nelle Redazioni di questi settimanali. Due settimane fa ho percio' inviato una lunga lettera che menzionava tutte le incertezze sul prezzo proposto da Unipol. Un direttore ed un redattore mi hanno ringraziato,dicendosi pronti ad approfondire l'argomento.Sono passati 15 giorni ma niente è stato pubblicato. A pensare male…
Forse chiediamo l'impossibile: un giornalismo finanziario che difenda i piccoli azionisti dagli abusi di lorsignori. Purtroppo la stampa anglosassone è lontana,troppo lontana,con le sue famose campagne di denuncie. A noi rimane soltanto di citare un detto :newsletters are the alternative press…Su questo detto continueremo nella nostra campagna pro-parco-buoi anche nel 2007.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)