Piano Bar : Indicatori: un rapporto di odio amore 1/7


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Indicatori:  un rapporto di odio-amore 1/7…

By  Virginio Frigieri in  MMXII d.C

 

storia di un difficile rapporto di odio-amore tra me e gli indicatori…

 

Prologo:

Nella recente risposta a un lettore ho cercato di spiegare che caratteristiche deve avere (per me) un buon indicatore, ed ho detto che è inutile inserire indicatori per vedere cose che sono quasi sempre visibili anche sul grafico.

Oggi ripartiamo proprio da questa considerazione, con un paio di esempi pratici:

 

 

Nel grafico sopra è palese che siamo di fronte ad un poderoso trend rialzista: lo capisce anche un bambino. Ora se vi serve una lettura puntuale e precisa (leggasi DIGITALE)  dell'ipercomprato e del momentum potete sicuramente aggiungere al grafico l'indicatore di RSI e di Momentum, ma quello che voglio farvi notare è che se prendo tutti i massimi crescenti che l'oro ha realizzato nella sua lunga galoppata (tenete conto che il grafico è weekly) sono abbastanza sicuro che al 95% in corrispondenza di quei picchi che ho evidenziato con le freccette rosse, l'RSI mostrerà quasi sempre un picco di ipercomprato o quasi e che il momentum presenterà quasi sempre un massimo positivo nei dintorni di quella barra.

Non ci credete? Allora andiamo a mettere gli indicatori citati:

 

 

 

Come si può ben vedere , tranne il terzultimo picco di prezzo che sugli indicatori si palesa leggermente anticipato, praticamente, i picchi coincidono perfettamente.

Dunque se ho bisogno di leggere e sapere se l'RSI in quel momento vale 72 o 79 posso plottare l'indicatore, ma se mi basta una lettura ANALOGICA (il colpo d'occhio) allora è perfettamente inutile mettere l'RSI perché dove stanno i picchi di ipercomprato me lo dice già il grafico dei prezzi.

 

Per par condicio, vi propongo anche un trend ribassista per farvi vedere che anche sull'ipervenduto non cambia nulla.

 

 

 

Sopra l'indice RICI di Jim Rogers ; con le frecce blu ho evidenziato i minimi decrescenti realizzati durante la sgroppata al ribasso.

Adesso mettiamo il grafico con RSI e Momentum.

 

 

 

Ancora una volta le zone segnalate come ipervenduto dall'RSI coincidono quasi perfettamente con i minimi decrescenti che avevo a priori battezzato sul grafico.

Il Momentum è molto negativo nelle fasi iniziali quando l'accelerazione ribassista è più marcata, e si attenua nelle fasi finali del ribasso andando a formare picchi che si avvicinano via via alla linea dello zero.

Tutto è utile, ma di nuovo se non serve una lettura puntuale e precisa del valore, le zone  di ipervenduto, sono individuabili ad occhio nudo (lettura ANALOGICA) osservando l'andamento dei prezzi.

 

Fatta questa premessa vediamo adesso un indicatore molto noto ed utilizzato nel mondo, che usato nel modo convenzionale descritto su tutti i testi di analisi tecnica non mi aveva mai entusiasmato, finchè un giorno… ma prima di cominciare rinfreschiamo la memoria sul MACD.

La sigla MACD è acronimo di Moving Average Convergence-Divergence.

Sviluppato da Gerald Appel, utilizza due medie mobili esponenziali: una più veloce a 12 gg ed una più lenta a 26gg.

Banalmente la differenza aritmetica tra le due medie sviluppa la curva che viene plottata appunto col nome di MACD.

A questo punto sulla curva del MACD si calcola una media mobile esponenziale a 9 gg che ha l'obbiettivo di creare una curva più liscia del MACD, che interesca continuamente la curva del MACD , senza indurre l'eccessivo ritardo,  che verrebbe da una media più lunga. Questa curva viene generalmente chiamata Signal-line.

 

La differenza tra la linea del MACD e la Signal line, viene plottata infine sotto forma di istogramma ottenendo un andamento altalenante sopra e sotto la linea dello zero.

Nel grafico sotto vediamo il MACD applicato al precedente grafico dell'ORO.

