Long o short? E perchè non entrambi?


In una fase delicatissima come quella attuale penso che pochi si sentano di sbilanciarsi sull'opportunità di andare long piuttosto che short sul nostro indice blue chips.  Ognuno farà le proprie analisi e si muoverà in coerenza con esse.

 

L'importante è poter disporre di strumenti adeguati per entrambe le aspettative, senza strutture troppo complesse, costi nascosti, e clausole incomprensibili.

 

Oggi presentiamo due Benchmark Certificates Unicredit sul nostro mercato.  Il primo è long, il secondo è short.  Ma in questo secondo caso la novità introdotta dal prodotto Unicredit rispetto ad altri prodotti aventi finalità simili (ad esempio gli ETF short) è – come vedremo tra poco – piuttosto interessante.

 

Il Benchmark Certificates Unicredit Open End codice ISIN DE000HV8F355 replica linearmente l'indice FTSE Mib con multiplo 0,0001, ossia ci vogliono 10mila certificates per replicare un mini ftse mib futures in termini di dimensione contrattuale.  Quota infatti il valore corrente dell'indice diviso per 10mila.

 

Il Benchmark Certificates Unicredit Open End codice ISIN DE000HV8F0L9 replica linearmente (al rialzo) l'indice FTSE Mib Short Strategy, sempre con multiplo 0,0001.  L'indice FTSE Mib Short Strategy replica fedelmente al contrario l'indice FTSE Mib.  Ciò significa che quando il nostro indice scende, l'indice Short Strategy sale, e con esso il Certificates.

 

Per chiarire il concetto di "fedelmente" si osservi il grafico dei due indici – quello effettivo in rosa e quello short strategy in blu – rintracciabile sul sito di Borsa Italiana (dati non aggiornati):

 

 

Per completezza giova notare che i due grafici non sono perfettamente speculari.  Ciò non è dovuto a strane alchimie o clausole incomprensibili, bensì ad una normale complicazione formale implicita nei prodotti short: il costo del prestito titoli da un lato, l'interesse percepito dall'altro.

 

La formula di calcolo dell'indice FTSE Mib Short Strategy è infatti la seguente:

FTSE MIB Short = PerformanceInversadelFTSE MIB + Interessi – CostoPrestitoTitoli

 

Cos'ha di rivoluzionario il Benchmark di Unicredit rispetto ad altri prodotti con finalità simili?

 

Chi si è avventurato nel mondo degli etf short nati negli ultimi anni non sarà – penso - estraneo al concetto di path dependency.

 

La path dependency – letteralmente "dipendenza dal percorso" – è una di quelle clausole contrattuali che i più spesso non leggono, o leggono velocemente perchè in fondo non è molto chiaro cosa significhi e per il modo in cui viene presentata non sembra essere un problema concreto.

 

Farò un esempio pratico per chiarire il concetto.  Prendiamo un titolo che quota 10 euro.  Se guadagna il 10% e va a 11, e poi perde il 10% e va a 99, allora un eventuale ETF long quotato su tale titolo quoterà prima 100, poi 110, poi 99, restituendo – giustamente – un -1% di performance al suo possessore.

 

Ora ribaltiamo il ragionamento, considerando un ETF short scritto su tale titolo: quando il titolo fa +10% l'ETF fa esattamente il contrario, cioè -10%, quindi dal valore iniziale pari a 100 scende a 90.  Quando poi il titolo fa -10% e va a 99, l'ETF fa +10% e va quindi a 99 pure lui, quando invece dovrebbe andare – almeno teoricamente – a 101…!!! Il percorso compiuto dal sottostante può quindi incidere negativamente sulla performance dello strumento, pur in presenza di una evoluzione nominalmente favorevole dei corsi.

 

Amara realtà, ma sempre di realtà si tratta.

 

Nulla di tutto ciò si verifica con il Benchmark Certificate Unicredit FTSE Mib SHort Strategy, poichè l'investmento effettivo che si fa è al rialzo, ma su uno strumento che replica fedelmente al contrario l'indice.

(articolo di Sandro Mancini)

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