Siamo appena tornati da un tour de force a Parigi. Siamo andati in terra di Francia per vedere come se la passano i trader francesi. Il quadro che ne emerge è sconsolante da un lato, ovvero l'industria del tol in francia è esattamente pari a quella italiana, non un euro di più non un euro di meno, stesso numero di player, stessi fatturati, dall'altro veramente eccitante perché, a differenza della Germania, in Francia sono un po' indietro rispetto all'Italia. Così come in Germania esiste il Tomasini tedesco anche in Francia esiste il Tomasini francese: uno spettacolo, stesso fatturato, stesso prodotto (confesso, molta meno professionalità da parte loro con un pizzico di ingenuità), strategia un po' differente. In Francia mancano cose che in Italia sono considerate assodate (corsi gratis, libri su tutto e su tutti, piattaforme di ogni tipo, fiere, etc. etc.) e sembra che di trader buoni noti al pubblico ce ne siano non più di quattro, dei quali uno abita in Madagascar, l'altro in un'isola del pacifico, un altro ancora su Parigi ed infine un altro al sud della Francia. Poi un silenzio assordante. Si tratta di due operatori sul book azionario ("à la Mariani", potremmo dire …), uno con swing trading ("à la Ciotti"), uno con trading system ("à la Tomasini"). E se permettete in un paese come la Francia è veramente poco. Ma dovete sempre tenere conto che in Francia i profitti di Borsa si inseriscono nel 740 e quindi nessuno ha la necessità di uscire allo scoperto. Giusto magari quelli che abitano nei Dom-Tom, i territori d'oltremare. In conclusione siamo andati in Francia alla ricerca della armata perduta, di quei milioni di trader che secondo la propaganda mediatica dei broker dovrebbero esistere nascosti negli anfratti della società. Siamo tornati con un pugno di mosche in mano. Chissà, va bene il fisco, ma forse quell'armata non esiste ?
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