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Piano Bar : Special 2011 - La Crisi Alimentare 3/7


Piano Bar  di Virginio Frigieri

Crisi Alimentare : come stiamo a cibo?… 3/7

 

Meglio prepararsi al peggio per non essere travolti …

 

Europa, Usa e Giappone: tre realtà un comune denominatore: DEBITI, DEBITI, DEBITI!!!

 

Europa:

Con tre stati praticamente in default (Grecia, Irlanda e Portogallo) tenuti in coma farmacologico forzato da Germania e Francia che altrimenti avrebbero le loro banche fallite domani mattina, con immediato funerale dell'euro, e di quei soloni che ci hanno raccontato per dieci lunghi anni che  rinunciare alla sovranità monetaria era cosa buona e giusta, anche se poi alla fine Inghilterra, Svezia e Norvegia se la sono tenuta e si guardano bene dall'entrare nell'euro, un quarto stato,  la Spagna, che si avvicina e noi che siamo quel che siamo…, (mio Dio che paese di corrotti siamo diventati!..) disturba non poco una politica che invece di decidersi a dare un taglio con la scure ai mille sperperi presenti nell'amministrazione pubblica, e a ridurre le spese, continua a succhiare dai cittadini onesti il suo bel litrozzo di sangue al giorno buttando sul tavolo ogni giorno una nuova stronzata per distogliere l'attenzione dai problemi veri… E così l'ultima barzelletta  che ci siamo inventati è lo spostamento dei ministeri al nord… do un suggerimento anch'io… perché non li facciamo volanti questi ministeri? su una bella flotta di aerei cargo sempre in volo sulla penisola 24 ore su 24 così ve li portate un po' a nord, un pò al centro e un po' al sud e li facciamo contenti tutti! Perchè queste testine di leghisti, non si può nemmeno dire che siano proprio stupidi… sono solo… come si può dire?… un pò di grana grossa? tipo carta vetrata del 40 ??

A volte torna alla mente quel direttore della Rai che quando si doveva decidere se adottare, per la televisione a colori, lo standard tedesco PAL o quello francese SECAM, non riuscendo a giungere ad una decisione dopo mesi di dibattiti, se ne usci con una domandina da far accapponare la pelle… ?scusate, ma non si potrebbe fare una settimana col Pal e una settimana col Secam???… una settimana con le targhe pari ed una col dispari?… siamo così noi italiani… è inutile!

 

Intanto la Grecia annaspa sul filo della guerra civile, sotto il peso delle misure drastiche adottate, che strozzano di fatto qualsiasi possibilità di ripresa economica comprimendo i consumi senza nessuna possibilità di stimolo attraverso la svalutazione valutaria. Ammesso che la situazione non degeneri rapidamente in guerra civile , alla fine la Grecia avrà ottenuto 160-170 miliardi di aiuti che non si capisce né come né quando potranno tornare indietro visto che:

  • anche ipotizzando che il patrimonio pubblico della Grecia valga come per l'Italia un 20% del suo Pil e che di questo solo un 10% (come per l'Italia) sia vendibile, si potranno tirare su mal contati 20 miliardi di euro.

  • Uscendo da tutte le attività economiche in cui lo stato ha delle partecipazioni significative, si potrebbero recuperare mal contati 30 miliardi di euro

In totale fa meno di un terzo di ciò che è stato prestato! Se ci si volesse comprare anche tutta la Grecia… sempre per dare degli ordini di grandezza ricordo ai lettori che l'intera borsa greca capitalizza circa 40 miliardi di euro. Poi vorrei vedere in faccia quell' imprenditore privato che va a comprarsi l'acquedotto di Salonicco?!?… mah… e comunque per ramazzare cifre simili servirebbero diversi anni. 

Per chi volesse approfondire meglio il tema della Grecia vi rimando al sito di Soprarno sgr, il fondo gestito da Gianluca Gabrielli, (un'analista fondamentalista che mi piace molto; per capirci un tipo alla Bellosta).

Nel report finanziario di maggio liberamente scaricabile in PDF troverete un'apertura con questo titolo "ILLUSIONISMO"…

 

http://www.soprarnosgr.it/download.php?ed2afcb3e532a33d2bb12d52d9359cfe   

 

Il neonato fondo ?salva stati? aumentato velocemente a 750 miliardi di euro, ha dovuto intervenire anche con un siringone di antibiotico per l'Irlanda del valore di 85 miliardi. Poi è stata la volta del Portogallo (78-80 miliardi) e già si stima che non sarà da meno l'assegno che dovrà essere staccato per la Spagna, dove su stime del FMI la disoccupazione lo scorso anno ha sfiorato il 20% (19,9) complessivo con punte del doppio se si considera solo la disoccupazione giovanile.

