Il New York Times ha ricordato,in un articolo ripreso oggi da La Repubblica, che nel solo 2010 gli americani hanno ritirato 33 miliardi di dollari dai fondi comuni azionari statunitensi. La piu' colossale fuga dalla Borsa,pari al 2008,ma allora influenzata dal crac.
Da molto tempo su queste colonne segnaliamo la mancanza di occasioni per il nostro mercato azionario.
La scarsita' di "consigli di acquisto" nell'ultimo triennio ( praticamente quasi solo ERGO, MARR e le nostre fortunate obbligazioni UBI CV e CREVAL CV ) stride con quanto erano soliti leggere gli amici che ci seguivano tra il 1997 ed il 2006.In tal caso c'erano occasioni a bizzeffe quasi ogni mese (escludendo il 2001-2002) e-ringraziando il Cielo-ne abbiamo tutti approfittato.
Ora la situazione è cupa. I piccoli sono fuori gioco. I famosi "fondamentali" che avevano reso famosa questa rubrica delle" occasioni a scarso rischio "non vengono piu' valutati.Sembra che tutto sia guano. I bilanci ,dopo la lettura,li metto nel cestino per non cadere in ritardate tentazioni di acquisto.
I day trader latitano,spiazzati dai software utilizzati dalle varie Goldman Sachs.Non si puo' battere queste istituzioni.
Mancano i soldi in tutte le borse. Tutti in USA a accontentarsi del 2,3% in dollari( che moneta ferrea!) a scadenza lunghissime.Ma se l'occupszione non cresce le borse non saliranno. E i debiti che gli Stati hanno acceso provocano valanghe di pagamenti di cedole… Rimarra' poco per investimenti e sviluppo.Il volano avra' difficolta' a ripartire.
Non demordiamo sull'oro.Ma basta vedere cosa succede sul mercato dell'argento per essere delusi. Come tutti gli amici che ci seguono ben sanno la United States Geological Survey,l'ente americano piu' stimato del settore, aveva dichiarato circa un anno fa che-sulla base di questi-prezzi l'argento non sarebbe piu' stato economicamente estraibile tra 13 anni. E inoltre l'argento quota ancor oggi il 30% di quanto quotava nel 1980.E se si considera il diverso potere d'acquisto del dollaro siamo al 15% dai massimi. In un mondo "normale" chissa' quante istituzioni avrebbero pensato di iniziare una opera di rastrellamento( come gli Hunt nel 1975-1980).Ma questi non sono tempi normali. E l'argento vale poco di piu' di quando queste stime sono state pubblicare.
Percio':
1) mancano gli stimoli. Chi perdeva ad un certo momento l'80% del suo patrimonio nel marzo 2009 non vuole piu' tornare in borsa. E per almeno 20 anni non comprera' piu'-Anzi se tornano i suoi prezzi di carico vendera' ..
2)manca la voglia di rischiare.Meglio un 2% decennale (con rischi macroscopici di cadere magari in periodi di inflazione tra 5/7 anni)che una azione di una utility che renda il 6%.
3) i fondamentali ORA non valgono piu' niente. Le piccole societa' sono snobbate ed illiquide. Non si puo' consigliarle perché il mercato-ammesso che sia favorevolmente colpito dal report-è illiquido.Sarebbe quasi aggiotaggio vista la scarsita' degli scambi…
4) Gli USA dove dobbiamo forzatamente guardare,hanno ancora debito colossali, mutui non pagati. Vivono di luce riflessa dai Paesi emergenti,Cina in testa. Toccate pero' ferro che in Cina il boom immobiliaree non sia seguito da una stretta creditizia troppo forte.
MA:
un raggio di speranza rimane.Proprio quando tutti sono pessimisti si potrebbe essere abbastanza vicini alla fine del tunnel.
In fondo se l'atmosfera dovesse cambiare dove si dovrebbe investire? Non certo in immobili vista l'enorme quantita' di case che le banche USA dovranno vendere.Non certo in bond con rendimenti annuali da prefisso telefonico e soggetti,per quelli a lungo termine, a possibili ventate inflazionistiche.Non certo in obbligazioni bancarie che rendono ancor meno dei bond.
Non rimarranno quel giorno, che le azioni. In fin dei conti la vita prosegue. La popolazione mondiale cresce. Come pure i super-ricchi(orientali). E saremo sempre sulle autostrade nei fine settimana,pagheremo ogni giorno le telefonate,accenderemo ogni sera la luce etc etc. La vita proseguira'.
Bisogna solo avere molta,molta pazienza.
Lo scrive ora anche Aled Smith di M&G :" l'azionario USA rimane un porto sicuro per il lungo termine". Anche qui si parla di lungo termine.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)