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SEA l'ultima IPO del 2012


L'OPVS è riservata per l'85% agli istituzionali e per il 15% al pubblico. L'azienda al range proposto viene valorizzata da 900 a 1.200 milioni di euro circa per un flottante piuttosto scarso di poco superiore al 23%. Il socio venditore è l'holding della provincia di Milano, Asam spa che rimarrà con lo 0,8%. Da notare che in seno al cda i consiglieri espressi dal Fondo F2i, di proprietà di CDP, hanno votato contro il range di prezzo in quanto inferiore al valore d'ingresso del fondo stesso. Giuseppe Bonomi è il Ceo.

I ricavi del gruppo si compongono per il 54% dall'aviation, per il 28% dal non aviation (cioè la gestione o subconcessione i servizi commerciali, con oltre metà dei margini di SEA), per l'8% dall'handling (settore in perdita) e per il 10% dall'energia. L'azionariato attuale vedeva la presenza di comune di Milano (54%) e relativa provincia (in capo ad Asam), di F2i (29%) e di altri comuni oltre che di alcuni privati (questi ultimi in posizione fortemente minoritaria), dopo l'ipo e con l'esercizio della greenshoe il mercato deterrà circa il 23% della società. Gli scali gestiti sono Linate e Malpensa (in provincia di Varese che porta il doppio dei passeggeri).

L'EBITDA è del 23,4%, in sostanziale linearità con gli esercizi passati. Da sottolineare la possibilità d'ampliamento di 1/3 della superficie aeroportuale con una superficie commerciale complessiva di 8.500 mq. Il periodo regolatorio scade al 2020, con un aumento tariffario dal 2016.
Il rapporto di leverage finanziario è a 2,2 mentre l'indebitamento finanziario è pari a 340 mln di euro a livelli sostenuti ma non eccessivamente elevati (essendo il rapporto debiti/patrimonio netto pari a 1,3) e l'ipo è uno strumento per la sua riduzione oltre che per l'effettuazione degli investimenti previsti ma soprattutto per pagare il cedolone al comune di Milano e a estinguere un prestito di Mediobanca.

Il cash flow è stato leggermente positivo nel 2011 a fronte di dati negativi negli esercizi precedenti. L'offerta prevede per 2/3 la vendita da parte degli azionisti e per il resto un aumento di capitale, è previsto per il pubblico a bonus share di 1 azione ogni 20 (1 ogni 15 se il richiedente è residente nei comuni delle provincie vicine) in caso di mantenimento per 1 anno. Preoccupante il rapporto indebitamento mezzi propri pari a 1,41 ma l'ipo migliorerà il ratio.

Un confronto con i concorrenti evidenzia rapporti: EV/EBITDA tra 8,4 e 10,2 contro 7,88 della media settoriale. il P/E invece sarebbe compreso tra i 14,8 ed i 19,9, contro una media di 17,9. La capitalizzazione sarà compresa tra 970 e 1.170 milioni di euro, il payout sarà molto buono anche rispetto al settore, pari al 70% e con il bonus share porterebbe il rendimento attorno all'8%.

Una controversia per aiuti di Stato promossa dalla Comm. Europea potrebbe rischiare di danneggiare più la controllata SEA Handling tra i 200 e 400 mln a seconda degli anni che verranno interessati e ciò danneggerebbe indirettamente SEA visto che la controllata che redditualmente è messa maluccio dovrebbe restituire tali importi alla capogruppo.

La società appare prezzata eccessivamente anche nella parte bassa della forchetta e bisogna tener conto che i concorrenti sono degli autentici colossi assai più dimensionati (anche per gli aspetti logistici, hotel vicini, ecc.) di SEA come gli aeroporti di Francoforte, Parigi, Zurigo e con l'eccezione di Vienna

PRO: radicamento territoriale, prevedibilità delle entrate, elevato payout, possibilità di espansione

CONTRO: indebitamento elevato, prezzo elevato, flottante scarso, l'azionariato è controllato dai politici, disallineamento di un socio importante

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