Non si tratta di un indice o di un titolo, si tratta della mia equity curve.
Ho riflettuto a lungo se pubblicare questo articolo, non vorrei che fosse interpretato come autocompiacimento o come una forma di pubblicità occulta.Poi ho deciso di farlo per due motivi.
· Il primo perché credo sia un segnale importante per chiunque abbia fatto e faccia trading su azioni del mercato italiano.
· il secondo perché credo di essere uno dei pochissimi traders privati in grado di dare un segnale del genere, in quanto, eccetto alcuni esperimenti del 1998, ho registrato uno per uno tutti i miei 13.000 eseguiti.
Come molti di voi io sono un prodotto del grande toro 1998-99-2000, nella curva si vede chiaramente, e fino al 2003 facevo anche un altro mestiere. All'inizio copiavo bovinamente le operazioni di Tomasini sul Lombardreport, poi, un po' per volta, ho cominciato a fare da solo.
Dopo il fatidico marzo 2000 quasi tre anni di passione, nei quali la cosa migliore da fare era stare alla larga dalle azioni. Invece io, come tanti, ho restituito al mercato una parte, per fortuna non esagerata, dei profitti.Allora era un mondo diverso, lo short non c'era ancora, per non parlare poi di quello overnight.
Poi il passaggio a professionista nel 2003 e, piano piano, la ripresa dei mercati fino al nuovo massimo della scorsa settimana.
Un risultato ottenuto senza particolare bravura, solo con un po' di metodo e disciplina: stop loss e rigida applicazione degli stessi.Se confrontato però con quello di qualsiasi fondo di investimento o con il benchmark del mercato il risultato diventa eccezionale.
Una ulteriore dimostrazione che chi fa da se, con metodo, disciplina e magari con l'aiuto di una newsletter seria come questa, fa davvero per tre.
Un grazie di cuore ad Emilio Tomasini per avermi inoculato il virus della borsa.
Edoardo Ciottiedoardo.ciotti@fastwebnet.it
