I VIGILI URBANI DI VOGHERA IN LIBIA


Serve ora parlare della politica estera dell'Europa e serve parlare dei valori di questa politica anche per noi speculatori di Borsa. Ovvero serve parlare del vuoto assoluto.

 

La fine dei ribelli di Libia è segnata, e sarà soffocata nel sangue, un cadavere per ogni famiglia di oppositori, questo è il messaggio che il Colonnello manda ai ribelli. Provvidenzialmente il terremoto del Giappone ha tolto l'attenzione dei media dalla guerra rivoluzionaria in Libia e così qualche decina di migliaia di morti passeranno inosservati.

 

La Nato non reagisce, non reagisce la Unione Europea, la Lega Araba è immobile. Parole parole parole. Obama minaccia tutto ma sa che può fare poco. E i ribelli sanno di dover morire, moriranno quelli che hanno esultato davanti alle telecamere e davanti ai fotografi, moriranno quelli che si sono rivoltati.

 

Non ci sono più nemmeno le bombe sulla Serbia, non ci sono i paracadutisti olandesi prigionieri stupidamente dei serbi, non ci sono i proclami, non ci sono gli squilli di trombe. Rimangono i baciamano di Berlusconi e rimangono le urla del silenzio.

 

Quando, sfogliata la pagina della politica internazionale, passate a quella della economia, dovete chiedervi se è questa quella europa che pagherà il nostro 120% del debito sul PIL, che sarà questa Europa così sensibile e così buona che costruirà il ponte sullo Stretto di Messina, la Salerno Reggio Calabria, e sperpererà allegramente i denari nelle mille diecimila cattedrali nel deserto del nostro paese.

 

No, cari, questa Europa ci metterà senza un parola davanti al muro e premerà senza nessun rimorso il grilletto e lo sta già facendo con una politica monetaria che non è sicuramente adatta al nostro paese ma alla Grande Germania e ai paesi della core europe. E illusi sono quei benpensanti che credono che tanto la Germania non si può permettere di perdere un paese "consumatore" come l'Italia: certo, infatti ormai siamo la sua mucca da mungere, abbiamo la stessa moneta proprio per questo, ma non non abbiamo la stessa politica industriale e la stessa politica fiscale. In conclusione siamo italiani, fottutamente italiani e lo saremo anche domani quando ci taglieranno le gambine, e con ragione. Possono fare tutti i fondi salva stati che vogliono e capitalizzarli con 500 miliardi di euro, con 1000 miliardi di euro, ma dobbiamo sapere fin da ora che non ci manterranno mai per sempre. Ora dobbiamo correre o scomparire.

 

Bastavano i vigili urgani di Voghera armati di borsello bianco paracadutati a Tripoli e la soldataglia del Colonnello, nella più pura tradizione beduina, si sarebbe sciolta come neve al sole.

 

L'Europa non è nemmeno stata capace di fare la faccia feroce.

 

E gli europei non ci manterranno mai con la stessa soave superficialità con cui qualche decina di migliaia di persone si preparano a morire a Bengasi.

 

La politica, che è sempre violenta perché è il vantaggio di uno a danno degli altri, è rimasta politica nonostante l'Unione Europea e nonostante abbiamo tutti problemi di sovrappeso per un tenore di vita che non ha eguali nella storia.

 

Non dobbiamo credere alla vulgata che "queste sono cose che non succederanno più" perché sono cose che stanno già succedendo a Bengasi, Libia, anno domini 2011, e non Sudeti o Austria o Polonia anno domini 1939.

 

Il futuro lo si affronta con la decisione di chi vede lontano ed ha i piedi ben posati per terra. E se mi consentite non è certo questo il quadro in cui noi italiani oggi ci stiamo muovendo. E per piacere non suonatemi le trombe e non andate a vedere il bicchiere mezzo pieno: davanti alla tragedia della Libia, che è prima di tutto una nostra tragedia di vuoto politico, si può solo piangere senza se e senza ma.

 

 

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