Da venti anni otteniamo le maggiori soddisfazioni in borsa in occasione delle conversione delle assurde azioni di risparmio in ordinarie. Una politica sempre promossa dal Lombardreport.com.
La lista delle conversioni è lunghissima. Per rimanere alle prime due (!) lettere dell'alfabeto pensate che nel 1996 erano quotate in borsa azioni di risparmio di 7 società, quasi tutte convertite in seguito.
All'estero non si comprende la ragione per cui Pirelli debba avere il 2,5% del capitale in azioni di risparmio o, poco di più, Banca Intesa.
Questi sono i due casi più clamorosi ed assurdi. Come sanno coloro che ci seguono ho chiesto in assemblea Pirelli al dr. Tronchetti Provera la ragione della mancata conversione. Mi aveva risposto che c'erano difficoltà' nel far presenziare in assemblea i soci di risparmio. Gli avevo rispettosamente ricordato che se le loro azioni passano da 5,5 euro (quotaz risp) a 8,5 euro (quotaz ord) in caso di conversione alla pari (come quasi sempre avvenuto a parte casi sporadici come Buzzi etc) tutti i portatori di risparmio si sarebbero affrettati a partecipare e ad approvare…
…
Comprendo che in taluni casi (Italmobiliare, Italcementil, Telecom) la conversione sia molto molto difficile e le probabilità di ottenerla non siano molte. Cambierebbero gli equilibri interni.
Ma per le ultime assurde quotazioni (ad ex Intesa e Pirelli) i tempi sembrano stranamente lunghi.
Ieri all'assemblea Banca Intesa Giovanni Bazoli ha detto che l'argomento della conversione – su cui si è spesso soffermato in passato" – NON E' STRINGENTE". Comporta un risparmio modesto di 15 punto base (ma perché rifiutare?) a fronte delle complessità procedurali dell'operazione (fatta pero' in venti anni da decine e decine di società proprio per eliminare burocrazia, spese assurde per assemblea risparmio, dividendi superiori,incapacità all'estero di comprendere cosa siano le risparmio etc etc etc)
Prendiamo atto di quanto detto da Bazoli.
Ovviamente a borsa aperta non poteva dire diversamente per non essere oggetto di inchieste per turbative borsistiche.
Nella foto: Giovanni Bazoli
Ma il problema rimane. Chi ha le risparmio (ovviamente se ha deciso di puntare su uno dei due suddetti titoli) è in una botte di ferro. Le paga il 20%-30% in meno, incassa un dividendo sempre superiore alle ordinarie.
Infine, può persino permettersi di aspettare che anche in Banca Intesa ed in Pirelli si rendano conto – come abbiamo scritto anche nei nostri libri su questa categoria di titoli i – "che le azioni di risparmio sono una specie in via di estinzione".
Quello che non capisco è lo scarso appeal per i fondi e le gestioni.
Perché acquistare le ordinarie quando le risparmio rendono di più, costano di meno e possono – come accaduto per decine e decine di società – essere all'improvviso convertite?
Ma la borsa e' bella perché e' varia e lascia spesso nicchie di operatività ai pazienti gestori investitori.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)