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Fiscal cliff all'italiana? ...Speriamo di no!


Nel nostro breve commento di ieri abbiamo evidenziato come il principale problema di Obama sia il Fiscal cliff.
E subito questo argomento si è riproposto con il discorso de presidente della camera Boehner
Ricordiamo a tutti che il problema del baratro finanziario Usa è alle porte.
Dal 2013 infatti una serie di misure rischiano di penalizzare sensibilmente l'economia usa: sono in scadenza i regimi fiscali agevolati varati dall'amministrazione Bush e prorogati dall'amministrazione Obama e contemporaneamente sono previsti aumenti impositivi e tagli della spesa pubblica. Insomma, il dare avere rischierebbe di essere sbilanciato, e di parecchio verso il "dare", ma senza incassi. I conteggi che vanno per la maggiore stimano che il buco potrebbe essere di 4-600 miliardi di dollari. Una situazione di questo tipo potrebbe avere ripercussioni pesanti anche sul Rating Usa. Gli Stati uniti rischierebbero di perdere la tripla A. Inutile dire che il calo del Pil avrebbe pesanti ripercussioni occupazionali. In questi scenari la disoccupazione negli Usa nel 2013 potrebbe arrivare sopra il 10%.

L'argomento, dunque, si ripropone a seguito delle dichiarazioni del presidente della camera del Congresso americano, John Boehner, che ha affermato che Washington deve evitare in modo adeguato la minaccia del fiscal cliff, e per far ciò è necessario che i due partiti raggiungano un compromesso.
John Boehner mostra ampie aperture al dialogo affermando che i due partiti del Congresso devono trovare un piano a breve termine per decidere come evitare il fiscal cliff e poi, nel 2013, fare delle concessioni sul piano del gettito delle imposte e della riduzione del deficit.
Per la prima volta dalla sua elezione due anni fa, dunque, Boehner dimostra la sua disponibilità di rompere con l'ortodossia repubblicana anti-tasse, affermando di essere disposto, nell'ambito di un accordo comune ad accettare nuove entrate come risultato di una crescita economica, rafforzata da un codice tributario chiaro ed equo. Vale a dire un'apertura alla riduzione di sgravi fiscali, anche se Boehner rimane fermamente contrario al concetto di prendere "una fetta più grande dei redditi degli americani con aliquote fiscali più alte".
Immediata dunque la prima risposta del leader repubblicano al diretto appello che gli ha rivolto il presidente Obama, che ieri sera, appena rientrato a Washington, aveva chiamato lui e gli altri leader del Congresso chiedendo loro di mettere da parte gli interessi del partito in nome di quelli degli americani.

John Boehner interviene sul tema Fiscal Cliff

Riteniamo che ci sia un'altra ragione per cui l'argomento è così nel cuore di Boehner.
Obama ha vinto. Ma la sua vittoria è ancora meno netta della precedente. Questo Boehner lo sa e ci tiene a far presente che è necessario l'apporto di entrami i partiti per le sfide future. E' vero che l'America scommette ancora su Barak Obama, ma con meno fiducia. Dunque l'opposizione esce rinforzata dalla campagna elettorale e dai risultati e ne è pienamente consapevole. E non ha mancato di rimarcarlo alla prima occasione complice la pressante scadenza di fine anno.
Per il futuro dobbiamo aspettarci che metterà altri paletti importanti nelle decisioni che dovranno passare dalla Camera dei Deputati.

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