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Concludo il discorso...


… sul maximum pain e tutto il resto.

 

Innanzitutto buongiorno a tutti.

 

Volevo chiudere il discorso teorico avviato in precedenza, per completare il quadro che vi ho delineato negli ultimi tempi.

 

Per prima cosa vorrei sottolineare che tutto quanto vi ho detto in merito all'hedging parziale o totale e i conseguenti ricalcoli di maximum pain e put call ratios sono teorie puramente sperimentali: non esistono riferimenti in letteratura in merito a questi concetti, almeno a mia conoscenza.  Spero apprezzerete il fatto che vi ho messi al corrente (nel caso non lo foste già) di quanto di più recente e 'sofisticato' esista ad oggi nel mondo delle opzioni.

 

Come me ci sono altre persone che stanno lavorando allo sviluppo di queste tematiche; se cercate in rete forse troverete qualcosa in merito anche in Italia.

 

Io posso dirvi cosa penso sinceramente di quello che ho realizzato io, che è un modello molto spartano di quello realizzato da altri più sofisticati di me (e più dotati in termini tecnologici).

 

In merito ai miei personali risultati mi sento di dire che spingersi troppo oltre con le 'finezze' calcolatorie è fondamentalmente privo di scopo.  Riprendo infatti uno dei concetti più importanti che ho evidenziato precedentemente su queste pagine: il maximum pain è una teoria affascinante e – ne sono più che certo – basata su un modello comportamentale assolutamente ragionevole, ma il problema è che non ha un vero valore previsivo…

 

Se anche arrivassi a poter predire un intervallo affidabile di prezzo a scadenza con un anticipo di 10 giorni (a volte il maximum pain ricalcolato con l'hedging parziale raggiunge questo livello di capacità previsionale) cosa potrei farmene? Fare un posizionamento così sotto scadenza è difficile, a meno di non aprire delle semplici butterfly e sperare che la scadenza si concentri intorno allo strike segnalato dai calcoli.

 

Per quanto mi riguarda quindi la ricerca sul maximum pain è giunta al capolinea.  E' stato un interessante esercizio mentale e tecnico, ma non ne riconosco un valore obiettivamente sfruttabile in termini operativi.

 

Alla fine di tutto il punto è che non sono nè gli open interest nè i put call ratios nè il maximum pain che devono essere usati come setup operativo.  Il decidere quando entrare deve derivare da considerazioni o di tipo tecnico o di tipo macroeconomico o fondamentale, o anche una combinazione di analisi tecnica e fondamentale.  Open interest e altri indicatori vanno utilizzati appunto come indicatori, ossia come filtri ai segnali, per dare un supporto o smentire i segnali stessi.

 

Esempio tipico: il Bund ieri.  Ha fatto una candela di possibile inversione e questo è un dato di fatto.  Cosa posso utilizzare per filtrare questo segnale? qualcuno potrà guardare ai volumi, qualcun altro al momentum, o a un qualsiasi indicatore di forza relativa.  Io guardo a due banalissimi indicatori e prima di muovermi butto un occhio agli open interest; e siccome vedo che ci sono forti volumi di put su strike da 119,5 a 120,5 sulla scadenza maggio e da 119 a 120 sulla scadenza giugno allora penso che siamo su una possibile base di supporto molto forte e quindi la sfrutto finchè non ho la prova contraria.

 

Poi mi posiziono su strike 118,5 perchè sono conservativo, ma nulla mi avrebbe impedito di sceglierne uno più 'aggressivo' e incassare molto di più a parità di pezzi venduti.

 

Ora quindi osservo il minimo di lunedì e penso che se viene rotto in chiusura giornaliera allora forse l'analisi non è corretta, quindi valuterò se rollare le posizioni oppure prendere lo stop e attendere tempi migliori per rientrare.

 

Ricordando uno dei tanti memorabili detti di Warren Buffett, noi non siamo sul mercato per fare previsioni, bensì per fare soldi.  E una delle grandi verità che sfuggono al 99% dei trader (quel 99% che solitamente viene buttato fuori dal mercato entro un anno da quando comincia) è che non si può in alcun modo anticipare il futuro (se ci si prende è puro culo)…. le previsioni già oltre i tre mesi fanno ridere perchè subentrano talmente tante variabili nei modelli che qualsiasi pretesa di sapere cosa potrà succedere oltre tale lasso temporale è niente di meno che una pippa mentale.

 

L'analisi tecnica deve limitarsi a interpretare ciò che ha di fronte, e domani avrà di fronte un nuovo dato da interpretare, e in funzione del quale adattarsi.  Dopodomani si ripartirà daccapo.  E così via.

 

Vi auguro una buona giornata

 

Domenico

(articolo di Sandro Mancini)

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