Certificates: i prodotti del futuro?


Diversificare è la chiave del successo finanziario nel lungo periodo.  Un concetto che tutti noi conosciamo, ma che forse non applichiamo mai appieno.

 

Un conto è essere consapevoli dell'opportunità di investire in diverse categorie di prodotto, in diversi mercati e geografie, in molteplici profili di rendimento con differenti orizzonti temporali; discorso diverso è mettersi effettivamente in portafoglio un po' di prodotti ben diversificati per affrontare con maggiore serenità le oscillazioni dei vari mercati.

 

Tutti noi, presumo, siamo poco propensi a rischiare il 100% del nostro capitale in un solo tipo di prodotti.  E tutti noi, allo stesso tempo, difficilmente ci accontentiamo dei risicatissimi profitti che possono offrirci oggi i titoli di stato.  Che non sono, tra l'altro, nemmeno più sicuri come una volta.

 

La giusta miscela di investimento e di speculazione, di rendimento e di rischio è un obiettivo al quale tutti noi ambiamo.

 

Così, se facciamo 100 il nostro capitale liquido, bene mettere un 10-15 in prodotti ?pepati', come i derivati per esempio; prodotti che se ben usati possono raddoppiare il capitale in un tempo relativamente breve, alzando di parecchi punti percentuali la performance globale del portafoglio; e se poi le cose devono andare proprio male… almeno si sarà perso non più del 10-15% del capitale.  Una perdita perfettamente sostenibile.

 

Questa è la mia filosofia; da sempre.  Ed è ciò che faccio da sempre.

 

Dove mettere però il restante 85-90% della liquidità? Non certo in prodotti speculativi di breve termine…

 

Oggi ci sono molte opportunità nel mondo, ma alcune sono state poco accessibili al popolo dei privati fino a poco tempo fa; oggi ci sono prodotti strutturati quotati che permettono di investire su mercati impossibili da raggiungere con altri strumenti finanziari, e con profili di rendimento alla portata di tutti: i certificates.

 

I certificates penso rappresentino oggi la migliore opportunità di diversificazione e di investimento nel medio periodo.  E penso siano quindi la classe di prodotti più meritevole di attenzione in questo momento.

 

Tanto per darvi una idea, i primi certificates emessi in Italia, sul mercato MCW, diventato poi Sedex, risalgono al 1999, anche se una loro classificazione precisa e autonoma è stata introdotta soltanto nel 2002.

 

Nel 2005 i volumi dei certificates hanno superato quelli dei covered warrant, ad indicare l'interesse via via crescente per questa nuova tipologia di prodotti.

 

Nel 2006 hanno cominciato a diffondersi i primi certificates di nuova generazione, con extra premi rispetto all'andamento lineare del sottostante, profili di rendimento variabili, e altre caratteristiche; i sottostanti si sono moltiplicati, andando a coprire indici di paesi emergenti, tassi di interesse e varie commodities.

 

Nel 2008 c'è stato ? per ragioni facili da comprendere ? il boom dei certificati a capitale protetto e/o garantito.

 

Il 2010 ha visto il record sul mercato primario per emissione di certificates e per ammontare di raccolta.

 

Tutte le manifestazioni pubbliche ? l'ITF, il TOL Expò di Borsa Italiana, e le altre fiere sul trading ? degli ultimi anni hanno visto una forte espansione degli spazi e delle giornate dedicate alla formazione su questi strumenti innovativi, con una sempre più vasta partecipazione di pubblico.

 

Il segnale è forte: questi prodotti piacciono e gli investitori vogliono saperne sempre di più.

 

Noi di Lombard, con lo spirito che da sempre ci muove nella direzione dell'informazione finanziaria, non possiamo non cogliere la sfida che questa categoria di prodotti ci sta lanciando; perciò nei prossimi tempi non stupitevi se ci vedrete parlare un po' anche di certificates su queste colonne.

 

A presto.

 

Domenico Dall'Olio

(articolo di Sandro Mancini)

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