Finalmente Greenspan ha portato ieri agli occhi di tutto il mondo il problema che già dall'anno scorso (vedi ad esempio report /lr/articolo.asp?id_articolo=5716 ) su queste pagine si sottolineava come insostenibile: l'eccessivo indebitamento delle famiglie. Non penso che servano molti commenti, in quanto la notizia trova abbastanza eco e approfondimenti sui più comuni mezzi di comunicazione. Mi basta solo ribadire il concetto già espresso negli ultimi report, ovvero che un raffreddore da parte delle famiglie potrà trasformarsi in una ristagnazione economica. Riportando comunque il discorso sul fronte dei debiti, aldilà del fardello complessivo che grava sui conti delle famiglie, ciò che risulta molto importante e da monitorare è la capacità di far fronte ai flussi finanziari in uscita. Le bancarotte sono triplicate negli ultimi 15 anni e sono tutt'ora ad un livello record e il rischio di default va aumentando a causa dell'incapacità di gestione delle uscite da parte dei singoli americani e, soprattutto, dal continuo ricorso al credito per finanziare i consumi.
Se ?del domani non vi è certezza? su quale piega prenderà questo lato finora dimenticato dell'economia made in USA, l'unica cosa sicura è che questo sarà un altro macigno sulla possibilità di rialzo dei tassi da parte di Greenspan: un loro incremento, oltre ad essere assorbito negativamente dai mercati finanziari e valutari, potrebbero portare ad un preoccupante aumento dei costi per il finanziamento dei consumi tramite carte di credito & co. che come noto sono maggiormente legati alla curva a breve dei rendimenti. Sarebbe in proposito interessante anche analizzare la suddivisione dei mutui tra tasso fisso e variabile per valutare il potenziale impatto del rialzo dei tassi sulle famiglie.
La presenza di segnali che tra loro spingono verso direzioni opposte stà rendendo la realtà sempre più contorta/distorta.
Passando alla Borsa di casa nostra, non sbagliano coloro che vedono una situazione difficile da comprendere. Prendendo l'ormai classico indicatore di market breadth, si nota che quello di sintesi (primo in alto) ha indicato con un certo anticipo rispetto agli altri due una situazione ambientale favorevole ad un mercato orso. In particolare, grazie alla sua scomposizione, si evince che i ribassi non sono estesi ad una notevole quantità di titoli, però i capitali che li alimentano sono piuttosto consistenti. Non si può però gridare alla caduta del mercato, in quanto assomiglia ad una fase di distribuzione nemmeno troppo marcata. Nonostante l'analisi tecnica suggerisca una visione negativa sul Nasdaq (-10%), alla luce di dati societari in netto recupero rispetto all'ultimo triennio, è difficile dire dove il mercato andrà realmente a parare.
Per quanto riguarda i titoli sotto osservazione, non molto è cambiato dall'ultimo report. In verde continuano ad essere riportati i titoli presenti in portafoglio e, di questi, si sottolinea l'innalzamento del take profit a 13.50 su Bonifiche Ferraresi. In blu i livelli di resistenza topici.
Rompendo con il passato, a fondo pagina viene inoltre allegata la lista della forza relativa senza filtri riguardanti le prime venti società top performer.
Market Breadth:
Forza Relativa:
Al prossimo report.
Grafici elaborati su dati www.clubdiborsa.com