Io vengo da quell'epoca dove i giornali si riempivano con l'inchiostro della macchina da scrivere, le pagine con gli articoli viaggiavano dalla redazione locale alla tipografia con il treno dentro buste gialle con scritto sopra "fuori sacco" e quando arrivò il fax in redazione tutti dalla campagna noi cronisti locali andammo a vedere l'ordigno che anticipava il futuro. Tornato a casa lo raccontai a mio padre Ercole, classe 1921, e mi rispose che non c'era niente di strano, era come il telegramma, disse lui.
Ho scritto il mio primo articolo per il Resto del Carlino di Modena quando avevo 15 anni, la bellezza di 30 anni fa ormai, era la cronaca di una conferenza di un alpinista che aveva scalato non so che cosa in Nepal. E da quel momento non ho più smesso, come una mania, come una ossessione. Si, lo confesso, da giovane volevo fare il giornalista, ma poi il mondo è cambiato e quando lavoravo in una redazione economica a Roma a 26 anni mi sono ricordato che venivo da una terra, l'Emilia, dove come raccontava Enzo Ferrari l'operaio sa lavorare di mano ma soprattutto di cervello. E me ne sono tornato da dove ero venuto, a casa, qui a Modena, per combattere la grande sfida dei mercati sfruttando Internet.
Borsa & Finanza da sempre è stato per me il punto di riferimento, il settimanale da cui spiavo il gran mondo della finanza con i piedi ben piantati nella mia terra. Ed è stato grazie a Borsa & Finanza che ho potuto avere quel riconoscimento e quella visibilità che mi ha permesso di creare delle aziende che ancora oggi si fanno dare del lei nel settore dei servizi finanziari. Per me Borsa & Finanza è il gusto del sabato, la cosa che quando hai tra le mani ti fa lavorare la testa senza freni.
Grazie Borsa & Finanza, grazie ai lettori, grazie a quelli che mi hanno insultato e a quelli che mi hanno lodato, grazie a tutti i giornalisti di Borsa & Finanza, grazie al personale della concessionaria di pubblicità ed ai tanti diversi direttori.
E non addio, no, i vecchi soldati non muoiono mai. Arrivederci !