 

 

 

Come si vede ho lasciato le frecce rosse in corrispondenza dei punti in cui prima avevo battezzato ad occhio le zone di iper-comprato; come si vede ognuno di quei picchi corrisponde anche ad un picco sul MACD.

 

L'uso più semplice del MACD (quello suggerito su tutti i libri di analisi tecnica) è di acquistare quando la linea del MACD (linea sottile) passa sopra alla signal-line (linea spessa) e di vendere quando la linea sottile attraversa la signal-line passando al di sotto di questa.

Naturalmente il MACD essendo basato su medie mobili è un indicatore di trend-following e di momentum. In altre parole è un indicatore che segue la tendenza in atto con un ritardo implicito generato dalle medie mobili stesse, e tutti sappiamo che questo genere di indicatori, quando il mercato si mette in laterale (e i mercati passano buona parte del tempo in laterale) ti fa morire perchè va in auto-oscillazione e non se ne viene più fuori, perché diventa un generatore di falsi segnali.

In effetti se l'unico utilizzo fosse quello sopra descritto la sua utilità sarebbe molto bassa, perché se ad occhio nudo col senno di poi, potrei comprare e vendere come nella segue nell'esempio sotto:

 

 

 

qualcuno mi dovrebbe poi spiegare come filtrare ed eliminare tutti quei segnali falsi ed inutili che si generano nei cross delle zone cerchiate di azzurro che sono un sacco nonostante il trend sia spudoratamente rialzista… Figuratevi in una fase di mercato laterale dove ci porterebbe!…

 

Ma poiché nella vita non si è mai finito di imparare, e nonostante, questo comunissimo e diffusissimo indicatore fosse sicuramente nella schiera di quelli da me odiati, ecco che un bel giorno mentre giravo per le pagine del sito del solito EWI club, mi sono imbattuto in una dispensina di Jeffrey Kennedy, un  analista esperto di commodity, che usava il MACD in maniera del tutto diversa e non convenzionale rispetto a quanto scrivono i testi ordinari…

Sarà che anche gli strumenti di analisi di Frigieri sconfinano spesso e volentieri nel campo della cosidetta ?analisi non convenzionale? o ?Analisi mistica?, ma …dopo quella scoperta, … è stato amore a prima vista!!! Folgorato sulla via di Damasco, ho speso un buon pomeriggio per curare la traduzione in modo molto accurato per non prendere lucciole per lanterne e da allora il MACD è diventato sicuramente, uno degli indicatori che utilizzo di più e da cui riesco a trarre una sacco di informazioni.

 

Dalle prossima puntata, entreremo quindi nei dettagli delle tante informazioni che questo indicatore, letto da una diversa angolazione, può fornire per supportare/confermare convinzioni maturate sui grafici dei prezzi e penso che ce ne sia abbastanza per tenervi incollati ai monitor fino alla fine di questa serie di articoli.

 

In particolare scopriremo:

  • Che anche sul MACD possiamo individuare ganci e uncini un po' diversi da quelli di Ross, ma non per questo meno efficaci …
  • Dall'analisi combinata dei min/max sui prezzi e dei min/max sul MACD possiamo rilevare particolari divergenze dette ?fionde? rialziste o ribassiste che in genere anticipano un forte movimento direzionale dei prezzi…
  • Il comportamento del MACD e della Signal Line in prossimità delle linea dello zero, forniscono buone indicazioni sull'andamento del trend e della sua eventuale prosecuzione
  • Abbinato al conteggio delle onde di Elliott fornisce importanti conferme che facilitano il conteggio individuando gli estremi di un onda tre, la conclusione di un onda quattro e della successiva onda cinque…
  • Anche nel conteggio di un'onda correttiva, il MACD, aiuta visivamente ad individuare correttamente lo sviluppo di un tipico ?abc? del movimento correttivo…
  • Anche l'individuazione dei cosidetti ?triangoli? distributivi o di accumulazione è facilitata se accompagnata da una corretta lettura del MACD…

 

Insomma un indicatore veramente versatile che sono sicuro, dopo questi articoli, sarà amato anche dai lettori che avranno avuto la pazienza di seguirci.   

 

alla prossima

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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