 

Per adesso l'argine di aiuti messi in campo, ha retto e non dovrebbero esserci fallimenti a breve; tuttavia, molti economisti sono preoccupati degli effetti che un simile piano di salvataggio potrebbe avere sul lungo termine. Infatti in un contesto in cui le differenze tra pesi più forti e paesi più deboli sono cosi marcate e divergenti, una decisione come il recente aumento dei tassi da parte della BCE, se può essere facilmente sopportato senza grosse conseguenze dai paesi più forti come Germania e Francia,  rischia invece di rallentare ulteriormente, se non addirittura di bloccare, la già debole crescita dei paesi più deboli..

 

Nonostante i problemi ci siano, ha però finora prevalso la volontà politica di difendere con le unghie e coi denti la moneta unica , un pò perchè non è ancora ben chiaro fino in fondo, quale potrebbe essere l'impatto di un tramonto definitivo dell'euro, e un pò perché le altre economie cosidette ?evolute? hanno problemi davanti, se possibile ancora più gravi dell'eurozona, e allora capite bene che se state in mezzo a due malati terminali e voi avete solo male a un dente, tutto sommato potete ben consolarvi… prima di passare al giappone una immagine che riassume il progetto Euro…

 

 

 

 

Giappone:

Il Giappone, ha chiuso il  2010 registrando un livello di indebitamento pari al 225,8% del PIL (stima FMI); poi sono arrivati il terremoto, lo tsunami e il disastro nucleare di cui in Italia potete sapere qualcosa solo se tra le 4 e le 5 del mattino, se mentre vi alzate per fare pipì accendete la televisione e mettete su RAI 3 perché diversamente non fiata nessuno.

L'emergenza è tutt'altro che finita e l'entità dei danni alla fine potrebbe perfino superare Cernobyl:  l'acqua radioattiva è finita in mare ed molti altri litri allagano ancora i locali della centrale… adesso inizia la stagione delle piogge e i rischi di nuovi sversamenti non si possono escludere a priori. Pochi giorni fa l'ufficio di gabinetto ha annunciato ufficialmente l'ingresso dell'economia del paese in recessione. Stiamo parlando di un'economia che in ogni caso non cresce in maniera considerevole ormai da oltre due decenni buona parte dei quali vissuti in un o stato di deflazione che ha più che dimezzato il patrimonio immobiliare del paese, il tutto causato da un errore iniziale di politica monetaria che ad un certo punto portò il costo del denaro praticamente a zero. Ho voluto sottolineare quest'ultimo aspetto, poiché negli Stati Uniti ci si è portati quasi nelle stesse condizioni. La sola Toyota ha annunciato che chiuderà l'esercizio in corso a marzo del 2012 con un fatturato in contrazione di un 2% rispetto all'anno scorso, ma un crollo degli utili del 31%. E' facile immaginare che questo non porterà miglioramenti nei conti pubblici e nella situazione finanziaria del Giappone. Una botta di ottimismo viene dalla Iata (associazione mondiale tra le compagnie aeree) che tenuto conto dei rincari del petrolio, delle tensioni nel mondo arabo e del disastroso terremoto giapponese, ha rivisto la stima degli utili per il 2011 ad appena 4 miliardi di dollari contro gli 8,6 previsti solo qualche mese fa; previsione che era già fosca rispetto ai 18 miliardi di utili realizzati nel 2010 quando il trasporto aereo aveva segnato il primo anno di forte recupero dall'inizio della crisi. Se sarà confermata la stima dei 4 miliardi,  significa che avremo un crollo del 78% sul 2010… contro cui c'è ben poco da fare considerato che la fattura sui carburanti dei vettori, aumenterà di 10 miliardi di dollari, quest'anno raggiungendo i 176 miliardi di dollari totali, in un settore che viaggia con margini di redditività dello 0,7% dei ricavi!!.

 

Stati Uniti:

Prima dello scoppio della crisi, nel 2007 il debito pubblico lordo era posizionato al 62,1% del PIL.

Quest'anno per la prima volta nella storia, il debito pubblico degli Stati Uniti, supererà il 100% del PIL, avvicinandosi tremendamente al loro limite massimo fissato per legge a poco più di (una cifra così si fa fatica a dirla , a scriverla e ancora di più ad immaginarsela) 14.000 miliardi di dollari USA.. Aggiungete a questo il fatto che buona parte dell'industria e dell'infrastruttura del paese sono poco concorrenziali nel confronto internazionale con altri paesi , e capite bene che gli americani hanno molto poco di cui essere ottimisti; un segnale sopra tutti per far capire quanto questa crisi abbia inciso sulla forza storica degli States, è che nell'ultimo anno gli americani stanno aumentando progressivamente la propria quota di risparmio, quando tradizionalmente gli americani erano da sempre abituati a spendere tutto ed anche di più di quel che guadagnavano!!

