Leggendo vari giornali economici di questi giorni forse è meglio fare un po' di chiarezza sui nostri vicini di casa, i greci. La Grecia non è lì lì per fallire per un semplice motivo, è già fallita e precisamente il 9 marzo 2012. Il 9 marzo l'Isda (l'international Swaps and Derivatives Association) ha dichiarato attivabili i Cds, cioè le assicurazioni contro i default. Tutti i titoli di stato greci paragonabili ai nostri Btp sono quindi falliti! Il bello è che pochi se ne sono accorti (ricordo una frase dell'ex premier francese " abbiamo salvato la Grecia " mah..) ed ancora meno si sono accorti che alcuni postulati economici, tipo un titolo di stato è più sicuro di un titolo obbligazionario privato dello stesso paese, sono da quest'anno saltati. Difatti le obbligazioni bancarie greche non hanno per ora fatto default e quindi, alcuni sacri dogmi economi saranno ahimè da rivedere. Detto ciò, ora il dubbio è se la Grecia possa o meno uscire dall'Euro e la risposta è sì, se vuole può uscire. In realtà la procedura non è così semplice, poiché non è prevista un'uscita dall'Euro bensì un'uscita proprio dall'Unione Europea. Accadrà? Fare default senza poi avere la possibilità della leva del cambio è un'assurdità tuttavia è anche vero che il settore manifatturiero greco è semi inesistente e quindi anche l'eventuale ritorno alla Dracma non credo risolverebbe in toto il problema poiché, a quel punto, si perderebbero anche i vari miliardi che la Grecia riceverà fino al 2014 da Bruxelles per lo sviluppo economico. Una cosa però è certa, se i greci tireranno ancora la corda non riceveranno i fondi per il rifinanziamento di breve periodo (grafico n.1) e questo sì sarà un evento catastrofico che farà per forza di cose uscire la Grecia dall'Ue.
Cosa accadrà per davvero è a questo punto solo una questione politica, tuttavia credo che se veramente la Grecia uscirà dall'euro lo farà non prima del prossimo anno e lo farà quando già tutti gli operatori avranno scontato l'evento, un po' com'è successo con l'edulcorato default. Deve essere chiaro però che il vero problema non è più il singolo paese della zona euro bensì l'evidente squilibrio commerciale e produttivo (cioè costo-produttività del lavoro) fra Europa del nord e del sud. Finché esisterà quest'enorme squilibrio non si potrà pensare ad una vera Unione Europea e se manca un'unione forte nessuno sarà immune da crisi.
Per il breve periodo voglio lanciare un piccolo segnale d'ottimismo: le banche italiane stanno trattando a 0.25-0.50 il patrimonio netto tangibile, cioè ai minimi storici e molte notizie negative sono oramai già state scontate dei prezzi. Le banche centrali, inoltre, potrebbero implementare nuove misure di QE e quindi, il prossimo breve futuro potrebbe essere tutt'altro che negativo per gli assets a rischio. Operatività: dopo l'acquisto di dicembre a fine febbraio avevo suggerito il take profit, anticipando un po' il mercato. Oggi mi sento di dire che finalmente incomincio a rivedere un punto d'acquisto anche sul nostro mercato .state sintonizzati.