E' come partecipare ad una gara
di corsa posizionandosi allo start 20 metri buoni dietro gli altri concorrenti.
E' questa la situazione del nostro Paese
in questo momento e queste sono le possibilità di vincere la gara: praticamente
nessuna. Tutti ora parlando dei provvedimenti a favore della crescita, come se
ci fosse da qualche parte la ?libretta? come dicono i militari che ti spiega
cosa e come fare nel caso di un Paese che non cresce. E fatto fuori Berlusconi
ora qualcuno prenderà questa libretta e le darà una letta veloce sottolineando
con la matita i punti salienti: produttività, competitività dei prodotti,
liberalizzazione, bla bla bla. Ma non funziona così: la crescita è come una
pianta che deve essere coltivata giorno dopo giorno, la crescita è un abito
mentale, come quello del buon padre di famiglia che continuamente taglia le
spese e aumenta le entrate. La crescita non è un percorso obbligato, una
scelta, un provvedimento da montare in 24 ore. La crescita è una aspirazione,
un ideale, un obiettivo comune. Ci potrebbe essere crescita anche senza nessun
provvedimento se un giorno gli italiani si alzassero dal letto e smettessero di
rubare, di sopraffare, di avere quell'antica abitudine della furbizia sempre a
danno degli altri che ha affondato il Paese nell'ultimo decennio. Basterebbe
poco, basterebbe che tutti noi facessimo il nostro lavoro, ogni giorno che
arriva sulla terra, con umiltà e con spirito di sacrificio.
Per questo i mercati non credono
ormai a nessuno, perché la crescita e il risanamento non sono un pezzo di
carta, sono una ambizione interiore di un popolo. Qui l'unica ambizione
interiore è quella di fregare il prossimo, di fare il colpo, e di non fare niente
per tutta la vita. E i mercati non perdonano.
Per i giovani l'istruzione
superiore ed universitaria è un obbligo, non un dovere, non un privilegio.
Finché non si cambia questa mentalità (aumentando a dismisura le tasse
universitarie contemporaneamente alla messa in campo di borse di studio e
prestiti per i meritevoli) non serve a niente liberalizzare le professioni, il
professionista italiano rimarrà sempre il beccamorto dell'impresa, quello che
si occupa di mettere delle crocette in un faldone di domande sempre mutanti e
mai certe (commercialista), che crea problemi al cliente invece di
risolverglieli (avvocato), che si fa pagare perché studia e non perché produce qualcosa
di socialmente utile (notaio). Se il concetto è che io ti pago perché tu studi
e non perché io ti risolvo dei problemi allora siamo finiti, soprattutto perché
ormai studiare è un obbligo per tutti i giovani, che sono tutti dottori,
avvocati, commercialisti, dottoranti e super qualificati.
La crescita non avverrà perché
prima di arrivare alla crescita bisogna cambiare la testa degli italiani, e
solo con una salutare crisi devastante forse qualcosa potrà rimettersi in moto.
Solo con qualche milione di risparmiatori rovinati, con qualche milione in più
di disoccupati, con la crisi fiscale dello stato, quando la miseria lambisce
due famiglie su tre, solo in quella situazione il meccanismo sano della
crescita onesta può mettersi in moto. Abbiamo bisogno di un bel patatrac che ci
metta tutti con le pezze sui pantaloni per ritornare a rimboccarci le maniche. Parafrasando
Mussolini ?abbiamo bisogno di qualche milione di rovinati per sederci al tavolo
della crescita?.
E quando lo spread volteggia
oltre quota 500 il problema reale è quello dell'avvitamento, come è successo
alla Grecia. Nel giro di 15 giorni i nostri tassi possono volare oltre il 7% ed
arriveremmo alla crisi fiscale dell'Italia e quindi dell'Euro, perché l'Italia
è troppo grande per essere salvata e non potremmo fare altro una bella mattina
quello che qui predichiamo da tempo: tornare alla lira e svalutare. In questo
modo, in maniera politicamente corretta e senza che il popolo bue se ne renda
conto, ogni rendita ed ogni debito, le due vere zavorre del paese, saranno
immediatamente cancellate dalla svalutazione e dalla inflazione. I baby
pensionati ce li ritroveremo finalmente ai lati delle strade a chiedere l'elemosina
insieme ai pensionati veri. Quando arriva la svalutazione come la mitragliatrice
essa colpisce nel mucchio e per ammazzare un baby pensionato vengono fatti
fuori 10 pensionati veri. La svalutazione non è molto liberista, colpisce tutti
indistintamente. Ma tant'è, questa incredibile livella riporterà tutti allo
stesso punto di partenza, ovvero a zero.
Non abbiamo ovviamente nessuna
raccomandazione azionaria: in una situazione come questa andare a prendere l'Eni
che ti dà qualche soddisfazione significa prendersi nei denti almeno 2 Biesse e
Autostrada To Mi. Poi ci si potrà consolare con Gas Plus, ma non è ancora il
momento di giocare con le azioni.