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Ordini di beni durevoli: cosa nascondono i dati USA


A chi è interessato alle analisi di dati macroeconomici non sarà sfuggita la poderosa crescita della stima "advance" del dato USA relativo agli ordinativi di beni durevoli di settembre. Questo dato riporta una crescita del 9.9% MoM, sopra le attese di consenso di ben 7.5% punti percentuali rispetto al -13.1% di agosto.
Il dato sarebbe straordinario se non fosse completamente condizionato dagli ordini di aerei (soprattutto civili ma anche militari) che in agosto avevano registrato -97.2% MoM ed in settembre risalgono del 2640% MoM.
Se depuriamo il dato escludendo gli ordinativi di aerei civili ed gli ordinativi commissionati dalla difesa, i capital goods segnano invece un anemico 0% MoM vs. attese di consenso di +0.8%.
Per quanto concerne le spedizioni invece (sempre escludendo dati relativi alla difesa) si registra un -0.3% MoM in settembre ed una revisione al ribasso a -1.2% MoM da -0.7% ad agosto.

l report finale, a questo punto, è quindi nel complesso negativo, con gli ordinativi che mostrano una contrazione in Q3 che rasenta la recessione (-6.5% QoQ). Non possiamo fare altro che constatare la mancanza di un segnale di ripresa nei dati reali nonostante quella del sotto indice dell'ISM (Institute for Supply Management) di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi e che comunque dovrebbe anticipare una risalita in Q4 per questo comparto.

Il dato non particolarmente favorevole, tuttavia non è tale da farci pensare a qualcosa di veramente negativo per gli asset a rischio e quindi a seguire per il nostro portafoglio a rischio contenuto.
Attendiamo il dato di domai sul Pil Usa per farci un'idea più chiara sull'evoluzione economica Americana ed a seguire del resto del mondo. Vi terremo aggiornati.

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