E se un paese, che tradizionalmente ha sempre vissuto soprattutto di un forte consumo interno , si mette a risparmiare, capite bene quanto debba essere fiacca questa ripresa, nonostante le due flebo di QE1 e QE2 seguite all'iniziale piano Obama (QE0). Diamo un altro dato che ci servirà più avanti quando arriveremo al cuore della crisi alimentare. Gli americani hanno sempre, in tutta la loro storia, dato il cibo come un fatto scontato. Anche il 20% delle famiglie più povere negli Stati Uniti, non spende per alimentarsi più di un 16% delle sue disponibilità economiche.

Se raffrontiamo questi numeri con quelli di altri paesi ci accorgiamo che il cibo non è affatto una cosa così scontata. In Nigeria una famiglia usa il 73% delle proprie disponibilità economiche per mangiare, il 65% serve invece in Vietnam, ed un buon 50% in Indonesia. La crescita della classe media nei paesi emergenti (BRIC) in questi anni ha fatto lievitare i costi energetici mentre, al contempo, il trovato benessere porta queste popolazioni a variazioni dietetiche drammatiche… aumenta a dismisura la domanda di proteine animali per il cui allevamento , assistiamo ad grandissima e crescente, domanda di cereali. Ma ve li immaginate un miliardo e duecento milioni di Cinesi che  tutte le settimane vogliono mangiarsi una bistecchina da 120-150 grammi???

Già due o tre anni fa alla conferenza mondiale sul futuro della scienza, in un intervento del nostro Umberto Veronesi, si raccomandava l'importanza di un comportamento alimentare più responsabile il cui primo obiettivo dovrebbe essere quello di convincere la gente ad una progressiva riduzione del consumo di carne e si poneva l'accento sul fatto che con i raccolti di prodotti agricoli usati nell'alimentazione di miliardi di animali destinati a pochi ricchi, si potrebbero sfamare molti milioni di poveri, senza contare che un terreno coltivato per esempio a fagioli permette di ottenere almeno 10 volte il numero di proteine ottenibile destinando il medesimo terreno all' allevamento di bovini.

 

Ma al peggio non c'è limite e così nei paesi ricchi, l'aumento del prezzo del petrolio ha spinto molti agricoltori a coltivare il Mais per destinarlo non all'alimentazione, ma alla produzione di etanolo!!. Ma la corsa ai così detti  biocarburanti ha causato un'impennata del prezzo del mais e si è così creato una effetto ?valanga? che si è scaricato verso l'innalzamento dei prezzi.

 

La ong britannica Oxfam ha recentemente pubblicato un rapporto intitolato ?far crescere un futuro migliore: giustizia alimentare in un mondo di risorse scarse? in cui si sostiene che i rincari a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni sulle derrate alimentari, non è un rincaro di natura contingente occasionale, ma che si tratta di un nuovo trend destinato a far salire in modo stabile fino a raddoppiare nel giro di vent'anni i prezzi soprattutto degli alimenti più comunemente usati.

Questo pone una sfida senza precedenti! La crisi alimentare diventa permanente per una molteplicità di fattori: pensate ai cambiamenti climatici e a quanto siano aumentati di frequenza  negli ultimi anni i grandi cataclismi come alluvioni, cicloni, uragani, o in altri luoghi grandi e prolungate siccità. Pensate altresì al sovra sfruttamento dei suoli e delle fonti di acqua dolce, e ai fenomeni a cui si accennava sopra come la corsa a trasformare cereali ed altri vegetali in agro carburanti (auto contro cibo!)  ; il cambiamento della dieta prevalente in estese zone del mondo che entrano nel benessere consumando più carne e prodotti caseari che portano alle stelle il prezzo  di cereali e mangimi per l'allevamento etc… Per farla breve oggi quasi un miliardo di persone sul pianeta (poco meno di 1 su sette), nonostante il mondo potrebbe produrre cibo a sufficienza per tutti, non trova di fatto cibo a sufficienza. Questo conclude il rapporto dell'Oxfam, imporrà in un prossimo futuro, per garantire cibo a tutti, una riforma drastica del sistema alimentare globale. Ora dopo aver visto quello che è successo nelle scorse settimane in Tunisia e in Egitto con il QE2 che volge al termine, ed i prezzi in costante aumento anche negli USA per effetto dell'indebolimento della divisa americana,  qualcuno comincia a temere che a partire dal secondo semestre dell'anno si possa avviare un periodo di caos e disordini e qualcuno teme già , per il prossimo inverno quando, un certo numero di persone, dovrà decidere se scaldare la casa o comprare da mangiare!

 

Nella prossima puntata vedremo come l'uomo in passato ha risolto altre crisi alimentari, e come un reverendo inglese, appassionato di matematica vissuto a metà tra il ?700 e l'800 avesse in qualche modo previsto con largo anticipo le difficoltà per una popolazione in crescita ad approvvigionarsi  adeguatamente di cibo.

 

Fine parte 3/7.

 

 

 

 

 

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