MEGLIO UN DIVORZIO ISTANTANEO CHE UN LUNGO PESSIMO MATRIMONIO


E' raro che io stampi degli articoli di stampa finanziaria italiana. Tanto e poca è la competenza dei nostri giornalisti e dei nostri commentatori … me compreso ovviamente. Succede talvolta che stampi articoli del Financial Times, del Wall Street Journal e de Le Monde, articoli che accumulo in un cassetto della scrivania per poi buttarli ogni tanti anni.Ieri ho ritagliato l'articolo che segue, a firma di Arnab Das e Nouriel Roubini, che spiacevolmente dice cose che spiacevolmente stanno accadendo ora nel nostro sventurato Paese.Ho commentato alcuni passaggi mettendoli in neretto.Triste lettura. Ma molto realistica.================================================================

La BCE ha evitato il

disastro, innescando un potente rally di sollievo, ma niente di fondamentale è

cambiato. La Grecia può avere bisogno di una altra ristrutturazione del debito.

Il Portogallo e l'Irlanda possono avere bisogno di ristrutturazione. Italia e

Spagna possono di nuovo tornare sotto il fuoco nemico. Le crisi bancarie di

solito non sono mai risolte senza rimuovere gli assets tossici e senza

ricapitalizzare. La eurozona ancora manca delle caratteristiche proprie di una

unione monetaria che abbia resistito al test del tempo: le riforme ora in

cantiere possono esacerbare i latenti squilibri fiscali, bancari ed esterni,

lasciandoli meno, invece che più, resistenti agli shocks regionali. La rottura

dell'euro può essere difficile, ma può risultare vantaggiosa piuttosto che

rispettare un matrimonio cattivo. La crisi del debito della periferia dell'Europa

minaccia di ingolfare la core Europe in una enorme mancanza di capitali bancari

e di debiti fiscali, intrappolando e la periferia e il centro dell'Europa nella

stagnazione. Questo riflette delle crepe difficilmente curabili all'interno

della costruzione europea. Per questo noi proponiamo questa sistemazione

amichevole del divorzio.

I

paesi che lasciano l'eurozona debbono ribilanciarsi dalla crescita creata dal

debito verso la crescita stimolata dalle esportazioni e dal reddito.

I membri della Europa che resta dentro debbono ribilanciarsi verso la domanda

domestica. L'accordo sul libero commercio EU è critico sotto questo punto di

vista. Idealmente cinque paesi periferici sotto crisi ? Portogallo, Irlanda,

Italia, Grecia e Spagna ? uscirebbero, negoziando finanziamenti ponte.

Il

riallineamento delle valute aiuterebbe questo aggiustamento. E' molto meglio

riaggiustare la competitività attraverso la svalutazione che cambiare i prezzi

relativi con un tasso di cambio nominale fisso, che implica una prolungata deflazione

del debito, potenzialmente finita in default disordinati ed uscite forzate in

ogni caso ed inflazione sostenuta sopra l'obiettivo nei paesi in surplus.

Ci sarebbe naturalmente disgregazione anche in uno smantellamento parziale e

cooperativo della unione valutaria, ma sarebbe negli interessi di tutti di

minimizzare il danno aderendo ad una strategia di crescita comune. Questa

strategia assicurerebbe la fattibilità della uscita dei paesi che escono e la

credibilità dell'euro. Manterrebbe l'unione doganale della UE per il beneficio

di tutti gli stati membri e porrebbe una struttura monetaria per le banche

nazionali centrali prima appartenenti alla unione monetaria.

Una struttura

transitoria monetaria rovescerebbe effettivamente il meccanismo valutario che

finora ha guidato l'euro: forex targeting operato dalle banche centrali

nazionali con il supporto della BCE per evitare il collasso delle valute, la

fuga dei capitali e un conseguente rialzo dell'inflazione. Nuovi corridoi di

trading valutario sarebbero allargati con intervalli prefissati non appena l'inflazione

e i premi per il rischio dei tassi di cambio fossero ritornati verso la

normalità.

Dopo

la transizione, banche centrali indipendenti e la BCE implementerebbero target

di inflazione congruenti, evitando il protezionismo nella più ampia unione

europea impedendo svalutazioni competitive. I paesi che escono sarebbero

piccole, aperte economie rispetto al resto dell'Europa, dove i movimenti delle

valute si tramuterebbero velocemente in inflazione, inducendo questi paesi ad

evitare maxi-svalutazioni che potrebbero provocare spirali prezzi salari.

A differenza di altri

cambiamenti di regime valutario, i corridoi valutari non verrebbero minacciati

dalle inadeguate riserve valutarie dei paesi esistenti. La BCE comprerebbe le nuove

valute sul fondo delle bande valutarie per mitigare le perdite dal crollo delle

valute e default disordinati. Questo elemento del piano porrebbe il peso dell'aggiustamento

finanziario e della uscita sulla BCE  e

sui rimanenti membri della eurozona. Ma gli alimenti del divorzio pagati in

maniera transitoria o un pagamento una tantum sono di solito la chiave per

divorzi amichevoli. Un finanziamento ufficiale di tipo transitorio mitigherebbe

le perdite e i defaults, come in molti cambiamenti di regime valutario, e

facilitare la sopravvivenza e la coesione della Unione Europea, aiutando ad evitare

la de globalizzazione che spesso segue le crisi finanziarie.

Una struttura legale

chiara, consistente, per la uscita è cruciale. Noi dovremmo ridenominare tutti

i contratti fatti sotto la legge nazionale nelle nuove valute al momento della

uscita. Noi alla fine riterremmo la denominazione euro per i contratti fatti

sotto la legge straniera, soggetta alla connessione territoriale del contratto.

I paesi che usciranno

dovranno accelerare la ?domesticizzazione? del debito esterno prima della

transizione per minimizzare gli squilibri della bilancia dei pagamenti.

… (omissis)

Le

banche ed i mercati finanziari pongono la maggiore minaccia immediata alla

strategia di uscita. Completare la ?domesticizzazione? prima della uscita

significa ridurre le perdite su crediti e i rischi valutari. Il supporto della

BCE per le valute permetterebbe di guadagnare tempo per lo hedging e per il ripaga

mento delle obbligazioni denominate in euro. Queste

politiche mitigherebbero il danno al sistema bancario e spingerebbero l'investimento

e l'attività economica. Tuttavia, i dubbi relativamente alla strategia

potrebbero accendere fughe di capitali, richiedere nazionalizzazioni temporanee

delle banche, divieti di ritiro dei fondi liquidi e maggiore uso dei pagamenti

non in contante (ndr, su questo punto

come sapete in Italia ci siamo già arrivati !), controlli temporanei dei

capitali.

Abbiamo le leggi sul

divorzio perché un divorzio amichevole è meglio per tutti quelli che sono

coinvolti piuttosto che soffrire la depressione cronica che accompagna i

matrimoni nati male. La eurozona deve escogitare piani per una uscita ordinata

meglio prima che dopo, perché i ritardi spesso rendono i divorzi più costosi.

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