La prima parte della settimana in corso è trascorsa nell'attesa dell'election day Usa.
Le previsioni e le tabelle statistiche si sprecavano e qualcuno faceva anche notare come in passato in tutte le occasioni in cui ci fosse stato un ribasso delle borse nel mese precedente a quello elettorale, la discesa sarebbe proseguita in caso di cambio della guardia del presidente. I seguaci delle strategie dei cosiddetti grandi elettori pronosticavano, come da tradizione, che Wally avrebbe festeggiato in caso di vittoria di Romney, personalmente ribadisco quanto sostenuto anche nel commento ai mercati di lunedì; il succo della questione a mio parere non sta tanto in chi avrebbe vinto, ma cosa avrebbe comportato una vittoria di Romney per le strategie della Fed. Il timore di Wall street e non solo, in realtà era di un possibile cambio di strategia della banca centrale Usa. Se infatti è vero che ci avviciniamo a grandi passi al "burrone fiscale", che rimane attualmente la priorità del congresso, è anche vero che i mercati sono e restano come l'eroinomane che ha continuo bisogno di dosi da iniettare in vena e in questi anni hanno trovato in Bernanke un pusher perfetto.
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La rielezione di Obama rassicura in questo senso e soprattutto mette definitivamente a tacere i rumors che parlavano di un cambiamento al vertice della Fed, prima della scadenza naturale del mandato a cui manca poco più di un anno. Aldilà delle reazioni emotive iniziali quindi, la conferma del presidente in carica, penso possa dare impulso positivo alla borsa nel medio periodo e far proseguire la fase di svalutazione del dollaro, salvo un ritorno a fasi di avversione al rischio, dovute soprattutto ai guai dell'Europa. Le elezioni Usa infatti, lasceranno immediatamente spazio alle riunioni di Bce e Boe e al nuovo capitolo della triste saga greca, alla ricerca di ulteriore "elemosina" dalla Troika.
Per quanto riguarda più strettamente l'Italia, restano sempre alte le probabilità che la TTF (tassa sulle transazioni finanziarie) sia approvata. Sull'argomento ho già espresso più volte e in tempi non sospetti il mio pensiero, in questi giorni il movimento dei trader privati e non, si è concretizzato nella formulazione di una rimodulazione dell'imposta che permetta al settore di continuare a vivere e gli emendamenti sono stati sottoposti ai nostri politici.
Venerdì a Rimini, ci sarà un interessante dibattito in cui saranno spiegati tutti i punti presi in esame.
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Commodities
Il Petrolio resta in trend ribassista in questa fase di mercato. La discesa è favorita dalla stagionalità e dalle scorte che restano ampie in Usa. Ieri tuttavia, abbiamo assistito ad un buon rimbalzo già durante la giornata elettorale, in perfetta correlazione con i rialzi di borse e metalli.
Lo spread con il Brent resta molto ampio, anche se l'Iraq a dichiarato di poter aumentare il suo potenziale di produzione fin da subito. Il Natural Gas, dopo il rialzo che ha portato il prezzo a pronti a sfiorare i 4$, da metà ottobre ha iniziato una nuova fase di discesa e adesso è in area 3.6 $. Gli Usa stanno spingendo molto su questa commodity e hanno dichiarato di poter essere indipendenti a brevissimo per quanto riguarda l'energy. Le nuove tecniche di ricerca e di estrazione, migliorano la capacità produttiva e spingono al ribasso i prezzi anche se, nel medio periodo penso si ridurrà il gap con i prezzi del petrolio, dal momento che l'idea dell'amministrazione Obama è di alimentare i mezzi di trasporto su gomma a Gas Naturale in un futuro molto prossimo.
Sul Gold lunedì scrivevo: "L'Oro in particolare ha risentito delle vendite che sono scattate dopo i "non farm payrolls". Le reazione emotiva deriva dal collegamento "dati buoni", minore stampa di moneta da parte della Fed. In realtà la Fed non cambierà affatto le sue politiche, anche se vi è qualche dubbio attualmente, circa la permanenza in carica di Bernake in caso di vittoria del fronte repubblicano. Aldilà degli aspetti puramente tecnici e degli algoritmi che hanno fatto scattare prese di profitto e qualche nuovo short sul metallo giallo, la mia idea è che questa correzione, sia un'ottima occasione per chi volesse invece entrare al rialzo oppure incrementare posizioni già in essere. Siamo infatti al test della media mobile a 200 gg., molto seguita dagli operatori istituzionali e vicini al punto di ritracciamento del 50% tra i minimi di maggio e i massimi di ottobre, due elementi da tenere in considerazione, dal momento che i fondamentali sono ancora a favore di un rialzo del Gold, nel medio periodo." E infatti già ieri pomeriggio è sono partiti i buy questa mattina il rialzo è proseguito. Le resistenza importate è la media mobile a 50 gg, che passa in area 1740.
Il Silver invece non ha ancora superato i massimi relativi del 1° novembre, da cui è iniziata la correzione. I grani sono attesi in ripresa dopo la rielezione di Obama, che probabilmente favorirà un dollaro debole, ma sarà importante il report di domanda e offerta del 9 novembre per determinare i movimenti delle prossime 2/3 settimane, soprattutto su Corn, Wheat e Soybreans. Tra le carni, ancora bullish i fondamentali dei Live Cattle, per i Lean Hogs invece, potrebbero iniziare presto ad emergere problemi di eccesso di scorte, nel breve, elemento che si può leggere già negli ampi spread tra le prime scadenze del 2013.
Tra le soft resto positivo sul Caffè, che potrebbe costruire una base in questi giorni, in considerazione della stagionalità, del forte ipervenduto e delle cospicue posizioni short degli speculatori, a rischio di ricoperture.
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