Come si misura il rischio dei Certificates?


Uno degli aspetti che probabilmente frena gli investitori quando devono affacciarsi a nuovi prodotti o mercati è la difficoltà che essi possono percepire nel valutare in un modo obiettivo e soprattutto univoco il rischio di un investimento piuttosto che di un altro.

 

Fino a poco tempo fa il mondo finanziario ci aveva abituati ad una banale classificazione in rischio basso, medio e alto per gli investimenti.

 

Ma oggi esiste uno strumento universalmente riconosciuto per giudicare in modo immediato e immediatamente comprensibile per chiunque il rischio legato ad un prodotto finanziario: il kilovar.

 

Il kilovar rappresenta una stima statistica della perdita massima dal giorno corrente al giorno seguente che può subire un investimento di controvalore pari a 1000 (mille) euro su uno strumento finanziario preciso.

 

Il range dei valori che possono essere assunti da questo indicatore varia pertanto da 0 a 1000; quest'ultimo valore indica ovviamente la perdita totale del capitale investito.

 

Attenzione che il kilovar non indica la probabilità di ottenere un profitto piuttosto che una perdita, bensì il valore monetario della perdita massima che è ragionevole attendersi nelle condizioni di mercato correnti.

 

Va precisato ?condizioni di mercato correnti? perché in effetti a fronte di cambiamenti rilevanti nei parametri del mercato il kilovar associato ad uno strumento finanziario può subire variazioni.

 

A fronte dei possibili valori del kilovar è possibile identificare delle classi universalmente valide di rischio: da 0 a 100 si considera il rischio come ?normale?, assimilabile a quello di un investimento azionario; un range da 101 a 200 punti  identifica un rischio medio; da 201 a 300 si parla già di rischio elevato, mentre sopra 301 siamo di fronte ad investimenti che sarebbe consigliabile evitare, trattandosi di investimenti ad elevata probabilità di perdere l'intero capitale allocato o comunque una sua porzione rilevante.

 

Vediamo un esempio concreto.  In riferimento al Benchmark Unicredit segnalato la scorsa settimana, codice ISIN DE000HV777P8, sottostante indice FTSE Mib, il kilovar alla data di oggi è pari a 35.  Ciò significa che per ogni 1000 euro investiti si sopporta un rischio statistico giornaliero di 35 euro, ossia del 3,5% sul capitale allocato.

 

Il grande pregio del kilovar è di ricondurre a un denominatore comune investimenti di natura molto diversa, permettendo all'investitore di scegliere lo strumento o gli strumenti più adeguati al proprio profilo di rischio e ai propri obiettivi di rendimento.

 

Dal momento che il kilovar è suscettibile di variazioni, anche significative, nel tempo, esso può essere assunto come parametro di controllo del rischio non solo nel momento dell'apertura di una posizione, ma anche e soprattutto durante il mantenimento della stessa, poiché eventuali aumenti significativi nel valore di tale parametro potrebbero indicare che lo strumento inserito in portafoglio non è più adatto al proprio profilo di rischio e quindi sarebbe meglio chiuderlo.

(articolo di Sandro Mancini)

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