Piano Bar di Virginio Frigieri
Crisi Alimentare : come stiamo a cibo? 6/7 …
Meglio prepararsi al peggio per non essere travolti …
I nodi vengono al pettine…
Oggi viaggiamo a un ritmo di circa 200-230 mila persone in più ogni santo giorno. Persone che come noi avranno bisogno di risorse naturali, vitto , alloggio ed energia e le proiezioni ci dicono che a questi ritmi dai 6,7 miliardi (dato del 2006) si arriverà entro il 2050 alla stratosferica cifra di 9,2 miliardi di individui. Peccato che a fronte di un incremento di quasi il 40%, nessuno ci aumenterà la superficie del pianeta della medesima entità!
Ora si comincia ad usare grano e riso per aumentare la produzione di pollo manzo e maiale, per non far tracollare la domanda di grano e riso stesso, ma è chiaro che il bilancio non è, né può essere favorevole. Le persone che si sfamano con una mucca è di gran lunga minore del numero di persone che si sarebbero potute sfamare con la quantità di cibo che abbiamo dovuto dare all'animale per portarlo alla fase adulta da macellazione.
Ma tutti questi problemi in qualche modo erano previsti. Ci sono numerose aziende e persone che lavorano per trovare soluzioni, e gli stessi governi stanno spendendo soldi per cercare di risolverli; solo che stavolta è piovuto sul bagnato e la dinamite sta incontrando la sua miccia… e così nel 2004 (sono solo 7 anni anche se sembra un secolo) quando il sottoscritto ammoniva quelli che si preoccupavano del salto del petrolio da 25 a 40 dollari al barile, scrivendo su queste colonne che nel giro di pochi anni avremmo ricordato quella calda estate come ?i bei tempi in cui il petrolio costava SOLO 40 dollari al barile!!? nessuno era pronto a veder volare il greggio a 140$ come poi è successo.
Oggi il prezzo del greggio sembra abbastanza stabilizzato intorno ai 90-100 dollari al barile. Molte persone credono, sbagliando, che il maggior costo del gasolio si ripercuota solo sul costo del trasporto del cibo da un luogo all'altro ed invece se guardiamo bene quello che avviene, vedremo bene che non è solo il trasporto. L'agricoltura moderna fa largo uso di trattori e macchine agricole in tutte le fasi di lavorazione con motori, che sempre più spesso arrivano a 500 cavalli turbo diesel! (Non pensate all'Italia che ha una conformazione del suolo particolare e dove le proprietà mediamente sono piccole e stanno tra le 40 e le 100 biolche; pensate invece alle grandi farm americane dove i campi si estendono a perdita d'occhio per decine di chilometri).
- In primo luogo il terreno vuole arato;
- poi va fatto un passaggio con i fertilizzanti per garantire una resa migliore;
- a questo punto si può fare la terza passata per seminare…
- segue quindi una nuova passata di fertilizzanti una volta che le piantine sono nate
- quindi seguirà almeno un trattamento per combattere erbe infestanti e parassiti vari…
- Un ulteriore passaggio servirà dunque per la raccolta
- Infine seguiranno due o tre passaggi per la pulizia e la preparazione del terreno alla cultura successiva.
Ovviamente se non è possibile irrigare a scorrimento, si dovrà irrigare a getto usando per l'ennesima volta il trattore!.
Ognuno di questi passaggi, per migliaia di ettari, con motori necessariamente potenti, aggiunge la sua brava percentuale di costo carburante a quello che sarà il costo finale del raccolto e se il carburante è caro, la produzione agricola quale che sia il prodotto che andiamo a coltivare ne risentirà in modo direttamente proporzionale. Quindi per concludere il costo del carburante è una spesa diretta per il costo di produzione degli alimenti!.
Ma questo è solo un lato della medaglia! Dall'altra parte succede che un costo del petrolio così alto ha reso ?conveniente? produrre bio-carburanti (etanolo) dal mais e da altre colture con buoni margini di guadagno. Questa nuova ?follia umana?? (non mi viene in mente un termine migliore) porta ad una diminuzione degli ettari disponibili alle culture per uso alimentare con un' ulteriore aumento dei prezzi delle materie prime agricole.
Ed in ultima analisi è proprio quest'ultimo fattore ovvero l'INFLAZIONE che potrebbe dare il colpo di grazia alla crisi alimentare, con lo stesso effetto che si ottiene quando gettiamo benzina sul fuoco.
Mia moglie e mia madre che vanno a fare la spesa mi dicono che dall'inizio dell'anno è aumentato un pò tutto, ma in particolare sono aumentate la frutta e la verdura. L'impatto da noi viene attutito da un cambio Euro-Dollaro molto alto, ma se andate a vedere negli States, il problema principale già oggi è proprio questo: l'inflazione che galoppa e che va ad aggiungersi alla lunga lista di problemi che abbiamo cercato di portare alla vostra attenzione con questa serie di articoli.
In conclusione nel nostro cocktail avevamo già:
- Seminativi
- Diminuzione dei raccolti
- Popolazione in crescita
- Modifica dei regimi alimentari nei mercati emergenti
- Costi del Carburante
- Domanda in crescita di Bio-carburanti
Ora dopo aver ben scecherato il tutto, aggiungete l'inflazione ed avrete un risultato a dir poco esplosivo! Tanto esplosivo quanto imprevedibile!
Come la ciliegina sulla torta, aggiungete che una cosa del genere abbatte automaticamente l'enorme debito pubblico di cui ormai tutti gli stati occidentali sono stracarichi, per cui sarà difficile che i governi si impegnino al massimo per fermare questo processo strisciante.
A questo punto ci avviciniamo veramente alla conclusione;
Premesso che nessuno, può avere la bacchetta magica per risolvere problemi di questa portata, quello che possiamo fare a conclusione di questa lunga disamina, che speriamo gradita ai lettori, è di provare a focalizzare cosa, concretamente, potremmo fare per ridurre l'impatto di uno scenario che potrebbe presentarsi tanto inaspettato quanto apocalittico.
Nella prossima puntata cercheremo di capire cosa si può fare per proteggere noi stessi e i nostri cari, per preservare il più possibile i nostri risparmi ed infine come si potrebbe eventualmente trarre profitto da questa situazione Sarà un mini corso di sopravvivenza e di curiosità con vari link a filmati da guardare. Infine avremo un'appendice dove cercheremo di capire come Goldaman Sachs abbia creato le premesse di questa ennesima bolla con cui chiuderemo questa serie di articoli estivi.
Fine parte 6/7.